Produttore: Allterco Robotics Categoria: Attuatore Tipologia: Controller per strisce LED bianche, RGB, RGBW/RGBWW e lampadine LED (sia DC 12-24v che AC 110-230v) Tecnologie: TCP/IP via Difficoltà d’installazione: Medio/Bassa Semplicità d’uso: Alta |
Disponibilità: Shelly ITALIA |
Revisione recensione: 1.1 |
LUMOS MAXIMA
La bulgara Shelly sta acquisendo grande interesse, mese dopo mese, grazie alle politiche industriali adottate: componenti di qualità, mai eccessivamente costosi, particolarmente versatili grazie alla possibilità di essere gestiti tramite l’app e il cloud del produttore sia in modo diretto, via LAN, tramite il sempre benedetto standard MQTT, il che permette all’utente un enorme grado di libertà operativa.
Se ciò che volete è controllare l’illuminazione LED (di diversi tipi) in modo particolarmente efficace, questa recensione tratta proprio questi aspetti: parliamo infatti di Shelly RGBW2 della linea Shelly “Home Automation Systems”, un attuatore per illuminotecnica che ci ha stupiti in positivo sopratutto per la grande flessibilità di utilizzo: come vedremo, si tratta di un’unità che può essere utilizzata in molte modalità e contesti diversi.
Caratteristiche
Lo Shelly RGBW2 è un attuatore dalle dimensioni ridotte, soli 43 x 38 x 14 mm. le quali permettono una facile installazione all’interno delle comuni scatole murali 503/504. Realizzato in comune plastica, presenta su un lato una griglia a sette contatti che, come vedremo, vengono utilizzati per l’alimentazione dell’unità e per l’output verso i LED da controllare.
Shelly RGBW2 è in grado di gestire fino un massimo di 288 Watt combinati che, vista la natura stessa dei LED ,è un valore certamente ragguardevole; tale soglia alta consente l’applicazione di un numero piuttosto elevato di strisce LED o catene di lampadine LED. L’unità è inoltre in grado di agire come sensore di assorbimento, fornendo alla domotica la lettura istantanea di tale metrica espressa in Watt.
I carichi massimi tollerati da Shelly RGBW2 sono i seguenti:
- DC Power Output 12v
- massimo 144W combinato
- massimo 45W per canale
- DC Power Output 24v
- massimo 288W combinato
- massimo 90W per canale
Il consumo dell’unità in sé, in idle, è limitatissimo: è infatti inferiore ai 50mA. Dal punto di vista della trasmissione radio, come molti componenti di questo tipo questo attuatore supporta il protocollo di trasmissione Wi-Fi 802.11 b/g/n solo su frequenza 2,4 Ghz.
In termini di funzionalità l’unità è in grado di controllare, come detto, dei LED. Ma cosa si intende per “controllare”? Ovviamente molto dipende dalle tipologie dei LED: si possono utilizzare e concatenare strisce di LED multicolore RGB a quattro contatti (che presentino quindi triplette di LED rossi, verdi e blu), RGBW a cinque contatti (con LED rossi, verdi, blu e bianchi di tonalità fredda), RGBWW a cinque contatti (con LED rossi, verdi, blu e bianchi di tonalità calda), strisce di LED bianchi a due contatti (quindi dotate di soli LED bianchi di tonalità fredda o calda) nonché lampadine LED (dalle diverse forme e caratteristiche). Sia le strisce che le lampadine possono essere a 12-24 volt.
Alcuni esempi:
Meglio 12 o 24 volt? La differenza principale tra 12 e 24 volt sta nelle modalità di accorciamento (eventuale) della striscia: quelle a 12 volt si possono tagliare ogni 3 led mentre quelle a 24 volt ogni 6. Inoltre, in caso di lunghezza della striscia (anche concatenandone) superiore ai 5 metri è preferibile scegliere i modelli a 24 volt, in quanto questa tipologia risente meno della caduta di tensione rispetto a quelle a 12 volt. |
Su uno dei due dorsi sono presenti i contatti per la riprogrammazione utilizzando eventuali firmware alternativi come Tasmota, ESPHome o similari) ed un tasto di “reset”, piccolo ma facilmente raggiungibile.

