FOCUS
Coloro che abbiano avuto la pazienza e la curiosità di completare il nostro percorso di formazione avranno probabilmente capito il valore di un HUB personale nella propria smart home.
Tale consapevolezza, probabilmente, avrà anche portato alla scelta rispetto a quale HUB implementare: Home Assistant, openHAB, Domoticz, Homey, Homebridge: un tra questi, certamente, sarà la piattaforma sulla quale costruire una domotica da zero o presso il quale accogliere quella già pre-esistente in casa.
Quali sono i passi da intraprendere?
Primo: AVVIARE L’HUB
Sembrerà banale, ma in primis è necessario far partire l’HUB.
A meno che non si sia optato per una soluzione chiavi-in-mano come Homey, indipendentemente si sia scelto di testarlo su Windows/Mac o di eseguirlo direttamente su Raspberry Pi o Mini PC, sarà utile (e motivante) prendere confidenza da subito con l’installazione base dell’HUB.
Presso la sezione “guide” (inizio pagina) sono disponibili svariati link che illustrano come avviare per la prima volta il vostro ambiente di gestione domotica.
Per Home Assistant (l’HUB più usato) abbiamo messo a disposizione una pagina molto importante:
oltre, ovviamente, l’indice ad esso dedicato.
SECONDO: ASSESSMENT
Dopo essersi “fatti l’HUB” sarà necessario capire se davvero in casa non abbiamo nulla che possegga di per sé un’anima domotica o un’anima potenzialmente domotica. La potenzialità sta nell’eventualità di utilizzare tecniche alternative per rendere domotico qualcosa che non lo sarebbe; su questo tema importantissima è la lettura della scheda “domotizzare il non domotico“.
Per quanto riguarda invece ciò che eventualmente potrebbe essere domotico di per sé, un buon indizio solitamente è la tecnologia utilizzata dei componenti che si hanno a disposizione. Le seguenti tecnologie (solitamente indicate nei manuali d’uso) rappresentano un indizio importante:
- Wi-Fi
- Zigbee
- Z-Wave
- DECT
- Thread (Matter)
Una buona idea è quella di recarsi su Google e cercare il nome del prodotto affiancandolo al nome dell’HUB scelto: se per esempio posseggo delle lampadine Philips Hue e ho scelto Home Assistant come HUB, cercando “Philips Hue Home Assistant” su Google troverò facilmente gli eventuali componenti software che mi permettano di gestire il componente presso il mio HUB.
TERZO: pianificazione ACQUISTI
Una volta capito cos’ho eventualmente a disposizione e cosa posso o non posso usare in domotica, viene il momento di capire cosa mi manca, quando posso e voglio investire e in quali tempi. Il bello della domotica personale è, infatti, la possibilità di “montarla”, nel tempo, come un lego. Ogni pezzo al suo posto, nei propri tempi.
Le componenti domotiche possono essere le più disparate; ovviamente la loro implementazione è legata alla realtà abitativa nella quale si pianifica di collocarle.
TIPOLOGIA | Consigliati come “da avere” | Consigliati come “opzionali” |
Strumenti di gestione finale |
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Sensori | ||
Sensori virtuali |
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Luci |
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Riscaldamento autonomo | ||
Riscaldamento centralizzato |
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Riscaldamento bagno |
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Raffrescamento estivo |
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Sicurezza |
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Tapparelle |
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Multimedia |
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Esterno | ||
Economia |
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Varchi |
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SENSORI
La prima cosa da fare è dotarsi di un sistema sensoriale (elementare) tale da fornirci degli elementi utili non solo per avere un’idea istantanea di ciò che sta succedendo in casa, ma anche per fornirci l’andamento storico di certe misure.
I primi due sensori che consigliamo caldamente di implementare sono quello di temperatura e quello di umidità relativa (solitamente si tratta di un sensore unico), possibilmente uno in ogni stanza.
