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Migrare dalla domotica Apple HomeKit a quella Home Assistant: i passi operativi

Migrare dalla domotica Apple HomeKit a quella Home Assistant: i passi operativi

La domotica personale basata sull’ecosistema Apple HomeKit, per molti, è una soluzione pratica ed efficace per rendere intelligente la propria casa. Fornisce, senza necessità di particolari capacità tecniche da parte dell’utente, un sistema in grado non solo di amministrare dentro e fuori casa le proprie componenti domotiche, ma anche di gestire uno degli aspetti più importanti di un sistema completo, ovvero la gestione delle automazioni.

Logo Apple HomeKitPurtroppo, proprio per la sua natura di ecosistema “accessibile e rivolto a chiunque” (purché utilizzi dispositivi Apple),  HomeKit risulta limitante per chi, più smaliziato (talvolta dopo averlo adottato), si renda conto di poter e voler fare molto di più con la propria domotica, trovandosi invece piuttosto vincolato sul piano tecnico. Senza considerare il fatto che, eventualmente, controllare la domotica Apple HomeKit tramite dispositivi diversi da quelli Apple non è possibile: per esempio, non è possibile gestire la propria Apple HomeKit domotica tramite uno smartphone/tablet Android.

Sì, perché sebbene l’ecosistema Apple sia effettivamente pratico e funzionale, non è lontanamente paragonabile alla versatilità d’uso e configurazione di HUB personali (gratuiti, tra l’altro) come, per esempio Home Assistant. Sopratutto, HomeKit ha avuto evidenti difficoltà nell’evolvere, negli ultimi anni, proprio in chiave di maggior flessibilità d’uso. Sostanzialmente è rimasto invariato, salvo alcune nuove funzionalità come l’introduzione dello standard Matter nel 2022.

L’utente Apple ha quindi due strade possibili: continuare a usare HomeKit oppure migrare ad altro – pur mantenendo, è chiaro, il set di funzionalità garantite da HomeKit.

Questo articolo illustra come realizzare una migrazione (totale o parziale) delle funzionalità di domotica personale da Apple HomeKit al diffusissimo e apprezzato a livello mondiale Home Assistant.

Lo scenario di riferimento

Home Assistant è sostanzialmente un HUB personale open source in grado di integrare una quantità innumerevole di servizi e componenti per domotica pesonale. Ciò permette di far convivere “sotto un unico tetto” elementi molto diversi tra loro di diversi produttori (un po’ come fa, limitatamente, anche Apple HomeKit).

N.b. Per chi davvero di Home Assistant non ne sa nulla, è disponibile una pratica scheda riassuntiva dei concetti principali da conoscere.

Uno dei vantaggi di Home Assistant sta (tra le tante cose) nella possibilità di integrare, tra i tanti, anche i componenti certificati Apple HomeKit (mentre l’ecosistema di Apple non è in grado di integrare, al contrario, componenti non certificate). Per farlo, Home Assistant utilizza il componente HomeKit Device, il quale consente di integrare, per esempio:

  • termostati;
  • luci;
  • interruttori;
  • sistemi anti-intrusione d’allarme;
  • serrature
  • scuri
  • sensori di presenza e movimento;
  • sensori termici e di umidità relativa;
  • TV;
  • IP Cam;
  • deumidificatori

e altri ancora, tutti basati su standard Apple HomeKit.


Home Assistant Official LogoInoltre, Home Assistant è capace anche di un’altra magia, ovvero quella – tramite stavolta il componente “Apple HomeKit” – di “esporre” gli elementi presso di esso definiti (provenienti dalle più disparate integrazioni di diversa natura) verso l’ecosistema Apple HomeKit. Il che significa che se si ha, per esempio, una luce di qualche tipo integrata presso Home Assistant (magari non certificata HomeKit), è possibile “esportarla” verso Apple HomeKit tramite Home Assistant opportunamente configurato.

