Recensione: Xiaomi RoPot (vaso intelligente multi-sensore per piante Bluetooth)

PIANTE SMART

Laddove la domotica personale ormai raggiunga qualunque angolo della casa, anche per quanto riguarda giardini e angoli verdi ormai è in grado di dire la sua. Dopo aver testato (a lungo!) e recensito il multi-sensore Xiaomi Mi Flora Smart, (ndr: dopo quasi tre anni all’aperto, ancora funziona), eccoci alla carica nel testare per voi lo Xiaomi RoPot, ovvero un vaso da piante (sia per uso interno che esterno) dotato di funzionalità intelligenti.

Si tratta di una soluzione economica ma funzionale di Xiaomi per garantire a chi abbia la necessità (ma non solo questa, come vedremo) di monitorare la qualità ambientale delle proprie piante.

Xiaomi RoPot è un sensore domotico Bluetooth LE in grado di rilevare, una volta riempito di terriccio (e ovviamente di una pianta), due misure determinanti per l’ecosistema di una pianta:

• umidità del terriccio;
• quantità di nutrienti presenti nel terriccio tramite conduttività dello stesso.

Tali misure sono censite, come vedremo, tramite app mobile (ma, come vedremo, anche presso altri contesti) e contribuiscono, tramite la stessa, al corretto “governo” dell’ambiente dove sia posizionata la pianta.

Xiaomi RoPot si presenta come una piccola unità a tronco di cono in policarbonato da 16.51 x 16.51 x 16 cm per 660 grammi (a vuoto); è un’unità IPX6, quindi perfettamente utilizzabile all’aperto. La batteria ricaricabile da 350 maH garantisce una durata di circa due mesi e si ricarica tramite porta microUSB (a tenuta stagna, quando non in uso).

All’interno del vaso sono presenti tre contatti in acciaio inossidabile per la rilevazione della conduttività e quindi dei nutrienti presenti nel terriccio, mentre sul fondo è presente il sensore di umidità. Sulla circonferenza maggiore è presente un LED di stato sotto il logo Mi Mija di Xiaomi oltre alla già citata porta per la ricarica. Il multisensore Xiaomi è omologato per la pioggia battente, quindi l’installazione all’aperto è consentita.

Installazione

L’installazione è piuttosto banale: dopo aver inserito la batteria di alimentazione nel corpo superiore è sufficiente “piantare” il sensore dal  lato delle lamine nere direttamente nel terreno della pianta da monitorare. Successivamente è possibile, tramite la comune app Xiaomi Mi Home (per Android e iOS, tipicamente usata per configurare e gestire le componenti della famiglia Xiaomi) oppure l’app Flower Care (per Android e iOS) configurare il sensore (o i sensori) seguendo pochi, rapidi step di riconoscimento e associazione.

Una volta associata l’app al sensore (o ai sensori), è possibile associare quest’ultimi alle relative piante (scegliendo tra più di 3000 tipi di piante, avendo cura di identificarle tramite il proprio nome latino – in questo Google è nostro amico più di sempre). Questo aiuterà l’app, come vedremo, alla gestione ottimale della pianta tramite le rilevazioni dei sensori dello Xiaomi RoPot.

Funzionalità

L’app (prenderemo come riferimento quella più specifica, “Flower Care”), com’è intuibile, è in grado di fornire real-time le letture in merito alle varie metriche rilevabili dal sensore Xiaomi RoPot. La cosa realmente interessante non è tanto sapere se la terra abbia bisogno di essere inumidita e/o fertilizzata – cosa comunque di per sé utile – quanto la capacità da parte dell’app di avvisarci rispetto a cosa e come possa/debba essere migliorato nell’ambiente della pianta specifica: come sappiamo non tutte le piante hanno le stesse esigenze: più acqua, meno acqua, più solo, meno sole, tutto è relativo rispetto alla tipologia.

Dato che Xiaomi RoPot utilizza il protocollo di connessione Bluetooth LE, tale sensore non può essere censito da remoto tramite l’app Xiaomi Mi Home (quella solitamente deputata anche a questa funzione per i dispositivi della famiglia Xiaomi) in quanto, per collegarsi al sensore è necessario essere in prossimità dello stesso. Questo problema, come vedremo a breve, può essere facilmente aggirato.

