Produttore: eQ-3 AG Categoria: Sensore Tipologia: Ambientale Tecnologia: TCP/IP via Wi-Fi / Radiofrequenza 868 MHz Difficoltà d’installazione: Elementare Semplicità d’uso: Alta |
Disponibilità: Amazon |
Revisione recensione: 1.0 |
MISURA. E poi…
Dopo aver testato il “Termostato per radiatori Evo” della linea eQ-3 “Homematic IP“, con l’avvento della stagione fredda si rende utile – se non necessario – testare un device dedicato alla regolazione del calore domestico.
Parliamo di Termostato a parete (mod. HMIP-WTH-1), un attuatore che nasconde un segreto: non è un attuatore. O meglio, non nel senso più stretto del termine.
Scopriamo assieme perché.
Caratteristiche
“Termostato a parete con sensore di umidità dell’aria” (mod. HMIP-WTH-1), all’apparenza, come da immagine sopra, ricorda direttamente un classico termostato murale dotato di display a cristalli liquidi per la visualizzazione delle condizioni ambientali istantanee (temperatura e umidità relativa) nonché della temperatura target impostata, nonché una rotellina di regolazione fine di quest’ultima.
Disponibile in due colorazioni, nera e bianca, si può montare a muro (senza bisogno di scasso) ed è alimentato tramite due batterie AAA (incluse in confezione); dotato di connettività wireless, comunica con la domotica tramite il semplice ma affidabile standard radiofrequenza a 868 MHz (distanza max 230 metri in campo libero). Ciò che censisce il dispositivo (o “i” dispositivi, in caso se ne montino più d’uno) è il BRIDGE/Gateway radiofrequenza↔︎TCP/IP della linea Homematic IP (da loro chiamato “Access Point“) il quale per l’appunto fa da “ponte” tra le comunicazioni radiofrequenza (a bassa intensità) e la rete Internet (via Wi-Fi). Come abbiamo già visto nella scheda dedicata Homematic IP, tutti i componenti della linea fanno capo al medesimo BRIDGE/Gateway che, in accoppiata con l’app di gestione “Homematic IP” (per Android e iOS) funge da piccolo HUB domotico.
La vera curiosità di questo dispositivo sta nel fatto che, in pratica, non è un attuatore fisico. Non presenta infatti connessioni di alcun tipo verso un’eventuale caldaia (che sia attivata via relè a contatto pulito oppure via OpenTherm) e/o verso delle teste intelligenti presenti sui termosifoni, men che meno verso attuatori per riscaldamento a pavimento.
E allora a cosa serve, “Termostato a parete con sensore di umidità dell’aria” di Homematic IP?
Semplice: è un termostato che funziona come tale, ma la sua attivazione a soglia termica agisce a livello logico all’interno della domotica Homematic IP (e non solo). In pratica, “comanda” via wireless l’attivazione di caldaie/pompe di calore/pavimenti riscaldati/termosifoni ai quali siano stati collegati degli attuatori Homematici IP (o altro) che ora vedremo.
Esempi
Poniamo il caso, classico, di una banale caldaia attivata a contatto pulito. Dato che “Termostato a parete con sensore di umidità dell’aria” non può agire direttamente su di essa (perché non presenta alcun relé di attivazione o altro), è necessario implementare un attuatore a contatto pulito sulla caldaia (tipo questo), collegare entrambi all’Access Point di cui sopra e poi, tramite l’app “Homematic IP” (per Android e iOS) provvedere a collegarli a livello logico.
Da qui, quando si regolerà una temperatura target sul termostato – manualmente, tramite la rotellina posta sul device o tramite l’app, oppure tramite pianificazione automatica – se e quando la temperatura scenderà sotto di essa il termostato provvederà a comandare “indirettamente” la caldaia – tramite l’ecosistema Homematic IP – ad accendersi.
Lo stesso discorso dicasi in caso di teste termostatiche per termosifoni, ovvero “Termostato per radiatori Evo“: la presenza del termostato permette di regolare tutte le teste (o quelle di una determinata zona, configurabile) con la stessa mimica spiegata sopra; idem con patate il discorso relativo ai pavimenti riscaldati: in abbinata a un attuatore come questo si può gestire l’intero impianto.
N.b. Come vedremo in sequito, la cosa interessante di questo sensore/attuatore sta proprio nella sua versatilità: non solo con Homematic IP, la sua integrazione con altri ecosistemi permette di realizzare scenari ancora più variegati. |
Installazione
L’installazione, sia fisica che logica, è di una banalità disarmante.
In quanto a quella fisica è sufficiente fissare a muro la basetta a incastro (piatta: come detto in precedenza non è necessario scassare il muro), inserire le batterie e collegare il termostato alla basetta fissata al muro. Fine.
Quella logica è altrettanto semplice, la quale richiede il semplice abbinamento al sopracitato BRIDGE/Gateway di linea prodotto utilizzando l’app “Homematic IP”.
Tale processo è guidato e piuttosto semplice: prevede, da parte dell’Access Point di Homematic IP la ricerca automatica dei nuovo dispositivo, dell’inserimento del codice di sicurezza (presente in confezione e sull’unità) e pochi, ultimi passaggi, come l’associazione a una stanza e il nome assegnatogli.