Consigliamo:
- Xiaomi Aqara SMART HOME sensore di temperatura, umidità e pressione (circa 10 euro – prevede una tantum di un BRIDGE/Gateway ZigBee);
- Shelly H&T, sensore di temperatura e umidità relativa Wi-Fi a batteria (quindi non necessita di BRIDGE/Gateway);
- Sonoff TH-16/10 interruttore dotato di sensore di temperatura e umidità.
Il nostro preferito è sicuramente il primo, lo Xiami Aqara, per una questione di costo, di facilità di implementazione, affidabilità e integrabilità.
SENSORI VIRTUALI
Per “sensori virtuali” si intendono sensori che non debbano le proprie letture a uno o più dispositivi fisici collegati in casa propria, ma da dati provenienti da Internet.
Temperatura e umidità esterne, previsioni meteo, inquinamento: tutte informazioni che possono essere aggiornate quasi in tempo reali da fonti esterne. Un esempio è dato dalla piattaforma DarkSky per Home Assistant, la quale appunto censisce dati meteo dalla rete.
I sensori virtuali sono per lo più del tutto gratuiti, pertanto è buona cosa dotarsi di tali indicatori sin da subito.
LUCI
Beh, le luci sono un mondo e le soluzioni possibili sono davvero tantissime.
Innanzitutto si tratta di capire se la volontà sia quella di accendere/spegnere le luci o anche di regolarle. Promettendo dei FOCUS ad hoc, in questa occasione ci sentiamo di suggerire:
- famiglia attuatori ITEAD Sonoff Smart Home (per l’accensione/spegnimento);
- famiglia attuatori Shelly Home Automation Systems (per l’accensione/spegnimento);
- LED controller Shelly RGBW2 (per le strisce LED/globi multicolore, regolabili);
- Linea Philips Hue basata su ZigBee;
- Nanoleaf o similari.
Gli attuatori Sonoff/Shelly sono spesso e volentieri indicati anche in altri settori domotici per funzioni non strettamente legate all’illuminazione. È infatti possibile utilizzarli, per esempio, per domotizzare un impianto di riscaldamento autonomo senza uso di un termostato domotico.
Le luci domotizzate, per quanto scenografiche, non sono in assoluto la prima cosa da introdurre in domotica. Questa affermazione potrebbe stupire, ma è il nostro punto di vista. Meglio acquisire padronanza con altro, prima di imbarcarsi su questo aspetto.
RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO
Termostati e teste intelligenti non solo si calano con naturalezza in un ambiente domotico, ma sono anche consigliati a chi voglia risparmiare e gestire al meglio il proprio sistema di riscaldamento, autonomo o centralizzato che sia.
Mentre il termostato è un must per chi possegga un riscaldamento autonomo, le teste lo sono di più per chi utilizzi un riscaldamento centralizzato. Mentre nel secondo caso il termostato è del tutto inutile, nel primo le teste possono essere un plus per ottenere un sistema ancora più efficiente nella termoregolazione. Come spiegato nella sezione “Luci”, un’alternativa è quella di domotizzare un impianto di riscaldamento autonomo senza uso di un termostato domotico, ma un semplice attuatore a contatto pulito.
