SCOPI DELLA GUIDA:
CONCETTI AFFRONTATI:
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COMPONENTI SOFTWARE UTILIZZATE:
DISPOSITIVI FISICI UTILIZZATI:
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GUIDA DEDICATA A utenti: |
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NOTE E DISCLAIMER
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Revisione progetto: 2.7 |
Abstract
Dopo aver installato Raspberry Pi per la prima volta utilizzando il sistema operativo Raspberry Pi OS (usando una tastiera/monitor oppure in modalità headless) è necessario effettuare una “prima configurazione” tale da indicare al sistema operativo quale lingua usare, che fuso orario e altre peculiarità.
Si parte
- Sudo e sudoers
- Primo aggiornamento
- Personalizzazioni
- File SWAP
- Disabilitare il wizard
- Keepalive
- Errore “Can’t set locale”
- Attivare “Wayland”
- Ventola ad accensione dinamica
Sudo e sudoers
Assumendo che per operare sul server si utilizzi una specifica utenza, diciamo “pi“, è utile aggiungerla al gruppo sudoers, così da poter eseguire i comandi in modalità sudo.
Sudo (a volte considerato l’abbreviazione di Super-user do) è un programma progettato per far sì che gli amministratori di sistema permettano ad alcuni utenti di eseguire certi comandi come root (o altro utente). La filosofia di base è quella di dare meno privilegi possibile, ma permettere ancora di compiere il lavoro. Sudo è anche un modo efficace per registrare chi ha usato un dato comando e quando.
Per aggiungere l’utenza al gruppo sudoers, usiamo un computer di appoggio per collegarci via SSH (non utilizzando l’utenza root, bensì una di servizio, per esempio pi, se si è seguita la nostra guida di installazione) al nostro micro-computer dotato di sistema operativo Raspberry Pi OS ed eseguiamo:
sudo nano /etc/sudoers
che aprirà l’editor di testo nano inserire poi, sul fondo del file la seguente stringa:
username ALL=(ALL) NOPASSWD:ALL
dove username dovrà essere sostituito dal nome utente che si vuole rendere abile al sudo, per esempio pi:
pi ALL=(ALL) NOPASSWD:ALL
eseguita la modifica, uscire salvando (CTRL-X, Y, invio).
Infine, effettuare un riavvio col comando:
sudo reboot
e attendere che l’host riparta.
Primo aggiornamento
La prima cosa da fare è aggiornare il software ed eventualmente il firmware. Per farlo, colleghiamoci via SSH al nostro Raspberry Pi ed eseguiamo i seguenti comandi:
sudo apt update sudo apt full-upgrade -y sudo apt autoremove -y sudo apt install raspberrypi-kernel-headers
una volta terminata la procedura automatica di aggiornamento, riavviare il Raspberry Pi con il comando:
sudo reboot
Personalizzazioni
Colleghiamoci via SSH al nostro Raspberry Pi (la password dell’utente “pi” è quella decisa in fase di installazione) ed eseguiamo il seguente comando:
sudo raspi-config
il quale avvia un’applicazione “grafica” (per modo di dire) la quale consente, tramite tastiera, di configurare il Raspberry.
Le voci proposte solitamente sono (possono variare):
- System Options
- Display Options
- Interface Options
- Performance Options
- Localization Options
- Update
- About raspi-config
Con le “freccette” della tastiera ci si sposta nel menu, premendo “invio” si entra, con “esc” si risale di un livello.
SYSTEM OPTIONS
In questa sezione si possono cambiare le impostazioni Wi-Fi, la regolazione del volume audio dell’uscita stereo analogica jack 3.5, la password dell’utente “pi” di Raspberry, che di default solitamente è “raspberry“. Farlo subito. Non aspettare: cambiare la password dell’utente di default è la prima cosa da fare.
La voce “Boot Options” permette di configurare le impostazioni di avvio del mini-computer.
La prima voce, “Desktop / CLI” nasconde quattro ulteriori voci:
- Console
- Console (autologin)
- Desktop
- Desktop (autologin)
Questa opzione indica al sistema operativo come comportarsi all’avvio, se partire in “Command Line Interface” (CLI) o con il Desktop. Selezionando “Desktop“, all’avvio viene avviato l’ambiente grafico, ma a meno che non si debba usare il Raspberry come computer per l’uso quotidiano, solitamente si imposta “Console” (da noi consigliato), ovvero riga di comando. Nello specifico, “Console” e non “Console (autologin)“: quest’ultima opzione fa sì che non venga richiesta la password all’avvio, permettendo a chiunque colleghi monitor e tastiera di lavorare indisturbato sul Raspberry senza doversi identificare, cosa che non vogliamo.
La voce, “Network at boot” fa sì che il Raspberry Pi non parta in assenza di connessione alla rete. Entrare impostando “Yes” o “No” in base alle proprie esigenze.
La voce “hostname” permette di cambiare il nome col quale il Raspberry Pi viene riconosciuto in rete locale, mentre il campo “Wi-fi” permette di cambiare le coordinate di accesso della rete wireless. Inoltre, è possibile attivare la funzione di predittibilità dei nomi di interfaccia di rete (“Network interface names“).
