Produttore: Allterco Robotics Categoria: Attuatore Tipologia: Interruttore intelligente, singolo canale Tecnologie: TCP/IP via Wi-Fi / Bluetooth LE Difficoltà d’installazione: Bassa Semplicità d’uso: Alta |
Disponibilità: Amazon |
Revisione recensione: 1.2 |
QUEL QUALCOSA IN PIù
Finalmente sono arrivati tra le nostre mani i primi esemplari del “nuovo corso” della linea “Shelly Home Automation Systems” by Allterco: in questo caso prendiamo in considerazione lo Shelly Plus 1, il quale come ovvio va paragonato al modello che lo ha preceduto, ovvero Shelly 1.
Quel “Plus” come suffisso nel nome fa davvero tutta questa differenza?
Scopriamolo grazie alla nostra recensione comparativa.
Caratteristiche
Come il modello precedente – comunque tutt’ora in commercio – nonché come il fratello minore Shelly 1 Mini, lo Shelly Plus 1 è un attuatore a singolo canale, in pratica un interruttore intelligente acceso/spento. Dalle ridotte dimensioni di 41x36x17 mm, si può come praticamente tutti i modelli Shelly montare presso scatole murarie 50x e similari.
L’architettura (e qui sorgono le prime differenze) è basata sul SOC ESP32, affiancato da 4 MB di memoria flash. L’alimentazione accettata è la classica AC 110-240v nonché tensioni DC 12v stabilizzate oppure DC 24-240v. Come il predecessore, il singolo canale controllato è a contatto pulito. Dotato di connettività Wi-Fi 2.4 GHz (potenziata rispetto al passato per una maggiore ricezione), per la prima volta essa viene affiancata anche lo standard Bluetooth LE (dote del SOC ESP32), utile in questo caso per la procedura di pairing e prima configurazione.
Di seguito qualche foto che mette a confronto le due generazioni (sulla sx il modello Shelly 1, sulla destra il nuovo Shelly Plus 1). Possiamo da subito notare una maggior cura nella realizzazione dell’involucro, cosa che lo rende più compatto: questo ovviamente aiuta parecchio anche a livello di installazione nelle classiche scatole 50x industriali. Si rileva anche una morsettiera di maggiore qualità e realizzazione. Sulla parte posteriore risalta il pulsante per il reset ed i PIN dei GPIO per la riprogrammazione, accessibili senza necessità di aprire l’involucro.
N.b. I contatti per la riprogrammazione dello Shelly tramite il classico adattatore USB/TTL sono particolarmente mignon. Per adattare i contatti classici, consigliamo l’uso di un adattatore tipo questo. |
Vediamo ora un rapido confronto con il modello della vecchia generazione:
Shelly 1 | Shelly Plus 1 | |
---|---|---|
CPU | ESP8266 | ESP32 |
Frequency | 80 MHz | 160 MHz |
RAM | 2 MB | 4 MB |
DC | 24-48 V | 24-240 V |
AC | 110-240 V | 110-240 V |
Protezione surriscaldamento | No | Sì |
SELV (Bassissima tensione) | No | Sì |
Bluetooth | No | Sì |
Come già detto c’è stato finalmente il passaggio al più moderno e prestazionale SOC ESP32, il quale presenta una frequenza di clock raddoppiata rispetto all’ESP8266 presente sui vecchi modelli, così come raddoppia anche la RAM che passa da 2 a 4MB (cosa che farà sicuramente piacere ad alcuni in ottica di accoglimento di firmware terze parti). L’alimentazione in tensione alternata resta invariata (110-240V), cambia invece in continua supportando anche il range 24-240v.
I carichi massimi supportati sono di 3600 W sull’AC e di 300 W sulla DC, con voltaggi massimi di 230v (tipici dell’AC) e di 30v sulla DC. L’assorbimento basale dell’unità è inferiore ai 1.2 Watt. La sezione dei cavi in ingresso tollerata è di 0.5 fino a 1.5 mm².
Altra nuova caratteristica è il “Low Voltage Support”, il quale prevede la disponibilità di un contatto ad hoc per alimentarlo a 12v DC nonché la conformità allo standard SELV (Separated Extra Low Voltage), sostanzialmente un circuito extra a bassa tensione elettricamente separato dagli altri circuiti con tensione più elevata. A tal proposito, essendoci molto più spazio tra i vari componenti è stato aggiunto uno spazio fisico “extra” tra i contatti del relè e gli altri circuiti, una sorta di “security gap” che garantisce ulteriore isolamento galvanico:
Introdotto anche l’ormai classico sensore per intercettare eventuali surriscaldamenti.
Con questa evoluzione cambia un po’ tutto anche a livello software, cosa che vede l’introduzione del protocollo di gestione RPC (leggi approfondimento). Questo ovviamente comporta un netto bel cambiamento a livello di integrazione con i nostri hub personali (cosa che vedremo in seguito); rispetto al modello precedente, Shelly Plus 1 supporta MQTT e connessione al cloud Shelly in modo contemporaneo. Inoltre, è possibile effettuare scripting all’interno del device, supportare fino a 10 connessioni contemporanee (contro le 2 del passato) e altro.
