Produttore: Allterco Robotics Categoria: Dispositivo Tipologia: Board multi-funzione programmabile Tecnologie: TCP/IP via Wi-Fi Difficoltà d’installazione: Bassa Semplicità d’uso: Alta |
Disponibilità: Amazon |
Revisione recensione: 1.3 |
piccolo, versatile, UTILE
Sicuramente queste, le parole con cui ci sentiamo di definire lo Shelly UNI, forse il prodotto più atipico della linea Shelly “Home Automation System” della bulgara Allterco. Atipico perché siamo stati abituati, fin dall’esordio dello storico Shelly 1, a un design finito, elegante, piccole perle fatte e finite da inserire nelle nostre scatole murarie. Nel caso di Shelly UNI, la filosofica è diversa: si tratta di una board programmabile non protette da alcuna enclosure, un componente che ricorda molto da vicino, per capirci, classiche single-board riprogrammabili tipo NodeMCU.
Scopriamo insieme a che partita sta giocando Shelly.
Caratteristiche
Come detto lo Shelly UNI è una board dalle dimensioni estremamente ridotte, 20x33x13 mm, solo una frazione se paragonata agli attuatori a cui la casa bulgara ci ha abituato, che rendono il dispositivo estremamente versatile in fase di installazione pressoché ovunque.
Ma di fatto cos’è lo Shelly UNI? Come anticipato, il riferimento immediato è quello delle board NodeMCU, Wemos D1 e altre, schede basate su SOC ESP8266 programmabili in grado di interfacciarsi a una serie di sensori utili alla nostra domotica (e non solo), più performanti ancora quando abbinate ad altre board che ne permettono la trasformazione in attuatori. Lo Shelly UNI è esattamente questo, una single-board multifunzione con possibilità di ospitare sensoristica esterna ed essere configurata come un attuatore. Sostanzialmente non presenta alcuna erogazione elettrica: i contatti analogici sono tutti contatti puliti.
L’attuatore accetta alimentazioni diverse: sia continua (12-36V) che una inusuale alternata (12-24V 50/60Hz) ed è progettato per sopportare un carico massimo di 100 mA per ciascun canale (che come vedremo sono due, configurabili separatamente). Come molti componenti di questo tipo, questo attuatore supporta il protocollo di trasmissione Wi-Fi 802.11 b/g/n solo su frequenza 2,4 Ghz. Il fatto che la board non sia dotata di un guscio non deve spaventare, in quanto il produttore dichiara che la “pellicola” trasparente che ricopre volutamente le circuiteria isola correttamente i componenti proteggendoli da ogni eventuale pericolo per il dispositivo o per i dispositivi a esso collegati, specie in termini di cortocircuiti da contatto.
Su uno dei due lati sono presenti i contatti per la riprogrammazione, il che consente l’adozione di eventuali firmware alternativi come Tasmota, ESPHome o similari), ed un tasto di “reset”, piccolo ma facilmente raggiungibile.
N.b. I contatti per la riprogrammazione dello Shelly tramite il classico adattatore USB/TTL sono particolarmente mignon. Per adattare i contatti classici, consigliamo l’uso di un adattatore tipo questo. |
Nello schema che segue possiamo vedere come lo Shelly UNI presenti da un lato (il destro) le connessioni per i due canali in uscita (sono gestiti da relè SMD in grado di sopportare a contatto pulito fino a 24 V in AC e 36 V in DC) mentre dall’altro sono presenti 8 contatti deputati a diverse funzionalità, dall’alimentazione del dispositivo (quindi corrente in ingresso) all’alimentazione di un sensore esterno, nonché gli ovvi pin dati. Troviamo inoltre due ingressi digitali, i quali possono supportare diverse tensioni e lavorare separatamente da 2.2-36V DC e 12-24V AC.
Installazione
Prima di installare Shelly UNI il nostro consiglio è, come sempre, quello di alimentarlo in una prova a banco, sia per verificarne il corretto funzionamento sia per provvedere alla sua prima configurazione tramite l’app mobile Shelly Cloud (per Android e iOS). A differenza di altri attuatori (come per esempio quelli della linea “Sonoff Smart Home”), in caso di alimentazione a corrente alternata è necessario rispettare l’assegnazione dei poli fase/neutro: un cabling errato può causare il danneggiamento dell’unità; la garanzia in questo caso decade, a meno di non aver acquistato il device con garanzia Warrantly Plus.
Una volta alimentato (tramite corrente alternata o continua, è uguale) l’unità produrrà un access-point Wi-Fi al quale collegare il proprio smartphone: questo consentirà all’app Shelly Cloud (preventivamente installata) di comunicare all’attuatore le coordinate Wi-Fi dell’utente alla quale collegarsi durante il suo normale esercizio. Terminata la procedura l’unità sarà pronta per essere configurata secondo le proprie esigenze.