Alimentazione
Prima di installare Shelly RGBW2 il nostro consiglio è sempre quello di alimentarlo in una prova a banco, sia per verificarne il corretto funzionamento sia per provvedere alla sua prima configurazione tramite l’app mobile Shelly Cloud (per Android e iOS).
Ciò detto, ciò che dev’essere chiaro è che l’unità perché funzioni si alimenta, sempre, tramite corrente continua a 12 o 24 volt sui contatti DC (polo positivo) e GND (polo negativo), mai a 230 volt di rete. Applicare direttamente una tensione di rete a 230v brucerebbe l’unità in modo istantaneo.
Va da sé che, a prescindere, sia necessario un alimentatore a 12 o 24 volt.
Quale scegliere? Sul mercato di unità che trasformino i 230v di rete a 12 o 24 volte ce ne sono moltissimi; la scelta ovviamente va fatta in relazione a cosa si applica, come LED da alimentate, all’unità. Un esempio potrebbe essere questo.
Va da sé che la potenza da esso erogato debba essere appropriata: quale sia il valore di Watt massimi erogabili andrà calcolato in base ai LED utilizzati. Poniamo il caso di questa striscia 12v LED RGBWW: dichiarata con un consumo massimo di 14,4 Watt/metro (massimo è inteso l’assorbimento con regolazione di massima luminosità), essendo lunga 5 metri consuma (a meno di essere ridotta nella lunghezza tramite taglio) 5 x 14,4 Watt = 72 Watt. Siccome si tratta di una striscia concatenabile, se ad essa ne concatenassimo un’altra il consumo massimo salirebbe a 144 Watt, e così via. L’alimentatore, quindi (che sia a 12 o 24 volt) si sceglie in base al carico che si prevede di applicare. Il nostro consiglio è sempre quello di optare per un trasformatore che supporti un carico massimo di circa il 10% superiore a quello previsto dai propri calcoli (eg. se si prevede un carico di 72 Watt, si consiglia di prenderne uno da 80 Watt).
LED
Capito come alimentare l’unità ed eventualmente i LED, vediamo i vari scenari d’installazione e utilizzo.
CON INTERRUTTORE A BASSA TENSIONE
In questi quattro scenari si ipotizza l’adozione di semplici strisce di LED o lampadine LED a 12v-24v, lo scenario più diffuso. Gli schemi ipotizzano anche la presenza di un interruttore fisico per lo spegnimento completo dell’impianto di illuminazione (non obbligatorio).
CON INTERRUTTORE A TENSIONE DI RETE
In questo scenario interviene l’uso, obbligatorio, di un optoisolatore (incluso nella confezione) il quale serve, per l’appunto, a consentire l’uso di un interruttore fisico che però intercetti l’erogazione a monte della trasformazione a bassa tensione.

Negli schemi che seguono, tale elemento è indicato con il box nero “Provided separately in your RGBW2 package“.
Come detto, gli schemi ipotizzano anche la presenza di un interruttore fisico per lo spegnimento completo dell’impianto di illuminazione (non obbligatorio).
Striscia RGBW/RGBWW con regolazione colore e intensità | Striscia RGB con regolazione colore e intensità |
Quattro striscia bianche con regolazione intensità per singolo canale | Lampadine LED collegate a coppie su due canali regolabili in intensità |
L’installazione è alla fine piuttosto semplice, basta un minimo di manualità (per quanto consigliamo di far riferimento a un installatore professionista, a prescindere).
Come sempre, Shelly mette a disposizione, in rete, il manuale d’installazione in formato pdf.
Configurazione
Una volta alimentata, l’unità esporrà un access-point Wi-Fi al quale collegare direttamente il proprio smartphone: questo consentirà all’app Shelly Cloud (preventivamente installata) di indicare all’attuatore le coordinate Wi-Fi domestica alla quale collegarsi durante il suo normale esercizio. Terminata la procedura l’unità sarà pronta per essere configurata secondo le proprie esigenze.
Dopo la prima installazione di base, per effettuare la configurazione di dettaglio il nostro consiglio è quello di non utilizzare l’app, ma piuttosto un qualsiasi browser tramite il quale collegarsi all’interfaccia web offerta dall’attuatore. Il perché è semplice: alcune impostazioni sull’app semplicemente non figurano.
