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Termosifoni: come risparmiare sul riscaldamento domestico tramite accortezze pratiche e domotica

Termosifoni: come risparmiare sul riscaldamento domestico tramite accortezze pratiche e domotica

Mai come durante questa fase storica riuscire a risparmiare sui costi dell’energia necessaria per riscaldare casa è diventato, più che un corportamento virtuoso, una vera e propria necessità. Per conseguire questo importante risultato è importante, a monte, farsi una cultura al fine di capire precisamente il meccanismo di funzionamento del proprio impianto di riscaldamento, così da agire in modo appropriato per introdurre maggiore efficienza e riduzione degli sprechi.

Nel nostro paese, le tecnologie di riscaldamento domestico sono principalmente le seguenti:

  • termosifoni/caloriferi tradizionali alimentati da acqua calda prodotta per lo più tramite caldaia autonoma o centralizzata;
  • pavimenti radianti, anch’essi alimentati da acqua calda prodotta tramite caldaia autonoma o centralizzata;
  • ventilconvettori alimentati da acqua calda prodotta tramite caldaia autonoma o centralizzata;
  • climatizzatori inverter alimentati a energia elettrica;
  • termosifoni/stufe elettriche.

Esistono anche altre tecnologie, come i pannelli solari per la produzione di calore, oppure pompe di calore che sfruttano la geotermia, e altro.


In questo FOCUS ci concentreremo particolarmente sul tema relativo all’efficientamento del riscaldamento in presenza di termosifoni tradizionali.

Termosifoni ad acqua

La stragrande maggioranza delle famiglie italiane presenta in casa i tradizionali termosifoni (anche detti caloriferi) in ghisa, acciaio, alluminio o nei materiali, forme e design più disparati. Tecnicamente si tratta di radiatori, ovvero elementi nei quali far transitare dell’acqua calda che, grazie al passaggio di calore dall’acqua al metallo e dal metallo all’aria circostante, scaldare gli ambienti. Lo scambio di calore così effettuato raffredda l’acqua che, tramite un circuito chiuso, torna alla caldaia per essere nuovamente riescaldata rimessa in circolo e così via.

Molto spesso si tende a confondere il concetto di regolazione del termosifone tramite valvola e quello di regolazione della temperatura dell’acqua. Sono infatti due cose molto diverse. Una cosa è la temperatura alla quale l’acqua viene portata dalla caldaia per poi venire immessa nel circuito chiuso che alimenta i termosifoni, mentre un’altra è la quantità specifica di acqua in ingresso ad ogni singolo termosifone. Quando il termosifone è aperto (o meglio, la è la sua valvola di regolazione) al 100%, ad entrarvi è il massimo della portata d’acqua (x litri all’ora), che quindi lo riscalda al massimo del suo potere calorico (che varia, ovviamente, in funzione della temperatura dell’acqua); se invece è chiuso, il termosifone resterà freddo, per quanto l’acqua del circuito possa essere calda: non entrandone, il termosifone non si riscalda.

Il primo ambito di efficientamento dei consumi è quello di regolare in modo appropriato la temperatura dell’acqua in uscita dalla caldaia. Sì, se perché ogni centrale termica ha una propria capacità di produrre calore, tale calore ha un impatto nel consumo del combustibile utilizzato. Se la temperatura di regolazione possibile solitamente spazia dai 35° agli 85°, è bene sapere che mediamente il miglior risultato in termini di resa calorica/spesa per la produzione si ottiene facendo girare, in piena stagione fredda, l’acqua attorno ai 60°-70° di temperatura, scendendo verso il basso (intorno ai 50°) durante i primi e gli ultimi freddi, quelli non troppo intensi. Temperature più alte dei 70° non portano a un aumento lineare del riscaldamento degli ambienti ma aumentano in modo quasi esponenziale i consumi. Se è vero com’è vero che chi dispone di riscaldamenti centralizzati non possa agire su tale variabile (è infatti una decisione dei manutentori che gestiscono l’impianto), chi dispone di riscaldamento autonomo può eccome: provvedere alla regolazione di tali temperatura porta grande efficienza.

In quanto alla produzione stessa dell’acqua calda nel circuito, essa varia in base al tipo di impianto, che esso sia centralizzato o autonomo. Nel primo caso, solitamente sono previsti degli orari del giorno in cui l’acqua viene costantemente prodotta e messa in circolo (a una temperatura, come detto, prefissata); nel secondo, la produzione è solitamente innescata da un termostato posto nell’ambiente che, rilevata una temperatura fredda rispetto a una di riferimento voluta dall’utente, avvia la produzione. In questo secondo caso, se la caldaia viene comandata di produrre calore, essa si limita ad accendere quanto serve per portare e mantenere calda l’acqua del circuito alla temperatura prefissata dall’utente (che, ribadiamo, è efficiente intorno ai 60°-70°).