Shelly mette a disposizione, in rete, il manuale d’installazione in formato pdf.
Configurazione
Per effettuare la configurazione di dettaglio il nostro consiglio è quello di non utilizzare l’app, ma piuttosto un qualsiasi browser tramite il quale collegarsi all’interfaccia web offerta dall’attuatore. Il perché è semplice: alcune impostazioni sull’app semplicemente non figurano.
Avremo dunque bisogno dell’indirizzo IP a cui collegarci: lo si potrà trovare facilmente tramite l’interfaccia web del proprio modem/router oppure con un qualsiasi tool di scansione reti (eg. Fing). Se l’IP assegnato sarà (per esempio) il 192.168.1.100, l’interfaccia web alla quale collegarsi sarà disponibile all’indirizzo http://192.168.1.100.
Una volta connessi apparirà un’interfaccia estremamente elementare. Tappare sulla voce “Settings“:
Selezionare poi “Firmware update” per provvedere all’aggiornamento dell’unità:
Dopo un tempo variabile (fino a due minuti) l’attuatore tornerà disponibile e sarà così pronto per la configurazione base.
Impostazioni
Lo Shelly UNI prevede, di fabbrica, un gran numero di diverse impostazioni: dalle più banali relative alla tipologia di device a quelle più di dettaglio, tipo le impostazioni LAN per l’uso MQTT e molto altro, data la natura poliedrica del dispositivo. Ovviamente, le impostazioni cambiano in base all’esigenza dell’utente in diretta conseguenza all’hardware che viene collegato allo Shelly UNI.
Alcuni parametri configurabili sono:
- “Auto OFF” e “Auto ON”: ovvero spegnimenti e accensioni automatiche dei due canali basate su un timer definito dall’utente;
- “ADC automation”: ovvero la possibilità di impostare i comportamenti dei canali in uscita del nostro Shelly UNI sulla base della rilevazione di qualsiasi tensione da 0 a 30 VDC;
è inoltre possibile impostare un offset per la misurazione della tensione sopra indicata (chiamata ADC) oltre ala possibilità di impostare un ventaglio di misurazione da 0 a 12V o da 12 a 30.
Altre impostazioni utili:
BUTTON TYPE
Qui potremo definire il comportamento alle eventuali pressioni del pulsante. Molte le opzioni, le quali consentono diversi comportamenti in base che si utilizzi uno o due pulsanti, consentendo l’utente un ampio spazio di manovra in termini di configurabilità. Le voci disponibili sono:
- Toggle
- Momentary
- Detached switch
- Edge switch
- Activation switch
- Reverse inputs
INTERNET & SECURITY SETTINGS
Il componente prevede un funzionamento di default tramite il cloud di Shelly. In questa modalità sarebbe comunque possibile integrarlo nel proprio HUB personale, ma è più opportuno configurarlo utilizzando sfruttando il protocollo MQTT. Da precisare che, utilizzando questo tipo di configurazione, l’interfaccia di configurazione del dispositivo non sarà più accessibile tramite cloud Shelly, ma sarà visibile solo nella propria LAN.
Per attivare questa pratica modalità è sufficiente alla voce “Internet & Security Settings” / “Advanced – Developer Settings” e configurando l’attuatore inserendo i parametri relativi all’accesso del proprio broker MQTT (vedi FOCUS), cliccando poi su SAVE una volta terminato.
Esperienza d’uso
Abbiamo testato Shelly UNI in abbinata a un sensore di temperatura digitale DS18B20 (così come indicato nel manuale a mo’ d’esempio). La configurazione è stata semplice e il riconoscimento immediato: in pratica, è possibile collegare e far funzionare i più disparati sensori davvero con pochissimi gesti.
Shelly UNI è piccolo e versatile, lo abbiamo già detto, e il limite dei suoi utilizzi è unicamente dato dalla nostra fantasia e dalle specifiche tecniche, ovviamente. Con questo prodotto Shelly apre ulteriormente le porte al fai da te in domotica (e non), permettendo a pressoché chiunque di creare il proprio Shelly personalizzato che funga da sensore, da attuatore, o entrambe le cose.
La realizzazione è come sempre ottima, e apprezziamo il design naked senza tralasciare la sicurezza del dispositivo (grazie alla “pellicola” trasparente posta sulla circuiteria). Il firmware, come sempre, è ben funzionale e facilmente personalizzabile. Sebbene sia possibile riprogrammarne il firmware, possiamo serenamente affermare che si tratti di un dispositivo estremamente versatile già per come esce dalla fabbrica. Immaginiamo però che l’adozione di firmware alternativi lo rendano ancora più versatile di quanto, di suo, non sia già
Compatibilità
Il grado di compatibilità dello Shelly UNI è piuttosto elevato: è infatti direttamente compatibile con Amazon Alexa e Google Home, oltre che con il servizio IFTTT (in modo indiretto, utilizzando Webhook e l’accesso API Cloud). Ovviamente è compatibile con la sua app Shelly Cloud (per Android e iOS).
