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Centrale automazione (HUB): cervello, coscienza e volontà

Percorso di formazione sulla domotica personale – CAPITOLO 6
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CAPITOLO 5 – BRIDGE/Gateway
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CAPITOLO 7 – Gli strumenti di gestione finale

La centrale automazione o HUB è, molto semplicemente, un sistema (software o hardware, come vedremo) tramite il quale coordinare e automatizzare tutte le funzioni della nostra smart home.

Quando in domotica si parla di HUB lo si immagina e concepisce come un ponte di comando che gestisce (e attua) i nostri comandi e le nostre automazioni. Tipicamente una centrale automazione espleta le funzioni tramite i precedentemente descritti sensori, attuatori, dispositivi e BRIDGE/Gateway e relativi componenti. Quest’ultimi (in abbinamento con le proprie app di controllo) rappresentano da soli, talvolta, degli HUB. Basti per esempio pensare al BRIDGE/Gateway della linea prodotti Philips HUE: in abbinamento alla sua app mobile, esso permette di interrogare, gestire e automatizzare il comportamento di tutti i componenti tramite esso controllati.

Un HUB ben concepito mette a disposizione tutti i controlli relativi alle nostre componenti domotiche, il loro stato istantaneo, le serie storiche dei dati raccolti (e.g. quelli relativi alle temperature). Caratteristica cruciale, quando si sceglie un HUB, è la modularità e la possibilità di supportare il più ampio numero di standard di trasmissione, il più ampio numero di prodotti (possibilmente di diversi marchi), la versatilità di configurazione. Chi ha dimestichezza con gli smart speaker come Alexa o Google Home riconoscerà (ma solo in parte!) queste caratteristiche.

Un esempio di interfaccia di un HUB software (che approfondiremo più avanti):

Come funziona un HUB

Banalizzando, un “HUB” è genericamente un sistema in grado di gestire più tecnologie (si in termini di protocolli che standard) in modo da consentire all’utente, tramite una singola interfaccia, di gestire tutte le componenti domotiche presenti in casa, indipendentemente dal loro produttore.

Fondamentalmente, l’HUB prevede di essere comandato, manualmente, oppure tramite automazioni – ovviamente definite dall’utente.

Comandi

I “comandi“, eseguiti tramite gli “strumenti di gestione finale” (trattati nel prossimo capitolo), sono azioni che vengono richieste dall’utente finale al sistema domotico che – se corretti e compresi – prontamente attua. I comandi, generalmente, possono essere espressi tramite interfacce gestuali (app) o tramite comandi vocali.

Alcuni banali esempi di comandi sono:

  • accensione/spegnimento/regolazione luci;
  • attivazione e disattivazioni impianti;
  • apertura/chiusura varchi;
  • regolazione termica;
  • richiesta parametri ambientali (temperatura, umidità relativa ecc.).

Automazioni

Per “automazione” si intende l’insieme di meccanismi automatici, predefiniti dall’utente, per i quali a fronte di un evento (o “trigger“), in base a una o più determinate condizioni (“condition“), si innesca qualche tipo di reazione (“action“). In ambito domotico il limite dell’automazione è dato dalla fantasia rispetto dalle componenti disponibili nel nostro ambiente.

Facciamo degli esempi.

Quando esco dal lavoro imposta il riscaldamento di casa a 22 gradi centigradi qualora la temperatura domestica sia inferiore a 20 gradi.

  • Trigger: il fatto che sia uscito dal mio ufficio
  • Condition: temperatura inferiore a 20 gradi nell’appartamento
  • Action: regolare il termostato del riscaldamento a 22 gradi centigradi.

Elementi necessari per realizzare l’automazione:

Tutto questo può spaventare, ma non deve. Ci arriveremo per gradi.


Alle 21 ìrriga il prato per venti minuti, qualora in giornata non abbia già piovuto.

  • Trigger: lo scattare delle ore 21
  • Condition: che non abbia piovuto in giornata
  • Action: attivare l’irrigatore automatico (domotico o reso domotico) per 20 minuti

Elementi necessari per realizzare l’automazione:

  • un sensore virtuale che, da una fonte meteorologica esterna, fornisca l’informazione pluviometrica (ovvero se e quanto ha piovuto in giornata nella nostra zona)
  • un attuatore che attivi l’irrigatore (o un irrigatore domotico vero e proprio)
  • una centrale automazione (HUB) e relativa interfaccia.

Quando l’ultimo esce di casa, attiva l’allarme, chiudi acqua e gas, spegni tutte le luci.

  • Trigger: uscita di un componente della famiglia da casa
  • Condition: che sia l’ultimo ad uscire
  • Action: attivazione allarme, chiusura acqua e gas, spegnimento luci

Elementi necessari per realizzare l’automazione:


Questi sono solo alcuni degli scenari facilmente realizzabili con un impianto di domotica personale perché, come spiegato, il limite è sempre legato alla fantasia e agli elementi presenti nel proprio ambiente domotico.

Soluzioni di mercato

Per adottare un HUB ci sono diverse strade. Per esempio, una è quella di adottare HUB concepiti per gestire più standard e/o più linee di prodotti. Ne sono esempio:

e molti altri. Naturalemente queste soluzioni hanno un costo non secondario, sebbene dalla loro abbiano l’ampio set di standard e protocolli supportati nonché la facilità di adozione da parte del cliente.


C’è poi un’altra via, ben più economica e, per come la vediamo noi, persino migliore dal punto di vista tecnico, della gestione e dei risultati finali.

La sveliamo a seguire; per ora, niente spoiler: si prosegua dunque al prossimo breve capitolo.


Percorso - Strumenti di gestione finale