Valvola sfiato termosifoniUn altro aspetto legato all’efficienza dell’impianto è dato dall’assenza di aria nel circuito, aria che, specialmente ad alte temperature dell’acqua, tende ad accumularsi dento i termosifoni, riducendo la quantità di acqua che possano contenere e quindi la loro capacità di irradiazione. Agire sulle valvole di sfiato e rimuovere tutta l’aria, di tanto in tanto (coi termosifoni e il circuito freddi), porta un chiaro effetto benefico.

La pressione del circuito è un altro fattore sul quale chi disponga di un impianto autonomo può e deve agire: garantire una buona pressione (cosa che si provvede a regolare, solitamente, dalla caldaia sulla base delle sue caratteristiche da manuale) migliora la circolazione e l’efficienza termica complessiva dell’impianto.

Garantito il corretto funzionamento e la massima efficienza del proprio impianto (almeno sulle variabili quali si possa agire in concreto), è il momento di capire come ridurre i consumi tramite la riduzione degli sprechi. Parliamo di calore che, specie in abitazioni non ad alta efficienza, tende a disperdersi con grande facilità. Non è un mistero che adottare semplici pratiche quali l’adozione di guarnizioni in gomma sugli infissi, se possibile l’installazione di doppi vetri vetri, l’annullamento di eventuali spifferi ma anche la coibentazione, tramite pannelli termoriflettenti, delle superfici posteriori ai termosifoni, garantisca che il calore non si dìssipi una volta prodotto. Anche l’arieggiamento degli ambienti, pratica utile per il benessere degli inquilini nonché volto ad evitare muffe ed altro, andrebbe effettuato nelle ore in cui l’ambitazione è più fredda e non nei momenti di massima produzione del calore.

Nota. Al tema dedicato al benessere legato all’assenza di muffe, umidità e altro, abbiamo già dedicato uno speciale ad hoc.

A dirla tutta, malgrado i comportamenti virtuosi appena citati siano importanti, la vera riduzione degli sprechi e la conseguente efficienza si ottengono adottando le tecnologe smart per far sì che il calore venga prodotto e sfruttato solo quando e dove realmente serva.

Abbiamo detto all’inizio come non solo la temperatura dell’acqua e la sua pressione siano importanti, ma anche la regolazione dell’apertura del termosifone che no, non è solo “o tutto aperto, o tutto chiuso“, ma ovviamente è regolabile in funzione del calore che si voglia attingere dall’acqua che lo attraversa.

Un tempo le valvole di regolazione dei termosifoni erano totalmente manuali. Dei veri e propri rubinetti regolabili a mano. Da qualche anno le cosiddette valvole (dette teste, o testine) termostatiche le hanno sostituite: esse agiscono sulla valvola del radiatore aprendola o chiudendola dinamicamente (dal massimo al minimo) in funzione della temperatura della stanza, al fine di raggiungere una data temperatura scelta dall’utente. Si tratta di un modo rozzo ma efficace di stabilizzare la temperatura di un ambiente: solitamente questi elementi “stupidi” non permettono una regolazione puntuale, sono abbastanza grossolane nel funzionamento ma, per lo meno, non mantenendo fissa l’apertura della valvola del termosifone aiutano a consumare solo il calore che serve a raggiungere la temperatura scelta, detta di setpoint. A mano a mano che ci si avvicina a tale temperatura di setpoint, la valvola termostatica chiude progressivamente la valvola del termosifone, fino alla completa chiusura una volta raggiunta. Al calare della temperatura, la valvola del termosifone viene automaticamente riaperta. E così via.

Valvola termostatica tradizionale
una tipica valvola termostatica tradizionale…

Oggi, l’ulteriore evoluzione delle valvole termostatiche sono le valvole (o teste, o testine) termostatiche intelligenti, delle soluzioni per domotica personale che uniscono alla regolazione dinamica dell’apertura dei termosifoni tutta una serie di funzionalità che portano il vero risparmio sul medio e lungo temine.

Testa termostatica intelligente
…e una intelligente.
Nel pratico

Ipotizziamo di possedere un’abitazione con cinque stanze e cinque termosifoni riscaldati da un circuito centralizzato condominiale (ma l’esempio vale anche per l’autonomo e per molti altri scenari): camera da pranzo, da bagno, un salotto e due camere da letto, una dei padroni di casa e una dedicata al figlio. Il conteggio dei consumi avviene tramite contabilizzatori radio installati sui termosifoni, ormai installati di legge.

L’adozione di vavole termostatiche classiche aiuta di per sé nel risparmio: si impostino, magari, 20 gradi di setpoint nelle camere da letto, 21 nel salotto e in bagno, 19 in cucina: quando il riscaldamento centralizzato “parte”, i termosifoni si scaldano sempre fino al raggiungimento della temperatura setpoint prevista per la stanza di appartenenza. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, in modo del tutto automatico.