Assente invece la compatibilità con Apple HomeKit (ma grazie all’ampio grado di integrabilità domotica, la cosa è aggirabile – come vedremo a breve). Nel marzo 2020 la compatibilità Apple HomeKit è stata finalmente introdotta assieme a quella con l’ecosistema Samsung SmartThings. Per attivare la compatibilità con HomeKit è però necessario sostituire il firmware con una specifica versione fornita dal produttore Allterco.
Integrabilità domotica
In termini di integrabilità lo Shelly UNI (come d’altra parte tutti i componenti di questa fortunata linea prodotti) non presenta alcun problema, anche se ovviamente la natura stessa dell’integrazione varia in base a cosa e come si configura, in termini hardware, assieme al dispositivo.
HOME ASSISTANT
Home Assistant è dotato di un componente ufficiale a supporto dell’integrazione dei componenti Shelly, ma ne esiste anche uno non ufficiale il quale consente di integrare l’attuatore, sempre in modalità Local Push. L’alternativa migliore, secondo noi, rimane comunque quella di utilizzare sempre e solo le varie piattaforme di declinazione del componete “MQTT” – vedi guida.
HOMEY
Homey dispone di un’app (“Shelly“) la quale consente la piena integrazione, sia in modalità Cloud che LAN. Nessun problema rilevato: l’integrazione si fa in un batter d’occhio.
openHAB e Domoticz
Anche questi HUB personali minori, disponendo di supporto MQTT, non hanno alcun problema. Nello specifico, openHAB dispone di un binding apposito.
SAMSUNG SMARTTHINGS
Da marzo 2020 la linea Shelly è supportata (in beta, ma lo sarà pienamente a seguire) per l’integrazione presso l’ecosistema Samsung tramite uno Schema appositamente rilasciato. Shelly 1PM è tra le componenti già supportate con la prima beta.
HOMEBRIDGE
Homebridge, una soluzione per fornire sola compatibilità con Apple HomeKit, dispone ad oggi di un plugin per l’integrazione (“homebridge-shelly“). Data l’obsolescenza del progetto, si consiglia però di utilizzare uno degli HUB sopracitati i quali sono in grado a loro volta di esporre le proprie entità verso HomeKit, risolvendo così il problema.
HUB | Integrabilità | Note |
Home Assistant | ✔️ | Tramite la modalità Local Push (via MQTT – vedi guida) o tramite modalità Local Push/Cloud Polling via componente ufficiale “Shelly” o via custom component “ShellyforHASS“, via CoAP e REST (vedi guida). |
Homebridge (Apple HomeKit) | ✔️ | Tramite la modalità Local Push (via MQTT con plugin “homebridge-mqttthing” o altri similari) o tramite modalità Cloud Polling (via plugin “homebridge-shelly“)
EDIT: non più utile a partire da marzo 2020. |
openHAB | ✔️ | Tramite binding apposito o tramite modalità LAN (via MQTT) |
Domoticz | ✔️ | Tramite la modalità LAN (via MQTT) |
Homey | ✔️ | Tramite la modalità LAN (via Shelly oppure via MQTT) |
Valutazione
Qualità costruttiva | |
Funzionalità | |
Uso: qualità ed esperienza | |
Compatibilità | |
Integrabilità | |
Prezzo | |
Media
|
N.b. La spiegazione di questi parametri di valutazione è illustrata in dettaglio su questa scheda. |
Shelly ci stupisce una volta ancora. Un device così versatile mancava all’appello e l’azienda bulgara ha risposto in grande stile, fornendo agli utenti quella che a tutti gli effetti è una board personalizzabile quasi in toto che permette a (quasi) chiunque di rendere smart ciò che smart non è.
La concorrenza è agguerrita e ben piazzata sul mercato, ma per tuti gli Shelly user e amanti dell’ecosistema Shelly è un must-have per arrivare là dove gli altri dispositivi non permettono ancora di spingersi. La scelta, poi, di basare l’alimentazione del dispositivo sulla 12v ci permette di utilizzare il dispositivo pressoché ovunque. Se il primo pensiero va, come sempre, ad un ambito di applicazione domestico, è bene tenere a mente che tale voltaggio lo possiamo trovare anche in ambito automotive, per esempio sui camper. Questo apre di fatto la strada a numerosi utilizzi agevolati inoltre dalle estremamente ridotte dimensioni dello Shelly UNI. Sicuramente la fantasia dell’utenza è stata solleticata, siamo dunque curiosi di conoscere le applicazioni di questo piccolo, versatile e utile dispositivo. Disponibilità: Amazon |
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