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⭐️ Recensione: Shelly 1PM Mini Gen3, il piccolissimo interruttore che misura energia e potenza

⭐️ Recensione: Shelly 1PM Mini Gen3, il piccolissimo interruttore che misura energia e potenza

Produttore: Allterco Robotics
Categoria: Attuatore
Tipologia: Interruttore intelligente a singolo canale con misurazione di assorbimento
Tecnologie: TCP/IP via Wi-Fi / Bluetooth LE 4.2
Difficoltà d’installazione: Bassa
Semplicità d’uso: Alta
Disponibilità: Amazon
Revisione recensione: 1.0

Shelly 1PM Mini Gen3

DA LILLIPUT

Quando si dice “Shelly 1 PM” si pensa subito a uno dei modelli più fortunati della linea “Shelly Home Automation Systems” della bulgara Allterco Robotics. Dopo ben due versioni, entrambe piuttosto fortunate (la originale “Shelly 1PM” e la ancora attualissima “Shelly Plus 1PM“), eccoci alle prese con la terza generazione, questa volta in chiave lillipuziana: Shelly 1PM Mini Gen 3.

Non sta quasi in mano, tanto è piccolo. Scopriamolo!

Caratteristiche

La prima, grande differenza rispetto ai due modelli precedenti (in realtà lo “Shelly Plus 1PM” è da considerarsi “contemporaneo” e non superato, anzi) sta nelle dimensioni. Mini? Micro, più che altro: questo modello di Shelly 1PM Mini Gen 3 è davvero tra i più piccoli che abbiamo mai testato in laboratorio. Con delle dimensioni di 29 x 35 x 16mm, è davvero microscopico, il che gli consente di essere montato davvero ovunque.

Come per lo Shelly Plus 1PM, lo Shelly 1PM Mini Gen 3 presenta un’architettura basata sul SOC ESP32 affiancata da 8 MB di memoria flash. L’alimentazione accettata è solo la classica AC 110-240v, a differenza degli altri due modelli che possono essere anche alimentati via DC a bassa tensione. A differenza del fratello della stessa generazione, lo Shelly 1 Mini Gen3, il singolo canale è gestito da un relè non a contatto pulito. Dotato di connettività Wi-Fi 2.4 GHz, essa viene affiancata anche lo standard Bluetooth LE 4.2 (dote del SOC ESP32), utile in questo caso per la procedura di pairing e prima configurazione. Quanto al Wi-Fi, l’unità può anche essere utilizzata come ripetitore di segnale (tradizionale, non mesh); inoltre, la Wi-Fi prevede (volendo) la configurazione contemporanea  a due diverse reti wireless.

A differenza di altri modelli, assenti i classici contatti per la riprogrammazione con firmware alternativi. La cosa non stupisce affatto: è davvero troppo, troppo piccolo per ospitare anche quelli. E poi, onestamente, gli Shelly sono tra i componenti con i firmware più completi, versatili e meglio realizzati presenti sul mercato: l’esigenza di sostituire tali firmware è praticamente assente.

Vediamo ora un rapido confronto con il modello della vecchia generazione:

  Shelly 1PM Shelly Plus 1PM Shelly 1PM Mini Gen3
CPU ESP8266 ESP32 ESP32-C3
Frequency 80 MHz 160 MHz 160 MHz
RAM 2 MB 4 MB 8 MB
DC 24-48 V 24-240 V
AC 110-240 V 110-240 V 110-240 V
Protezione surriscaldamento No
SELV (Bassissima tensione) No
Bluetooth No

Quanto al relè interno, lo Shelly 1PM Mini Gen3 può controllare, come interruttore intelligente, circuiti a corrente alternata (per esempio punti luci o comuni utenze domestiche). Il carico massimo supportato è di 2000 W, con voltaggi massimi di 230v (tipici dell’AC). L’assorbimento basale dell’unità è inferiore ai 1.2 Watt. La sezione dei cavi in ingresso tollerata è di 0.2 fino a 2.5 mm².

Sono inoltre presenti meccanismi di auto-disattivazione in caso di sovravoltaggi/sovracorrenti; presente infatti anche la misurazione di potenza/energia, il che ne motiva il “PM” del nome (“Power Metering”). Il range operativo ambientale dello Shelly 1PM Mini va dai -20 °C to 40 °C, con umidità relativa dal 30% al 70%.