Raggiunto questo punto, il termostato è pronto per essere usato tramite l’ecosistema Homematic IP (e/o altri, come vedremo). Naturalmente (così come spiegato in precedenza) sarà necessario “collegarlo” con altri attuatori necessariamente presenti nell’ambiente, essi siano collegati a una caldaia, a delle teste da radiatore, a dei pavimenti riscaldanti.
Esperienza d’uso
La sensoristica è abbastanza precisa sebbene abbiamo rilevato, in abito temperatura, un mezzo grado centigrado di scarto rispetto a un sensore di riferimento che usiamo in laboratorio, “problema” aggirabile tramite regolazione di offset. La precisione della lettura è al decimo di grado. Piuttosto precisa la rilevazione di umidità relativa, precisa al decimo di punto percentuale.
Quanto all’agire, il termostato è lesto nell’innescare accensioni/spegnimenti in base alla soglia target: al primo superamento (in basso o in alto) della soglia, il termostato agisce di conseguenza. In questo è piuttosto canonico e prevedibile. Non sono contemplate infatti logiche di calcolo di isteresi o altri meccanismi di ritardo o anticipo.
Configurazione e pianificazione
“Termostato a parete con sensore di umidità dell’aria” è configurabile facilmente sia nelle regolazioni fini (come per esempio la regolazione di offset della temperatura rilevata, o il blocco bambini) che in altri dettagli.
Ciò che distingue una termostato tradizionale da uno smart è, naturalmente, la possibilità di pianificarne il comportamento rispetto alle temperature desiderate (e quindi la regolazione del radiatore), al giorno della settimana e agli orari. L’ecosistema Homematic IP, grazie all’app che lavora in tandem con il proprio BRIDGR/Gateway, permette di definire in maniera molto semplice e immediata la configurazione delle pianificazioni di ogni singola testa presente nell’ambiente.
Una volta configurata la/le pianificazione/i si si potrà dimenticare di tale funzione: il termotato provvederà a regolarsi automaticamente in base alla temperatura dell’ambiente, come da sua concezione – salvo, ovviamente, non si intervenga manualmente nel cambiarne le impostazioni.
Naturalmente, qualsiasi cambiamento attuato lato app si traduce, istantaneamente, in un aggiornamento di stato del display del termostato.
Integrabilità domotica
Come abbiamo già spiegato nella scheda dedicata alla linea Homematic IP (paragrafo “compatibilità e integrabilità”), essa è ampiamente integrabile in quanto eQ-3 mette a disposizione un set di API Rest pubbliche utili allo scopo. Inoltre, progetti Open Source come RasberryMatic consentono di crearsi in proprio (e in locale) degli Access Point Homematic IP-compatibile, integrando quindi il tutto localmente.
HOME ASSISTANT
L’integrazione su Home Assistant (che sia via cloud usando l’Access Point eQ-3 o locale via CCU3 eQ-3 o DIY RasberryMatic) consente di dotarsi di un’entità “Climate” in grado di pilotare il termostato, oltre a ricevere gli aggiornamenti di stato quanto azionata tramite app o manualmente.
Cosa farne? Questo componente, lato Home Assistant (e, in generale, lato HUB personali) può essere un validissimo alleato, il quale può servire a innescare attuatori, scenari e automazioni molto diversi tra loro. Immaginiamo infatti di avere integrato, per esempio, un ventilatore a Home Assistant: integrando anche questo termostato è facilissimo far sì che il ventilatore si accenda/spegna in funzione della temperatura dell’ambiente, un po’ come abbiamo spiegato qui (ma usando,invece, un termostato “virtuale”). Ed è solo un esempio: avere un termostato di questo tipo integrato sull’HUB è davvero un jolly per tantissimi scenari diversi. |
Con l’HUB personale hardware per eccellenza, Homey Pro, l’integrazione può avvenire tramite CCU3 eQ-3 oppure tramite RasberryMatic. Non è invece possibile integrarlo tramite Access Point/cloud.
ALTRI
Segnalata l’assenza di compatibilità con l’ecosistema Samsung SmartThings, per quanto riguarda l’uso con l’Access Point, mentre è garantita con CCU3 nonché – non senza qualche magheggio – con RasberryMatic. Lo stesso dicasi per openHAB.
Una volta tanto rileviamo l’integrabilità verso Domoticz e con il morente Homebridge.
Valutazione
Qualità costruttiva | |
Funzionalità | |
Uso: qualità ed esperienza | |
Compatibilità e integrabilità | |
Innovazione | |
Rapporto qualità/prezzo | |
Media
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N.b. La valutazione è oggetto di revisione nel tempo in funzione di novità e aggiornamenti. |
Termostato a parete di Homematic IP è una soluzione ingegnosa che disassocia la misurazione/regolazione dall’attuazione vera e propria, con un vantaggio enorme in termini di versatilità e di ambiti di applicazione. Non solo afferente all’ecosistema Homematic IP, lo si può usare, tramite integrazioni previste e supportate, anche tramite altri ecosistemi, sfruttandolo così nelle sue funzionalità in modo pieno e vario. Forse un po’ troppo alto il prezzo, dato che l’elettronica non è niente di particolarmente evoluto, per quanto la funzionalità di regolazione manuale comunque si faccia apprezzare, così come la presenza del comodo display.
Disponibilità: Amazon |
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