Produttore: Athom (LG Eletronics) Categoria: BRIDGE/Gateway Tipologia: Multistandard Tecnologia: TCP/IP via Wi-Fi e Ethernet / ZigBee / Z-Wave Plus / Infrarosso / Radiofrequenza / Bluetooth Low Energy Difficoltà d’installazione: Bassa Semplicità d’uso: Medio/alta |
Disponibilità: Amazon |
Revisione recensione: 1.1 |
Acqua (digitale) sotto i ponti ne è passata parecchia, dalla nostra prima, “storica” recensione della versione iniziale (2018) di Homey, una soluzione “chiavi in mano” utile per dotarsi di un vero e proprio HUB personale semplice e versatile. Al tempo inDomus era appena nata, ma già da allora ci era chiara la centralità di un HUB personale per la propria domotica: già allora Homey rispondeva alle esigenze di tutti quegli utenti non particolarmente preparati sul piano tecnico ma che al contempo avessero inquadrato la tematica e volessero approcciare in modo efficace e prospettico. Una soluzione per così dire “chiavi in mano“, utile a chiunque.
In questi anni Athom, la casa olandese alle spalle del progetto Homey, non è stata a guardare. Ha ripensato la propria soluzione realizzando un nuovo modello non solo hardware, ma anche di business, recependo dai propri utenti (e dagi scenari di mercato) i giusti spunti per fare un salto in avanti.
Questo ci porta al test e recensione di oggi: Homey Bridge è un nuovo elemento a supporto del potente e articolato ecosistema Homey – a sostituire l’HUB in versione 2018.
Scopriamo assieme questo nuovo tulipano domotico.
L’ecosistema Homey
Come abbiamo già avuto modo di illustrare in varie news apparse sul nostro sito svariati mesi orsono, Athom ha rivoluzionato il proprio modello di business in favore sia proprio che degli utenti. In primis, ha rilasciato una versione riveduta (per non dire stravolta) della propria app mobile chiamata, senza sorprese, “Homey” (per Android e iOS), la quale de facto consente, a chiunque, di dotarsi tramite il cloud Athom di un HUB personale per così dire “virtuale“.
Come funzioni è abbastanza semplice da capire.
Dato che l’ecosistema Homey si confà di decine e decine di componenti di integrazione (detti “app”) utili, per l’appunto, a integrare sotto lo stesso tetto dispositivi e servizi basati su diverse tecnologie e brand, già di per sé l’app Homey permette di fare tutto ciò senza particolari hardware oltre quelli già presenti in casa.
Se per esempio nella propria abitazione si dispone di componenti di famiglie arcinote come Philips “HUE” e Shelly “Home Automation Systems” (ma sono solo facili esempi tra le decine possibili), le rispettive componenti di integrazione (rispettivamente questa e quest’altra) consentono, attraverso l’app mobile di Homey, di gestirle in ottica HUB personale, ovvero facendole lavorare di concerto “sotto lo stesso tetto operativo”.
Il processo di modellazione del “gemello digitale” della propria casa è quanto di più semplice: inzialmente viene richiesto dall’app quanti piani e quante e quali stanze abbia, dove si trovi, quale nome attribuirgli e poco altro:
Fatto questo è possibile cominciare ad operare: aggiungendo le varie componenti di integrazione tramite l’app mobile è possibile integrare molto di quello che si ha – o si avrà – a disposizione in casa, così da far cooperare il tutto da un unico ponte di comando. L’ecosistama Homey è dotato di una serie di funzionalità caratterizzanti gli HUB personali, come per esempio la gestione delle automazioni (chiamate “Flows”) e le capacità di consultazione dei dati storici e statistici (chiamati “Insights”).
Facile da capire, efficace e funzionale. Il binomio dato dall’app mobile e il cloud Athom Homey fungono dunque da HUB personale virtuale altamente configurabile. Almeno, sin dove esso possa arrivare: per tutto il resto c’è, come vedremo, Homey Bridge. E non solo.
Cos’è Homey Bridge
Homey Bridge è un BRIDGE/Gateway multistandard per l’ecosistema Homey che dota l’utente di una serie di interfacce tecnologiche utili all’ecosistema Home per integrare componenti specifici basati su quelle tecnologie.
In parole più semplici, Homey Bridge è uno “scatolotto” Wi-Fi contenenete una serie di antenne, emettitori e ricevitori di diversa natura basati su vari standard tali da consentire all’utente, sempre tramite l’app, le componenti di integrazione Homey citate prima e il cloud Homey, l’integragrazione di componenti basati su diversi standard.
Spieghiamoci meglio usando degli esempi.
Prima abbiamo citato Philips HUE, una delle famiglie di device per illuminotecnica più diffuse al mondo. Basate per lo più su standard ZigBee, l’adozione di tali device (lampadine, strisce LED e molto altro) prevede necessariamente l’acquisto del relativo BRIDGE/Gateway di linea prodotto, ovvero questo dispositivo (o altri modelli seguenti). Dato però che Homey Bridge include, tra le varie, anche un’antenna ZigBee, la sua adozione permette di integrare tutti i componenti Philips HUE senza il bisogno di acquistare il relativo BRIDGE/Gateway; dato poi che anche altri prodotti sono basati sullo standard ZigBee (per esempio l’arcinota e apprezzatissima linea LUMI “Aqara Smart Home Automation”) e anch’essi sono supportati via Homey Bridge e relativa app di integrazione, anch’essi possono essere coordinati “sotto lo stesso tetto” presso l’ecosistema Homey, senza bisogno di acquistare l’altrimenti necessario BRIDGE/Gateway di LUMI Aqara.