Questa generazione 3, come per la 2 (alla quale appartiene lo “Shelly Plus 1PM”), adotta un firmware di nuova concezione, il quale prevede l’uso del protocollo di gestione RPC (leggi approfondimento). Questo ovviamente comporta un netto bel cambiamento a livello di integrazione con gli HUB personali (cosa che vedremo in seguito); Shelly 1PM Mini Gen3 supporta comunque MQTT e connessione al cloud Shelly in modo contemporaneo. Inoltre, è possibile effettuare scripting all’interno del device, supportare fino a 10 connessioni contemporanee (contro le 2 del passato) e altro.

Shelly 1PM Mini Gen3 - Details

Installazione

Prima di installare fisicamente Shelly 1PM Mini Gen 3 il nostro consiglio è sempre quello di alimentarlo in una prova a banco, sia per verificarne il corretto funzionamento sia per provvedere alla sua prima configurazione logica tramite l’app mobile Shelly Cloud (per Android e iOS). In fase di installazione (vedi manuale) è necessario rispettare l’assegnazione dei poli fase/neutro (se usati entrambi): un cabling errato può causare il danneggiamento dell’unità; la garanzia in questo caso decade, a meno di non aver acquistato il device con garanzia Warrantly Plus.

Shelly 1PM Mini Gen3 - Schema installazione

Il contatto “O” rappresenta l’uscita dedicata al carico da applicare all’unità, quale che sia (sempre nei limiti della corrente massima supportata). Il contatto SW, in abbinamento a quello di linea L, può essere utilizzato per attivare il relè tramite un attuatore meccanico esterno – ovvero un classico interruttore o pulsante murale. Il comportamento dell’attuatore in caso di attivazione esterna è regolabile tramite le impostazioni che vedremo più avanti.


L’installazione logica può essere effettuata in vari modi, principalmente tramite l’app, usando Bluetooth oppure l’AP Wi-Fi che il dispositivo stesso esporrà una volta acceso: questo consentirà all’app Shelly Cloud (preventivamente installata) di comunicare all’attuatore le coordinate Wi-Fi dell’utente alla quale collegarsi durante il suo normale esercizio. Inoltre, l’AP WI-Fi può essere utilizzato per collegarsi direttamente al componente e, tramite browser e interfaccia Web, configurarlo allo medesimo scopo. Sia l’AP che il supporto Bluetooth possono essere disattivati post-prima configurazione.

Configurazione e impostazioni

Per effettuare la configurazione di dettaglio il nostro consiglio è quello di non utilizzare l’app, ma piuttosto un qualsiasi browser tramite il quale collegarsi all’interfaccia web offerta dall’attuatore. Il perché è semplice: alcune impostazioni sull’app semplicemente non figurano.

Avremo dunque bisogno dell’indirizzo IP a cui collegarci: lo si potrà trovare facilmente tramite l’interfaccia web del proprio modem/router oppure con un qualsiasi tool di scansione reti (eg. Fing). Se l’IP assegnato sarà (per esempio) il 192.168.1.100, l’interfaccia web alla quale collegarsi sarà disponibile all’indirizzo http://192.168.1.100.

Prima cosa da fare, ovviamente, come sempre, è aggiornare il firmware all’ultima versione (se necessario). Una volta connessi apparirà un’interfaccia estremamente elementare. Tappare sulla voce “Device” > “Firmware“: come sempre, è possibile scegliere se aggiornare all’ultima versione stabile oppure, se presente, a una eventuale beta in sviluppo. Salvo casi e necessità specifiche, noi consigliamo sempre di utilizzare la stable.


Nella pagina principale è possibile agire sul relè (accendere/spegnere) nonché impostare tutte le voci ad esso relative nonché il comportamento da tenersi in caso di attuazione esterna tramite interruttore/pulsante manuale. Sono infatti previste diverse modalità (toggle, momentary, edge, detatched, activation – quest’ultimo in abbinamento a un sensore di movimento Shelly). Inoltre, è possibile decidere quale comportamento il relè debba tenere all’atto di alimentare l’unità (quindi se attivare o disattivare il relè oppure confermare l’ultimo stato esistente). È inoltre possibile indicare la tipologia di carico applicato e impostare le soglie di protezione per le quali disattivare il relè, 

Presso la sezione “Settings” sarà, tra le varie cose, possibile:

  • impostare la località geografica (manualmente o con auto-riconoscimento);
  • effettuare un riavvio dell’elettronica dell’attuatore;
  • effettuare un ripristino alla configurazione di fabbrica;
  • abilitare la modalità di debug (MQTT, UDP, Websocket);
  • impostare una password di autenticazione. Una volta fatto, quando si effettuerà l’accesso all’interfaccia web verrà chiesta tale password. Non inserendola non sarà possibile nemmeno visualizzare lo stato del device;
  • attivare la “ECO MODE”, la quale riduce il clock del processore nonchè la trasmissione dati con una conseguente riduzione dell’assorbimento di base del device (la quale è, di default, inferiore a 1,2W).

Alla voce “Networks” è possibile impostare le configurazioni relative al Wi-Fi (AP incluso), Bluetooth, Cloud ed MQTT. Particolare non da poco è che con i device di seconda e terza generazione ogni impostazione è slegata dalle altre: ora non abbiamo più il vincolo di abilitare Cloud o MQTT, ma possiamo fare come meglio crediamo e volendo possiamo tenere anche tutto abilitato contemporaneamente.

Presso la sezione “Device” possiamo invece impostare:

  • il nome del canale (default “switch_0“);
  • la destinazione d’uso del device, dove scegliere tra alcune tipologie predefinite di utilizzo (es. luce, interruttore, presa, eccetera) oppure impostarne una personalizzata (è un’impostazione puramente descrittiva e non influenza in alcun modo il comportamento);
  • un PIN per disabilitare qualsiasi tipo di modifica. Una volta impostato, per poter operare via GUI sarà necessario prima inserire il PIN impostato;
  • le impostazioni relative al canale. In questa sezione è possibile regolare il comportamento del canale e dell’eventuale interruttore/pulsante meccanico collegato esternamente all’unità.

Presso la sezione “Timers” possiamo impostare due timer per poter accendere/spegnere lo switch dopo un tempo definito di N secondi; presso la sezione “Scheduler“, invece, è possibile pianificare accensioni e spegnimenti su base giornaliera, oraria nonché (novità) in base ad alba e tramonto:

Infine, presso l’ultima sezione “Webhooks” è possibile di definire – guarda un po’ – dei webhook. Questo può tornare utile nel caso in cui si volesse realizzare un’integrazione con IFTTT, o magari per far interagire lo Shelly via HTTP con altri device sulla stessa rete, o altro.

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Esperienza d’uso

Come il fratello maggiore, Shelly Plus 1PM, anche questo microscopico Shelly 1PM Mini Gen 3 ci conquista, sebbene ci sia da domandarsi come faccia, un componente così piccolo, a sopportare fino a 2000 Watt di carico. Naturalmente, la prima cosa che stupisce sono le dimensioni: sfidiamo chi legge a trovare attuatori più compatti di questo Shelly, che davvero immaginiamo installato in scatole murali (e non solo) dagli spazi realmente angusti.

Ideale per il controllo di punti luci e piccoli elettrodomestici (malgrado supporti fino a 8 ampere di carico sui 230V – che comunque reputiamo persino eccessivi, viste le ridotte dimensioni del relè e delle piste), si presta senza problemi anche nella gestione di altre funzioni, in quanto il suo relè a contatto pulito consente, per l’appunto, il controllo anche di linee a bassa e bassissima tensione DC.

Shelly 1PM Mini Gen3 - Interno
aperto. Al centro, sopra, il fronte; sotto, il retro.

La realizzazione sul piano elettrotecnico è esemplare anche se, data la miniaturizzazione della board, ripetiamo che non ci sentiremmo troppo a nostro agio a far transitare sullo Shelly 1PM Mini eccessiva corrente (dai 1500W in su, per capirci), per quanto presenti le protezioni da sovravoltaggi/sovracorrenti e da surriscaldamento.

Quanto alle funzioni logiche, il produttore Allterco è da applaudire per la forte spinta di evoluzione che ha dato, negli ultimi anni, ai propri firmware, portando i propri componenti a un livello di evoluzione, versatilità e apertura davvero esemplari. L’unità, per quanto semplice, è altamente configurabile, con ben due canali Wi-Fi, molteplici configurazioni d’interfacciamento e moltissime, diverse impostazioni.

Integrabilità domotica

In termini di integrabilità domotica, la predisposizione di Shelly 1PM Mini Gen3 ad essere sfruttato con e da altri ecosistemi è ampia.