Avremo dunque bisogno dell’indirizzo IP a cui collegarci: lo si potrà trovare facilmente tramite l’interfaccia web del proprio modem/router oppure con un qualsiasi tool di scansione reti (eg. Fing). Se l’IP assegnato sarà (per esempio) il 192.168.1.100, l’interfaccia web alla quale collegarsi sarà disponibile all’indirizzo http://192.168.1.100.
Una volta connessi apparirà un’interfaccia estremamente elementare. Tappare sulla voce “Settings“:
Selezionare poi “Firmware update” per provvedere all’aggiornamento dell’unità:
Dopo un tempo variabile (fino a due minuti) l’attuatore tornerà disponibile e sarà così pronto per la configurazione base.
Impostazioni
Lo Shelly RGBW2 prevede, di fabbrica, un gran numero di diverse impostazioni: dalle più banali relative alla tipologia di device a quelle più raffinate, tipo le impostazioni LAN per l’uso MQTT.
Alcuni parametri importanti sono:
- “Device Type“, ovvero se il sistema di illuminazione prevede la gestione colore oppure no;
- “Power on parameters“, come comportarsi di default quando viene alimentato;
- “DC Supply Voltage“, per impostare il voltaggio in uso;
- “Internet e security settings“, per la gestione del cloud e del client MQTT.
Alcuni dettagli:
Device TYPE
Permette di impostare “Color” in caso di presenza di strisce RGB/RGBW/RGBWW o “White” in caso di di strisce a LED bianchi o lampadine LED su uno o più dei quattro canali disponibili.
INTERNET & SECURITY SETTINGS
Il componente prevede un funzionamento di default tramite il cloud di Shelly. In questa modalità sarebbe comunque possibile integrarlo nel proprio HUB personale, ma è più opportuno configurarlo utilizzando sfruttando il protocollo MQTT. Da precisare che, utilizzando questo tipo di configurazione, l’interfaccia di configurazione del dispositivo non sarà più accessibile tramite cloud Shelly, ma sarà visibile solo nella propria LAN.
Per attivare questa pratica modalità è sufficiente alla voce “Internet & Security Settings” > “Advanced – Developer Settings” e configurando l’attuatore inserendo i parametri relativi all’accesso del proprio broker MQTT (vedi FOCUS), cliccando poi su SAVE una volta terminato.
Esperienza d’uso
Abbiamo testato Shelly RGBW2 quotidianamente e per oltre due mesi, con differenti configurazioni operative. Che dire: si tratta di uno degli attuatori più stabili ed efficaci sin qui da noi testati. Rapidissimo, preciso, versatile, mai indisponibile, ma improvvisamente fuori rete, mai bloccato. Un signor attuatore.
Ciò che possibile fare (ipotizzando di avere a disposizione la più versatile delle soluzioni LED, ovvero una striscia RGBW/RGBWW) è regolare selettivamente la luminosità dei LED colorati e di quello bianco, scegliere la produzione di colori specifici (anche personalizzati, registrabili), impostare l’accensione e lo spegnimento in modo del tutto automatico (basandosi su timer e/o alba e tramonto), attivare scenari ad effetto (gradienti di colore, di intensità e altro).
L’app di Shelly Cloud (per Android e iOS) funziona bene; noi abbiamo comunque prediletto l’uso di Shelly RGBW2 con vari HUB personali i quali, grazie alla disponibilità sull’attuatore dello standard MQTT, non hanno alcun problema ad integrarlo.
Inoltre, ciò che otteniamo dall’utilizzo di questo dispositivo è – oltre la normale funzione di interruttore intelligente – anche l’indicazione istantanea dell’assorbimento espresso in Watt, lettura che, sempre utilizzando lo standard MQTT, è facilmente importabile verso altre realtà operative come, per esempio, gli HUB personali.
Sebbene sia possibile riprogrammarne il firmware, possiamo serenamente affermare che si tratti di un attuatore estremamente versatile già per come esce dalla fabbrica. Non si sente assolutamente la mancanza di firmware come Tasmota o altri.