Ma cosa succede se passiamo un weekend fuori casa? A meno di ricordarsi di chiudere a mano tutte le valvole termostatiche prima di uscire, il calore verrà prodotto lo stesso, conteggiando un consumo anche in assenza degli inquilini. Anche riordandosi di chiudere tutto, rientrando si troverà la casa gelata. Altro esempio: durante la mattinata, il figlio è a scuola: ha senso lasciare che la stanza si riscaldi il sua assenza? Ulteriore esempio: la sala mi serve che sia calda solo durante il giorno/sera, mentre la camera da letto padronale solo la sera/notte, altrimenti scaldare in modo casuale causerebbe consumo immotivato di energia. Come fare per evitare di regolare tutto a mano, ogni giorno? Tutto questo vale anche per gli impianti autonomi: il termostato principale, posto magari al centro della casa, provvede come già spiegato all’accensione dell’acqua calda; il resto dei comportamenti relativo ai termosifoni è lo stesso sopra descritto.

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Come indirizzare, dunque, tutte queste ed altre casistiche? Facile: tramite la tecnologia offerta dalle valvole termostatiche intelligenti.

Sulla base della nostra stessa esperienza, possiamo dire di aver sperimentato larga parte delle soluzioni di mercato, per lo più adottabili in proprio senza necessità di installatori o di adeguamenti di impianto. Esse prevedono l’installazione di valvole termostatiche intelligenti sui termosifoni in luogo delle valvole manuali o delle valvole termostatiche classiche le quali consentono, tipicamente tramite un ecosistema gestibile via app mobile, smart speaker o altro, di pianificare e regolare puntualmente l’emissione del calore in base a tante diverse condizioni.

In primis, la presenza o l’assenza degli inquilini: soluzioni come Tado° Testa Termostatica Intelligente permettono di chiudere automaticamente tutte le valvole (nonché la produzione stessa del calore, in caso di impianti autonomi) in caso di assenza degli occupanti. Questa sembra una banalità, ma porta a un risparmio molto marcato. Inoltre, la gesione geolocalizzata permette anche pre-accensioni al fine di ritrovare la casa calda, al proprio rientro, ma facendo sì che la produzione del calore venga effettuata progressivamente solo mentre ci si avvicina, di ritorno, alla propria abitazione. La pianificazione granuale realtiva a ogni singola testa permette poi di impostare delle temperatura di setpoint dinamiche in funzione, per esempio, di giorno della settimana e/o orario: questo permette di regolare con estrema precisione quando e come produrre il calore.

Inoltre, molte di queste soluzioni permettono di rilevare, per esempio, la presenza di una finestra aperta, interrompendo temporaneamente la produzione del calore dei termosifoni nelle vicinanze; quasi tutte permettono la calibrazione fine della rilevazione della temperatura ambientale, così da compensare eventuali inquinamenti dell’informazione dati proprio dalla vicinanza del termosifone. Altre presentano servizi ulteriori, come la storicizzazione dei consumi, il monitoraggio degli stessi con report mensili relativi ai consumi sostenuti e altro. Tutte, infine, permettono di controllare da remoto lo stato e il funzionamento del proprio impianto da remoto, lontani da casa, e per lo più nella gestione intelligente tengono in considerazione l’isteresi, quel fatto che, variando da ambiente ad ambiente, lo vede riscaldarsi e raffreddarsi in modo diverso sulla base di molte variabili, come i materiali di costruzioni e il clima esterno.

Il rovescio della medaglia di queste tenologie è chiaramente il costo: a differenza di una valvola termostatica tradizionale, del costo intorno ai 5 euro, una testa termostatica intelligente costa diverse decine di euro. Questo esborso va però visto in ottica di investimento e mai di spesa, in quanto esso si ripaga da sé nel mancato consumo (a vuoto) che si dovrebbe sostenere continuando a possedere dei termosifoni “stupidi”.

Noi abbiamo testato queste soluzioni:

Conclusioni

Senza dubbio, quando e dove possibile, la maggiore efficienza si ottiene abbandonando le vecchie logiche di produzione del calore in luogo di tecnologie più efficaci e più efficienti. Non tutti però possono permettersi o hanno modo di installare pannelli fotovoltaici e/o mini-eolici, pompe di calore moderne, o qualsivoglia tecnologia moderna di produzione del calore.

Tutti, però, all’insegumento del risparmio possono partire da piccoli gesti virtuosi per arrivare poi a cardine della questione, ovvero introdutte le logiche legate alla domotica personale spiegate sopra, al fine di rendere più efficiente ed economicamente sostenibile l’impianto che hanno a propria disposizione.

Per risparmiare (tanto) basta capire, pensare, agire.

Speciale inverno

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