Sovra-standard

Apple HomeKit

Apple HomeKit logoQuanto a Apple HomeKit, l’attuatore non è formalmente supportato. Questo significa che, out of the box, non è possibile sfruttarlo utilizzando la domotica di Apple; questo però non significa in assoluto che non sia possibile farlo in altro modo, come vedremo a seguire nel paragrafo dedicato agli HUB personali, più sotto.

MATTER

Matter logoQuanto a Matter, l’attuatore non è (ancora?) formalmente supportato. Questo significa che, out of the box, non è possibile integrarlo utilizzando ecosistemi che supportino questo sovra-standard; questo però non significa in assoluto che non sia possibile farlo in futuro: in realtà, con un “semplice” aggiornamento lato ecosistema Shelly, il produttore potrebbe in futuro garantire la compatibilità a Matter over-Wi-Fi. In caso, in futuro aggiorneremo il presente paragrafo.

HUB personali

HOME ASSISTANT

Home Assistant Official Logo v3

Home Assistant è dotato di un componente ufficiale a pieno supporto dell’integrazione dei componenti Shelly, ma ne esiste anche uno non ufficiale il quale consente di integrare l’attuatore, sempre in modalità Local Push. Una buona alternativa rimane comunque quella di utilizzare sempre e solo le varie piattaforme di declinazione del componete “MQTT”.

L’integrazione ufficiale fornisce:

  • switch per la gestione dell’interruttore;
  • sensore di potenza istantanea (W);
  • sensore di energia (kWh);
  • tre sensori di protezione sovracorrente, sovratensione, surriscaldamento;
  • altri secondari (presenza nuovo firmware, tasto reboot eccetera).
HOMEY PRO

Homey LogoL’HUB personale hardware per eccellenza, Homey Pro, non ha alcun problema nell’integrare qualsiasi attuatore Wi-Fi Shelly: una app ad hoc consente in pochi, semplici passi, di collegare l’HUB all’attuatore e controllarlo nelle sue funzioni. I sensori di potenza ed energia vegono consuntivati direttamente e automaticamente presso la sezione “Energia” dell’HUB.

SONOFF IHOST

Quanto all’HUB di Sonoff, iHost, ad oggi non risulta possibile integrare direttamente gli attuatori Shelly, salvo installarvi sopra Home Assistant (o un altro HUB personale) via Docker.

Altro

Anche openHAB e Domoticz non sono da meno: permettono un’integrazione di buon livello, praticamente al pari di Home Assistant e Homey Pro.

Valutazione

Qualità costruttiva
Funzionalità
Uso: qualità ed esperienza
Compatibilità e integrabilità
Innovazione
Rapporto qualità/prezzo
Media
N.b. La valutazione è oggetto di revisione nel tempo in funzione di novità e aggiornamenti.
Shelly 1PM Mini Gen3 - BoAShelly 1 Mini Gen 3 non è “semplicemente” uno Shelly Plus 1PM miniaturizzato. Certamente sono particolarmente simili, ma il modello più grande lo è in termini di dimensioni – senza dubbio alcuno – e può essere alimentato via DC anzichè sola AC.

Shelly 1 Mini Gen 3 ci piace particolarmente perché è piccolo, piccolo, piccolo: se non ci sono esigenze specifiche in merito all’alimentazione DC, tra questo modello e il modello maggiore sicuramente preferiamo il primo, che tra l’altro costa mediamente di meno. In pratica, Shelly 1 Mini Gen 3 potrebbe essere la soluzione ideale per rendere intelligenti la gran parte delle prese di casa (quandomento quelle di medio-bassa potenza) laddove non gestite in altro modo: tenendo sempre a mente il limite di 2000 W (comunque ragguardevole), questa piccolissima unità ci permette di gestire l’erogazione di corrente, misurarne intensità e assorbimento nel tempo, proteggendosi al contempo tramite i sensori di surriscaldamento e di sovracorrente.

Davvero mini, altrettanto grande.

Disponibilità: Amazon
Pros
  • Davvero piccolo piccolo
  • Si installa ovunque
  • Sensori di energia/potenza
  • Sensori di surriscaldamento e sovracorrente
Cons
  • Sconsigliabile per grossi carichi elettrici (anche entro gli 8A)

inDomus AWARD

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