LOCALIZATION OPTIONS
Dentro questo meni, le quattro impostazioni disponibili sono:
- Locale
- Timezone
- Keyboard Layout
- Wi-fi country
servono a impostare formato dell’ora e della data, orario, tipologia di tastiera e nazionalità della Wi-Fi. Impostare tutte e quattro le voci in base alle proprie esigenze.
NOTA MOLTO IMPORTANTE. Si consiglia vivamente di lasciare la lingua del sistema operativo impostata su “English” (menu “Change Locale“). Il perché è semplice: la quasi totalità delle guide su Raspberry Pi OS presenti su Internet (incluse quelle di inDomus) sono in inglese, quindi in caso di problemi sarà più facile trovare soluzioni e risposte sulla base delle indicazioni fornite dal sistema operativo, se fornite in questa lingua. |
INTERFACING OPTIONS
Questa opzione permette di configurare le modalità di interfacciamento con Raspberry Pi. Contiene le seguenti opzioni:
- Camera
- SSH
- VNC
- SPI
- I2C
- Serial
- 1-Wire
- Remote GPIO
Senza descriverle tutte (gli usi sono i più disparati), si consiglia di attivare SSH (che però dovrebbe già essere attivo, almeno se si è installato Raspberry in modalità headless, cioè senza tastiera né mouse) e VNC.
Terminata la procedura di prima configurazione, uscire dalla configurazione premendo il tasto ESC e poi “Finish“.
Infine, effettuare un reboot con il comando:
sudo reboot
oppure uno shutdown (spegnimento) controllato:
sudo shutdown now
File SWAP
Il cosiddetto “file di swap” è un file specifico utilizzato come “estensione” della memoria RAM presente sul computer, in questo caso specifico, sul Raspberry Pi. Tale file viene pre-allocato dal sistema operativo con una dimensione prefissata; noi consigliamo di ampliare questa dimensione per evitare eventuali problemi di spazio insufficiente di memoria (RAM+Swap) in futuro.
Per farlo, eseguire da terminale il seguente comando per fermare il servizio di swap:
sudo dphys-swapfile swapoff
dopodiché modificare il file di impostazione swap tramite il comando:
sudo nano /etc/dphys-swapfile
andando a modificare la chave “CONF_SWAPSIZE” come segue:
CONF_SWAPSIZE=1024
dopodiché uscire salvando (CTRL+X, y, invio) e infine riavviare il servizio di swap tramite il comando:
sudo dphys-swapfile swapon
Disabilitare il wizard
Alcuni utenti lamentano l’ascolto di un messaggio ripetitivo sull’uscita audio che, tramite una voce sintetizzata, dice “To install the screen reader press control alt space“. Si tratta dell’inutile wizard: per disabilitarlo, eseguire il comando:
sudo rm /etc/xdg/autostart/lxpolkit.desktop
e poi riavviare.
Keepalive
Per evitare che, in futuro, connessioni SSH possano cadere (“broken pipe”) per inattività, consigliamo la configurazione che segue.
Eseguire il seguente comando:
sudo nano /etc/ssh/sshd_config
posizionarsi in fondo al file e aggiungere:
ClientAliveInterval 300 ClientAliveCountMax 2
Uscire e salvare (CTRL+X, y, invio) e poi eseguire il seguente comando:
sudo nano /etc/ssh/ssh_config
e aggiungere in fondo (attenzione ai quattro spazi davanti):
ServerAliveInterval 30
Uscire e salvare (CTRL+X, y, invio).
Infine, riavviare con un comando:
sudo reboot
Errore “Can’t set locale”
In caso collegandosi via SSH ed eseguendo comandi si ottenga l’errore:
Can't set locale; make sure $LC_* and $LANG are correct!
esegire il seguente comando:
sudo nano /etc/ssh/sshd_config
e commentare la linea:
AcceptEnv LANG LC_*
aggiungendovi un # in testa.
Uscire e salvare (CTRL+X, y, invio).
Infine, riavviare con un comando:
sudo reboot
Attivare Wayland
Wayland è un sostituto moderno del vecchissimo server grafico X11. Se si prevede di utilizzare Raspberry Pi come postazione di lavoro, si consiglia di attivare il nuovo server.
Per farlo, eseguire il comando:
sudo raspi-config
e, sotto la voce “Advanced Option“, attivarlo.
Successivamente, uscire accettando la proposta di riavvio automatico.
N.b. Su modelli inferiori a Raspberry Pi 4 (3, 2 eccetera) è inoltre necessario eseguire il seguente comando:
sudo nano /boot/firmware cmdline.txt
e aggiungere, in fondo alla riga, separato da uno spazio, la seguente stringa: wayland=on
a questo punto salvare e riavviare il Raspberry con sudo reboot
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Ventola ad accensione dinamica
Se si utilizza una ventola tradizionale bene, ma se si usa una ad accensione dinamica è importante installare e configurare il mini software preposto allo scopo. A tal proposito abbiamo pubblicato una guida ad hoc.
Completati anche tutti questi passi, beh: complimenti, il vostro Raspberry Pi è pronto all’uso per cui l’avete acquistato (per esempio, installarci sopra Home Assistant per la domotica, o altro).
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