Installazione
Prima di installare Shelly Plus 1 il nostro consiglio è sempre quello di alimentarlo in una prova a banco, sia per verificarne il corretto funzionamento sia per provvedere alla sua prima configurazione tramite l’app mobile Shelly Cloud (per Android e iOS). In fase di installazione (vedi manuale) è necessario rispettare l’assegnazione dei poli fase/neutro (se usati entrambi): un cabling errato può causare il danneggiamento dell’unità; la garanzia in questo caso decade, a meno di non aver acquistato il device con garanzia Warrantly Plus.
L’installazione può essere effettuata in vari modi, principalmente tramite l’app, usando Bluetooth oppure l’AP Wi-Fi che il dispositivo stesso esporrà una volta acceso: questo consentirà all’app Shelly Cloud (preventivamente installata) di comunicare all’attuatore le coordinate Wi-Fi dell’utente alla quale collegarsi durante il suo normale esercizio. Inoltre, l’AP WI-Fi può essere utilizzato per collegarsi direttamente al componente e, tramite browser e interfaccia Web, configurarlo allo medesimo scopo.
Terminata la procedura l’unità sarà pronta per essere configurata secondo le proprie esigenze.
Configurazione e impostazioni
Per effettuare la configurazione di dettaglio il nostro consiglio è quello di non utilizzare l’app, ma piuttosto un qualsiasi browser tramite il quale collegarsi all’interfaccia web offerta dall’attuatore. Il perché è semplice: alcune impostazioni sull’app semplicemente non figurano.
Avremo dunque bisogno dell’indirizzo IP a cui collegarci: lo si potrà trovare facilmente tramite l’interfaccia web del proprio modem/router oppure con un qualsiasi tool di scansione reti (eg. Fing). Se l’IP assegnato sarà (per esempio) il 192.168.1.100, l’interfaccia web alla quale collegarsi sarà disponibile all’indirizzo http://192.168.1.100.
Prima cosa da fare, ovviamente, come sempre, è aggiornare il firmware all’ultima versione (se necessario). Una volta connessi apparirà un’interfaccia estremamente elementare. Tappare sulla voce “Device” > “Firmware“:
Come è possibile notare dall’immagine è possibile scegliere se aggiornare all’ultima versione stabile oppure, se presente, a una eventuale beta in sviluppo. Salvo casi e necessità specifiche, noi consigliamo sempre di utilizzare la stable.
Presso la sezione “Device” sarà anche possibile:
- impostare la località geografica (manualmente o con auto-riconoscimento);
- effettuare un riavvio dell’elettronica dell’attuatore;
- effettuare un ripristino alla configurazione di fabbrica;
- abilitare la modalità di debug (MQTT, UDP, Websocket);
- impostare una password di autenticazione. Una volta fatto, quando si effettuerà l’accesso all’interfaccia web verrà chiesta tale password. Non inserendola non sarà possibile nemmeno visualizzare lo stato del device.
Alla voce “Networks” è possibile impostare le configurazioni relative al Wi-Fi (AP incluso), Bluetooth, Cloud ed MQTT. Particolare non da poco è che con i device di seconda generazione ogni impostazione è slegata dalle altre: ora non abbiamo più il vincolo di abilitare Cloud o MQTT, ma possiamo fare come meglio crediamo e volendo possiamo tenere anche tutto abilitato contemporaneamente.
Presso la sezione “Device” possiamo invece impostare:
- il nome del canale (default “switch_0“);
- la destinazione d’uso del device, dove scegliere tra alcune tipologie predefinite di utilizzo (es. luce, interruttore, presa, eccetera) oppure impostarne una personalizzata (è un’impostazione puramente descrittiva e non influenza in alcun modo il comportamento);
- un PIN per disabilitare qualsiasi tipo di modifica. Una volta impostato, per poter operare via GUI sarà necessario prima inserire il PIN impostato;
- le impostazioni relative al canale. In questa sezione è possibile regolare il comportamento del canale e dell’eventuale interruttore/pulsante meccanico collegato esternamente all’unità.
Presso la sezione “Timers” possiamo impostare due timer per poter accendere/spegnere lo switch dopo un tempo definito di N secondi; presso la sezione “Scheduler“, invece, è possibile pianificare accensioni e spegnimenti su base giornaliera, oraria nonché (novità) in base ad alba e tramonto:
Infine, presso l’ultima sezione “Webhooks” è possibile di definire – guarda un po’ – dei webhook. Questo può tornare utile nel caso in cui si volesse realizzare un’integrazione con IFTTT, o magari per far interagire lo Shelly via HTTP con altri device sulla stessa rete, o altro.
Esperienza d’uso
Rispetto all’uso in sé non c’è molto da dire: è un interruttore acceso/spento, quindi non possiamo dilungarci troppo sul suo comportamento che, per inciso, è sempre puntuale e mai problematico.