Compatibilità
Il grado di compatibilità dello Shelly RGBW2 è piuttosto elevato: è infatti direttamente compatibile con Amazon Alexa e Google Home, oltre che con il servizio IFTTT (in modo indiretto, utilizzando Webhook e l’accesso API Cloud). Ovviamente è compatibile con la sua app Shelly Cloud (per Android e iOS).
Assente invece la compatibilità con Apple HomeKit (ma grazie all’ampio grado di integrabilità domotica, la cosa è aggirabile – come vedremo a breve). Nel marzo 2020 la compatibilità Apple HomeKit è stata effettivamente introdotta assieme a quella con l’ecosistema Samsung SmartThings; sebbene RGBW2 non sia stato incluso in prima battuta nel novero dei componenti resi compatibili con HomeKit, non è detto che non lo sia in futuro.
Integrabilità domotica
In termini di integrabilità lo Shelly RGBW2 (come d’altra parte tutti i componenti di questa fortunata linea prodotti) non presenta alcun problema.
HOME ASSISTANT
Home Assistant è dotato di un componente ufficiale (un po’ acerbo) a supporto dell’integrazione dei componenti Shelly, ma ne esiste anche uno non ufficiale il quale consente di integrare l’attuatore, sempre in modalità Local Push. L’alternativa migliore, secondo noi, rimane comunque quella di utilizzare sempre e solo le varie piattaforme di declinazione del componete “MQTT” (vedi guida).
HOMEY
Homey dispone di un’app (“Shelly“) la quale consente la piena integrazione, sia in modalità Cloud che LAN. Nessun problema rilevato: l’integrazione si fa in un batter d’occhio.
openHAB e Domoticz
Anche questi HUB personali minori, disponendo di supporto MQTT, non hanno alcun problema. Nello specifico, openHAB dispone di un binding apposito.
SAMSUNG SMARTTHINGS
Da marzo 2020 la linea Shelly è supportata (in beta, ma lo sarà pienamente a seguire) per l’integrazione presso l’ecosistema Samsung tramite uno Schema appositamente rilasciato. Shelly RGBW2 non risulta però, ad oggi, tra le componenti supportate con la prima beta.
HOMEBRIDGE
Homebridge, una soluzione per fornire sola compatibilità con Apple HomeKit, dispone ad oggi di un plugin per l’integrazione (“homebridge-shelly“). Data l’obsolescenza del progetto, si consiglia però di utilizzare uno degli HUB sopracitati i quali sono in grado a loro volta di esporre le proprie entità verso HomeKit, risolvendo così il problema.
HUB | Integrabilità | Note |
Home Assistant | ✔️ | Tramite la modalità Local Push (via MQTT – vedi guida) o tramite modalità Local Push/Cloud Polling via componente ufficiale “Shelly” o via custom component “ShellyforHASS“, via CoAP e REST (vedi guida). |
Homebridge (Apple HomeKit) | ✔️ | Tramite la modalità Local Push (via MQTT con plugin “homebridge-mqttthing” o altri similari) o tramite modalità Cloud Polling (via plugin “homebridge-shelly“) |
openHAB | ✔️ | Tramite binding apposito o tramite modalità LAN (via MQTT) |
Domoticz | ✔️ | Tramite la modalità LAN (via MQTT) |
SAMSUNG SmartThings | ✖️ | L’attuale schema non supporta l’attuatore. |
Homey | ✔️ | Tramite la modalità LAN (via Shelly oppure via MQTT) |
Valutazione
Valutazione di dettaglio:
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![]() Shelly RGBW2 non fa assolutamente differenza, anzi: come (c’è da dirlo) molti altri attuatori analoghi, è molto versatile – e in questo certo, si distingue ma non è unico nel suo genere – ma ciò che veramente colpisce è l’esperienza d’uso che garantisce. Non perde letteralmente un colpo, specialmente quando usato in automazione con gli HUB personali (lo abbiamo usato per testare progetti come quello relativo all’auto-regolazione della luminosità, o per la luminosità crescente): è sempre pronto, reattivo, disponibile. Inoltre è dotato di sensore di assorbimento che, detta tutta, non guasta mai. Apprezzabile, infine, che nella confezione sia presente anche l’optoisolatore necessario all’eventuale installazione di LED alimentati a tensione di rete. Per la gestione domotica dell’illuminazione LED, ad oggi, Shelly RGBW2 è il consiglio inDomus. |
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