E così via per altre centinaia e centinaia di componenti disponbili sul mercato.
Questo, addizionando Homey Bridge sull’ecosistema Homey, vale per gli standard:
- TCP/IP via Wi-Fi e Ethernet;
- ZigBee;
- Z-Wave Plus;
- Infrarosso;
- Radiofrequenza;
- Bluetooth Low Energy.
Alcuni degli standard sopra elencati sono ormai arci-noti (come ZigBee e Z-Wave), ma anche elementi come infrarosso e radiofrequenza risultano particolarmente apprezzati/abili: pensiamo infatti alla possibilità di gestire elementi come televisori non-smart, vecchi impianti di climatizzazione, cancelli radiocomandati e chi più ne ha più ne metta. Lo stesso dicasi per il tanto bistrattato Bluetooth che, comunque, può sempre tornare utile.
In pratica, un utente che voglia “farsi la domotica” così come da sempre noi spieghiamo sia meglio farsela, ovvero utilizzando un HUB personale per governare e coordinare tutto e sotto un’unico tetto (i motivi sono tutti spiegati nel nostro mini-corso gratuito), ha sostanzialmente due strade: optare per una soluzione open source come per esempio Home Assistant (che risaputamente ha un grado di complessità maggiore), oppure scegliere l’ecosistema Homey, provvedendo quindi a installare l’app Homey e configurando il proprio account gratuito sul relativo cloud, acquistare Homey Bridge per quanto riguarda l’hardware, dopodiché iniziare a integrare un ampissimo set di componenti disponibili sul mercato, governando il tutto dal proprio HUB così realizzato.
Configurazione
Una volta ottenuto accesso all’ecosistema Homey come sopra spiegato e acquistato Homey Bidge, attivare quest’ultimo è un gioco da ragazzi.
Alimentato con l’alimentatore in dotazione, Homey Bridge è subito pronto ad accedere all’ecosistema, cosa che si effettua tramite l’app Homey (come detto, disponibile per Android e iOS). Il BRIDGE/Gateway multistandard viene immeditamente rilevato e, dopo avergli fornito le coordinate Wi-Fi, provvede ad entrarvi e a registrarsi sul cloud Homey.
Una volta operativo, Homey Bridge è pronto a supportare l’ecosistema Homey. In pratica, qualsiasi componente d’integrazione Homey che voglia usare antenne ZigBee, Z-Wave, Wi-Fi, infrarosso, radiofrequenza e Bluetooth, potrà farlo attraverso tale elemento hardware.
N.b. Non è un caso che l’app Homey, configurando Homey Bridge, chieda dove sia posizionato all’interno della casa. Questo perché è possibile utilizzarne anche più di uno (immaginiamo per esempio di voler controllare via infrarossi dei climatizzatori posti in stanze diverse). |

Uso pratico
Portiamo ora il caso di un caso reale d’uso di Homey Bridge nell’ecosistema Homey. Ipotizziamo di avere a disposizione un sensore di movimento della Aqara e di volerlo integrare su Homey utilizzando l’antenna ZigBee presente su Homey Bridge.
Basterà selezionare “Aggiungi dispositivo“, selezionare l’app di integrazione “Aqara“, selezionare il modello e seguire la procedura guidata:
A questo punto, come si nota nell’ultima immagine a destra, il “Motion Sensor” verrà aggiunto al novero dei componenti già precedentemente inclusi sull’HUB, sia che la cosa sia stata fatta attraverso le antenne di Homey Bridge sia che siano la conseguenza di integrazioni di altro tipo (per esempio l’integrazione di una stazione meteo Netatmo che si integra solo tramite la realtiva app di integrazione via cloud).
5 e non più di 5?
Fin qui tutto molto bene, dato che con poche decine di euro ci si dota di un BRIDGE/Gateway multistandard che, in accoppiata all’ecosistema ad accesso gratuito, ci si dota di un vero e proprio HUB personale virtuale molto ben realizzato. All’inizio però citavamo di un cambio di modello di business da parte di Athom. Il cambio comporta qualcosa sin qui non citato ma molto, molto importante.
Che si utilizzi Homey Bridge o ci si limiti ad usare l’app Homey come HUB personale integrando quel che si può con quel che, in termini di hardware, si ha, di base sull’HUB così realizzato non è possibile integrare più di cinque diversi componenti.
Athom infatti ha introdotto una sottoscrizione a pagamento “Premium Homey”, la quale “sblocca” una serie di funzionalità (tra le quali la possibilità di integrare più di cinque elementi). Tale sottoscrizione prevede un pagamento di 2.99€ al mese e include:
- un numero illimitato di integrazioni;
- accesso a Homey Insights (statistiche di ogni tipo, da quelle energetiche a quelle ambientali);
- attivazione di Logic in Flows, ovvero le automazioni evolute di Homey;
- possibilità di creare variabili calcolate presso Flows.