All’atto dell’avvenuta connessione il sensore provvede a trasmettere all’app lo storico delle rilevazioni a partire dall’ultima sincronizzazione effettuata, sincronizzando così l’intero i dati disponibili. L’app, infine, consente di analizzare l’andamento delle rilevazioni su base giornaliera/settimanale/mensile.

Compatibilità

Il grado di compatibilità riconosciuta dal produttore – al di fuori di quella, nativa, con le app Xiaomi Mi Home e Flower Care è, molto semplicemente, nulla. Xiaomi Mi Flora Smart infatti non supporta né Amazon Echo (Alexa), né Google Home (Assistant), men che meno Apple HomeKit o IFTTT.

Come vedremo nel paragrafo a seguire, la cosa è facilmente risolvibile.

Integrabilità domotica

In termini di integrabilità domotica, la soluzione non presenta problemi di sorta. Molto interessante se affiancato per esempio da un irrigatore intelligente (eg. Woox R7060), cosa che consente di gestire dinamicamente (e con grande efficienza) il mantenimento del giusto equilibrio di umidità del terriccio di vasi e altro.

HOME ASSISTANT

Home Assistant può integrare con grande facilità (se come server si utilizza Raspberry o un computer dotato di antenna Bluetooth) questo Xiaomi RoPot: un componente ad hoc consente infatti acquisire le due letture. Tale integrazione presenta però un handicap: l’obbligo di avere il vaso e il computer che ospita Home Assistant (che deve possedere un’antenna Bluetooth) a una distanza tale che possano comunicare – il che, data la scarsa portata del Bluetooth, non è facilissimo rendere possibile.

Il meglio, però, lo da in abbinamento a un BRIDGE/Gateway Bluetooth↔︎Wi-Fi basato su ESPHome (o altre soluzioni): tramite tale alternativa siamo riusciti molto facilmente a integrare lo Xiaomi RoPot sebbene fosse posto a un’importante distanza dal computer che ospita l’HUB. Inoltre, questa ottima soluzione non solo consente di integrare anche altri componenti Bluetooth, ma non rende obbligatoria un’antenna Bluetooth a bordo del computer ospitante Home Assistant.

Altri

Anche Homebridge, come Home Assistant, non disdegna la piena integrazione con Xiaomi RoPot: un plugin ad hoc consente lo stesso grado di integrazione di cui sopra, garantendo quindi anche agli utenti Apple HomeKit la piena integrabilità. Valgono allo stesso modo le considerazioni legate al controllo remoto e all’automazione – contestualizzate, ovviamente, col mondo Apple.
All’integrazione del sensore con Homebridge abbiamo dedicato una guida specifica.

Anche openHAB, con un pelo di fatica in più (non risultano un addon ma dei workaround) riesce ad integrare pienamente Xiaomi RoPot. Non da meno, Domoticz.

Ovviamente tutti gli HUB domotici sono in grado di integrare il componente utilizzando un BRIDGE/Gateway Bluetooth↔︎Wi-Fi basato su ESPHome (o altre soluzioni analoghe), come sopra spiegato per Home Assistant.

Valutazione

Vale la pena? Secondo noi, no. Il motivo è molto semplice: è preferibile mille volte l’analogo sensore Xiaomi Mi Flora Smart, il quale non solo fornisce il doppio dei sensori (in più c’è il sensore di luminosità – super comodo – e quello di temperatura – comodo anch’esso) e costa meno, ma sopratutto è amovibile, ovvero lo sposso sportare liberamente, in qualunque momento, da una pianta all’altra. Con questo vaso intelligente (intelligente fino a un certo punto) si è vincolati: una volta interrata la pianta, l’idea di spostarla, ovviamente, fa passare qualsiasi fantasia. Ciò detto, Xiaomi RoPot non è malaccio, anzi: è esteticamente gradevole, funzionare funziona bene, è ben costruito e si integra facilmente. Disponibilità: Amazon Pros Ben costruito Bello esteticamente Cons Poco versatile Pochi sensori Rapporto qualità/prezzo Acquista su Amazon