Lo Shelly Plus 1 è quel che promette d’essere: uno Shelly 1 con gli steroidi. Più affidabilità elettrica ed elettronica, maggiore velocità e potenza del suo “cervello”, migliore realizzazione complessiva: i già fortunatissimi Shelly 1 / Shelly 1L (la versione a contatto pulito) hanno trovato certamente un erede.
I punti di forza ovviamente stanno nel potenziare le funzionalità di Shelly 1: unica vera assenza tra le sue caratteristiche è ovviamente la rilevazione di potenza istantanea, cosa che come vedremo è ad appannaggio del modello Shelly 1 PM Plus. Bene il perfezionamento della morsettiera, finalmente all’altezza delle aspettative di tutti, clienti ed elettricisti. Assente la possibilità di installarlo in presenza della sola fase, ma non si può avere tutto dalla vita.
È riprogrammabile nel firmware, ma ha senso farlo? No: ha già tutto quel che serve così come esce dalla fabbrica.
Compatibilità
Il grado di compatibilità dello Shelly Plus 1 è piuttosto elevato: è infatti direttamente compatibile con Amazon Alexa e Google Home, oltre che con il servizio IFTTT (in modo indiretto, utilizzando Webhook e l’accesso API Cloud). Ovviamente è compatibile con la sua app Shelly Cloud (per Android e iOS).
Assente invece la compatibilità con Apple HomeKit (ma grazie all’ampio grado di integrabilità domotica, la cosa è aggirabile – come vedremo a breve).
Integrabilità domotica
In termini di integrabilità lo Shelly Plus 1 (come d’altra parte tutti i componenti di questa fortunata linea prodotti) non presenta alcun problema.
HOME ASSISTANT
Home Assistant è dotato di un componente ufficiale a pieno supporto dell’integrazione dei componenti Shelly, ma ne esiste anche uno non ufficiale il quale consente di integrare l’attuatore, sempre in modalità Local Push. Una buona alternativa rimane comunque quella di utilizzare sempre e solo le varie piattaforme di declinazione del componete “MQTT” (vedi guida).
HOMEY
Homey dispone di un’app (“Shelly“) la quale consente la piena integrazione, sia in modalità Cloud che LAN. Nessun problema rilevato: l’integrazione si fa in un batter d’occhio.
openHAB e Domoticz
Anche questi HUB personali minori, disponendo di supporto MQTT, non hanno alcun problema. Nello specifico, openHAB dispone di un binding apposito.
SAMSUNG SMARTTHINGS
Da marzo 2020 la linea Shelly è supportata (in beta, ma lo sarà pienamente a seguire) per l’integrazione presso l’ecosistema Samsung tramite uno Schema appositamente rilasciato. Non abbiamo avuto modo di provarlo.
HOMEBRIDGE
Homebridge, una soluzione per fornire sola compatibilità con Apple HomeKit, dispone ad oggi di un plugin per l’integrazione (“homebridge-shelly“). Data l’obsolescenza del progetto, si consiglia però di utilizzare uno degli HUB sopracitati i quali sono in grado a loro volta di esporre le proprie entità verso HomeKit, risolvendo così il problema.
HUB | Integrabilità | Note |
Home Assistant | ✔️ | Tramite la modalità Local Push (via MQTT – vedi guida) o tramite modalità Local Push/Cloud Polling via componente ufficiale “Shelly” o via custom component “ShellyforHASS“, via CoAP e REST (vedi guida). |
Homebridge (Apple HomeKit) | ✔️ | Tramite la modalità Local Push (via MQTT con plugin “homebridge-mqttthing” o altri similari) o tramite modalità Cloud Polling (via plugin “homebridge-shelly“) |
openHAB | ✔️ | Tramite binding apposito o tramite modalità LAN (via MQTT) |
Domoticz | ✔️ | Tramite la modalità LAN (via MQTT) |
Homey | ✔️ | Tramite la modalità LAN (via Shelly oppure via MQTT) |
Valutazione
Qualità costruttiva | |
Funzionalità | |
Uso: qualità ed esperienza | |
Compatibilità | |
Integrabilità | |
Prezzo | |
Media
|
N.b. La spiegazione di questi parametri di valutazione è illustrata in dettaglio su questa scheda. |
![]() Shelly Plus 1 resta uno dei migliori attuatori a singolo canale a contatto pulito attualmente sul mercato, affiancato solo dal “fratellino” Shelly 1 Mini: bisogna dare atto ai produttori di aver fatto un eccellente lavoro di miniaturizzazione e di miglioramento di un attuatore già eccellente di suo, lo Shelly 1. Se vi serve un attuatore a singolo canale, magari a contatto pulito, sicuramente Shelly Plus 1 è una delle scelte migliori che si possano fare. Disponibilità: Amazon |
⭐️ BEST IN CLASS ⭐️
Attualmente, per questa categoria di componenti il migliore da noi sperimentato è: Shelly Plus 1 |
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