Questo approccio è particolarmente utile a chi possegga, per esempio, uno smart speaker Apple HomePod e voglia controllare la propria domotica basata su Home Assistant tramite l’assistente vocale Siri (o dispositivo che comunque disponga di tale assistente, vedi iPhone/iPad o macOS ultime versioni). Una volta esposte le entità Home Assistant verso Apple HomeKit, infatti, Siri sarà automaticamente in grado di “vederle” e governarle.

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Dunque, cosa fare?

L’approccio ideale di un’eventuale migrazione, lo diciamo subito (ed è quello che consigliamo a chiunque usi HomeKit) è quello eventuale di abbandonare HomeKit, ed utilizzare solo Home Assistant.

Questo presenta alcuni vantaggi immediati:

  • l’amministrazione della propria domotica è totalmente personale e non “passa” da altri cloud (salvo per alcuni eventuali aspetti che vedremo in seguito);
  • non è più necessario avere il tradizionale componente “ponte” al fine di controllare la propria domotica da fuori casa (ovvero “da remoto“): con HomeKit, per realizzare questo, è necessario mantenere fisso in casa o un HomePod o una Apple TV (iPad non è più utilizzabile a partire da iPadOS 16);
  • è possibile controllare la propria domotica da remoto sia tramite smartphone/tablet Apple che Android tramite la validissima app Home Assistant Companion, oppure da qualsiasi computer (e senza “passare” da cloud terzi come quello di Apple);
  • è possibile controllare la propria domotica tramite comandi vocali non solo da HomePod, ma anche da Amazon Alexa e Google Assistant;
  • in fase di acquisto di nuovi componenti domotici non si è più legati alla certificazione HomeKit: basta che essi siano, in qualche modo, integrabili a Home Assistant (le possibilità sono letteralmente centinaia).
Le varie possibilità

Le alternative sostanzialmente sono:

  • adottare solo Home Assistant, integrarvi le componenti pre-esistenti in casa tramite il sopracitato componente HomeKit Device (oppure, volendo e se possibile, tramite altri standard*) e vivere felici, cominciando ad amministrare la propria domotica tramite l’app Home Assistant Companion installata sui propri smartphone/tablet. Man mano sarà poi possibile affiancare ai componenti già integrati qualsiasi altro componente e servizio previsto nell’enorme lista di compatibilità Home Assistant, andando progressivamente ad ampliare la propria domotica;
  • adottare Home Assistant, integrare presso di lui tutte le proprie componenti HomeKit ma poi comunque esporle “in uscita”, tramite l’altro componente sopracitato Apple HomeKit, così da poterle gestire non solo dall’interfaccia di Home Assistant ma anche tramite l’app “Casa” di Apple. Questo consente per esempio di gestire la propria domotica anche tramite comandi vocali presso lo smart speaker di Apple (HomePod). Comunque sia, anche in questo caso la gran parte del lavoro verrebbe svolto da Home Assistant, presso il quale per esempio verrebbero eseguite automazioni, script, scene ed altro (continuare a usare HomeKit non averebbe senso).
* Alcune componenti possono essere integrate a Home Assistant sia tramite lo standard HomeKit sia tramite altri canali. Un caso d’esempio è quello del termostato Wi-Fi della Tado°: tale componente, può essere integrato a Home Assistant sia tramite HomeKit sia tramite il suo componente d’integrazione specifico.

Comunque sia entrambi gli approcci sopracitati prevedono l’adozione di Home Assistant. Vediamo come.

Benvenuto Home Assistant

Dato che nessuno, eventualmente, ci corre dietro, tantovale fare le cose con calma e, sopratutto, con grande ordine.

Assessment

Prima cosa da farsi, prima di qualunque altra, è quella di accertarsi che tutto ciò che si ha già a disposizione (in termini di componenti domotiche installate nel proprio ambiente) sia effettivamente integrabile con Home Assistant. Per farlo è necessario consultare l’elenco delle piattaforme d’integrazione di Home Assistant.