L’acquisto di Homey Bridge prevede 3 mesi gratuiti per la sottoscrizione Premium; tutte le informazioni di dettaglio in merito al programma Premium sono disponibili qui.
Homey Pro
Sebbene esuli dalla presente recensione, non possiamo evitare di fare cenno a Homey Pro, specie dopo aver raccontato del programma Premium.
Sebbene appaia molto similare a Homey Bridge (è esteticamente identico, ma è nero anziché grigio), Homey Pro è tutt’altro: è infatti esso stesso un HUB personale (e non solo un BRIDGE/Gateway). In sostanza, tutta la logica di funzionamento dell’HUB non giace nel cloud Athom (il quale funge, eventualmente, solo da backup), ma proprio sull’unità, la quale lavora localmente sulla propria rete domestica. L’app mobile Homey serve solo come interfaccia.
Inoltre, Homey Pro non prevede alcun abbonamento o costo aggiuntivo, ma all’acquisto esso costa oltre cinque volte Homey Bridge: 399€ per un’unità factotum la quale non solo agiusce come BRIDGE/Gateway (contiene tutte le antenne previste da Homey Bridge più quella Thread per l’uso con Matter, cosa non prevista sul “cugino”), ma appunto come vero e proprio HUB personale locale.

A Homey Pro abbiamo dedicato un’estesissima recensione:
⭐️ Recensione: Athom “Homey Pro”, l’HUB personale che rende la domotica davvero per tutti
Esperienza d’uso
L’ecosistema Homey è, sin dalla sua presentazione iniziale, una pacchia per chi ha capacità di visione mentale senso pratico ma non vuole investire (o non ha) tempo nel realizzare oggetti (di grande valore, va detto) come Home Assistant o similari.
L’ecosistema è ampissimo, il che consente di integrare una quantità di dispositivi e servizi davvero esemplare e, tra l’altro, in continua espansione. Già dalla vecchia, prima versione di Homey, le funzionalità tipiche di un HUB personale erano tutte presenti, come l’astrazione dei dispositivi integrabili rispetto alla loro tecnologia e i loro produttori, la possibilità di realizzare automazioni, la possibilità di consultare statistiche e tanto altro. Delude un po’ il fatto che alcune grandi categorie però siano assenti dalla compatibilità con Homey (per esempio Sonoff, compatibile solo in presenza di Homey Pro).
Negli ultimi due anni, Athom ha effettuato un grande sforzo per migliorare tutti questi aspetti, riuscendoci. Avendo in redazione già la vecchia versione, abbiamo appurato la cosa giorno dopo giorno. Ora, con il nuovo modello operativo e con questo Homey Bridge, ancor di più l’utente riesce a realizzare progressivamente una domotica personale estremamente eterogenea e versatile, senza sentire grosse mancanze: specie Flows, il motore di gestione delle automazioni, è stato fortemente semplificato pur mantenendo un grande margine di personalizzazione e perfezionamento.
Nello specifico, abbiamo provato Homey Bridge con tutti gli standard supportati e non abbiamo avuto – ma sinceramente non avevamo grossi dubbi, vista l’esperienza pregressa – grossi problemi, anzi non ne abbiamo avuto francamente alcuno. Se c’è qualche problema, eventualmente è dato dall’incompatibilità di qualche componente con l’ecosistema Homey. Per esempio, abbiamo provato a integrare via ZigBee l’elettrovalvola per irrigazione Woox recensita qualche settimana fa, ma senza riuscirci. L’ecosistema Homey è ampissimo – davvero tanto – ma non è comparabile con quello di altri HUB personali open source come quelli già citati in precedenza. Troviamo comunque più che valido il novero di brand/componenti supportati: tutti i nomi più noti sono certamente supportati.
Considerazioni finali
![]() Lo diciamo subito: se ci si può permettere Homey Pro, chiaramente tale soluzione può essere la scelta migliore da farsi: meglio avere un HUB personale locale che un HUB personale “virtuale” basato sul cloud, specie perché questa strada prevede un abbonamento mensile. Homey Pro però non è propriamente gratuito: costicchia (ma ha tutto – tutto – e lavora al 100% in locale). Homey Bridge è comunque dotato di tutti gli strumenti utili alla domotica di questi anni (e di quelli a venire): manca solo Thread per la gestione Matter, cosa invece presente su Homey Pro – ma è davvero un problema? Per ora, almeno, no. Quando il budget è limitato, Homey Bridge è una grande soluzione: costa davvero poco (per quello che presenta a bordo) e funziona benissimo col suo ecosistema Homey cloud-based. Non dà problemi di sorta, è elementare da configurare ma evoluto in termini di personalizzazioni, prevede una moltitudine di componenti di integrazione e conseguentemente una valanga di componenti integrabili e tramite esso gestibili. Se si sta entrando nel mondo della domotica, Homey col suo Homey Bridge può davvero essere la scelta giusta. Disponibilità: Amazon |
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