Come termostati e teste conosciamo:
- ⭐️ Recensione: Google Nest Learning Thermostat, il termostato intelligente… davvero
- ⭐️ Recensione: Meross MTS200, il termostato smart per radiatori e pavimenti radianti (ad acqua o elettrici)
- ⭐️ Recensione: Mill Invisible Wi-Fi, il termoconvettore a parete/pavimento che arreda e risparmia
- ⭐️ Recensione: Tado° Termostato Intelligente, ovvero il TOP per la gestione del riscaldamento autonomo
- Recensione: Ambi Climate v2
- Recensione: Homematic IP – Termostato a parete (HMIP-WTH-1): il sensore con l’anima da attuatore
- Recensione: Netatmo Termostato Intelligente
- Recensione: Sensibo Sky
- Recensione: Tado° Climatizzatore Intelligente
- ⭐️ Recensione: ITEAD Sonoff TRVZB, lo scioglilingua ZigBee per la regolazione dei termosifoni
- ⭐️ Recensione: Meross Testa Termostatica MTS150/MTS150H, bella e possibile
- ⭐️ Recensione: Netatmo Valvola Termostatica Intelligente
- ⭐️ Recensione: Tado° Testa Termostatica Intelligente, “simply the best”
- Recensione: Eqiva Testa Termostatica eQ-3 Bluetooth Smart
- Recensione: EUROTRONIC Testa Termostatica Genius LCD 100
- Recensione: EUROTRONIC Testa Termostatica Spirit Z-Wave Plus
- Recensione: EUROTRONIC Testa Termostatica Spirit ZigBee
- Recensione: Homematic IP – Termostato per radiatori Evo (HmIP-eTRV-E), la testa intelligente di eQ-3
- Recensione: LUMI Aqara Smart Radiator Thermostat E1 – La valvola termostatica intelligente che ti gestisci da te
- Recensione: Meross Testa Termostatica MTS100/MTS100H
- Recensione: Testa Termostatica T55, il nuovo corso ZigBee di EZVIZ
In caso di possegga un climatizzatore (in grado di erogare calore, ma anche freddo d’estate), le strade per domotizzarlo sono principalmente due: utilizzarne le funzioni domotiche già presenti di fabbrica, oppure utilizzare un comodo emettitore di raggi infrarossi il quale, una volta debitamente configurato, può permettere alla domotica di inviare codici infrarossi al pari del telecomando originale, di fatto domotizzando l’elettrodomestico.
In ambito infrarosso, il nostro consiglio ricade (quasi fisiologicamente) su:
- Broadlink RM4 Mini (intorno ai 20 euro);
- Broadlink RM4 Pro (intorno ai 50 euro) – riceve ed emette anche codici in radiofrequenza.
Altrimenti esistono attuatori infrarossi più semplici da implementare ma più costosi:
Sempre tramite infrarossi è possibile, spesso e volentieri, domotizzare un termoventilatore (da bagno e non), come spiegato in questo progetto d’esempio.
Il merito al tema del riscaldamento, consigliamo caldamente di buttare un occhio all’OPEN BOARD ad esso dedicato. |
SICUREZZA
Anche la sicurezza, come le luci, è un settore da analizzare a sé, per una questione di complessità e di variabilità in base alle aspettative e al budget.
Come base, è buona cosa dotarsi di sensori che quantomeno allertino la domotica (e quindi l’utente) dello stato di apertura dei varchi. Per questo ci sentiamo di consigliare o i sensori di apertura della famiglia Xiaomi Smart Home (i quali possono collegarsi al medesimo BRIDGE/Gateway dei sensori di temperatura sopracitati).
Un altro aspetto importante è la possibilità di interrompere/garantire l’erogazione di acqua e/o gas: per questo è sufficiente acquistare delle elettrovalvole ai quali applicare degli attuatori (come quelli indicati nella sezione “Luci”). Un esempio è riportato in questo progetto.
Opzionalmente consigliamo l’introduzione nella propria domotica di sensori di presenza fumo, di gas, di presenza e/o movimento, di allagamento e molto altro ancora.
In conclusione
Una volta scelto il proprio HUB personale, la cosa primaria è implementarlo e renderlo operativo.
Fatto ciò si comincerà ad arricchirlo con i propri componenti, i quali non dovranno essere necessariamente implementati in blocco, ma sarà possibile integrarli gradualmente sulla base delle proprie scelte di tempo e investimento.
I primi, grandi risultati con poca spesa sono quelli legati all’implementazione di:
- sensori di temperatura;
- sensori virtuali meteo;
- attuatori a infrarossi/radio (per domotizzare condizionatori ma anche termoventilatori, TV, impianti Hi-Fi…);
- termostati e/o teste termostatiche.
Questo perché con poco sforzo la propria “smarthome” comincia a prendere forma.
Sarà poi cura di chi la gestisce andare a perfezionare non solo le varie componenti ma, sopratutto, le automazioni che le permettono di prendere letteralmente vita.
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