Per lo più questo è sufficiente, ma talvolta può non essere così. Possono infatti esserci componenti comunque integrabili ma che prevedano componenti diverse, insospettabili, presenti in tale elenco. Magari un dato componente chiamato “pincopallo” non presenta una piattaforma “pincopallo” in elenco, ma magari esso è integrabile utilizzando, per esempio, MQTT. E così via.

Per levarsi il dubbio, qualora non si riuscisse a capire se il 100% del proprio bagaglio di componenti sia o meno integrabile con Home Assistant, rimane sempre valida l’idea di affacciarsi sul nostro forum o sulla nostra chat e chiedere alla nostra community.

Una volta appurato che il livello d’integrabilità verso Home Assistant sia appropriato, è dunque possibile procedere oltre.

Installare l’HUB

Istanziare Home Assistant è il primo passo in senso pratico per realizzare la completa migrazione.

Per dotarsi di Home Assistant c’è bisogno di un “host” che lo ospiti. Le soluzioni, in questo caso, sono davvero tantissime, tanto che abbiamo dedicato una mini-scheda che spiega quale sia l’hardware minimo necessario per dotarsi gratuitamente di Home Assistant.

Una volta installato l’HUB, il passo che consigliamo, prima ancora di cominicare l’attività di integrazione delle varie componenti, è sicuramente quello di configurare anche i meccanismi di collegamento remoto sicuro, i quali sono spiegati nel dettaglio nelle schede ad elenco delle varie cose da fare per installare Home Assistant (ne abbiamo realizzata una per chi usa, come host, micro-computer Raspberry Pi, una per chi usa Mini PC/Intel NUC, oppure QNAP).

Questo consente alla propria installazione non solo di funzionare correttamente all’interno della propria rete locale domestica, ma anche da fuori (e con un buon grado di sicurezza intrinseca). Questo fa sì che l’app Home Assistant Companion si possa collegare in modo sicuro e funzionale, specie se e quando viene utilizzata per innescare automatismi basati sulla posizione gps degli inquilini.

INTEGRARE I COMPONENTI

A questo punto arriviamo al cuore della questione, ovvero la migrazione vera e propria.

Con Home Assistant installato e funzionante (e raggiungibile da remoto), siamo infatti pronti ad integrare le componenti HomeKit presso il nostro HUB personale.

Per farlo, prima è necessario rimuovere – per questioni di “pulizia” – le componenti domotiche dall’applicazione “Casa” di Apple: accedere a tale applicazione dunque e, componente per componente, disassociare l’elemento con HomeKit.

Fatto questo, è necessario accedere alla sezione “Impostazioni” > “Dispositivi e servizi” di Home Assistant e, cliccando su “+“, scegliere l’integrazione di proprio interesse per ciasciuno dei componenti da integrare.

Due importanti precisazioni:

  1. in caso l’HUB si sia già accorto della presenza di componenti integrabili, probabilmente proprorrà in primo piano tanti riquadri quante sono le integrazioni possibili, consigliando all’utente di configurarle con pochi e semplici click;
  2. per il medesimo componente, in presenza sia di un’integrazione che sfrutti il protocollo HomeKit e una che sfrutti altri protocolli, tendenzialmente sconsigliamo l’uso della prima in favore della seconda. Vedi il caso spiegato sopra realtivo, ad esempio, ai termostati Tado°. 
Home Assistant - Discovery Tado Internet Bridge
un esempio: Home Assistant ha rilevato automaticamente la presenza di un termostato Tado° via integrazione HomeKit Device.

Completate le integrazioni, si avranno a disposizione tante entità nuove, tutte quante utili all’amministrazione della propria domotica, la quale avverrà sia tramite i pannelli d’interfaccia “Dashboards” di Home Assistant, sia tramite i meccanismi automatici come automazioni, script, scene ed altro.

Benvenuti, dunque, nel mondo di Home Assistant.

Da qui in poi, l’utente sarà in grado di amministrare la propria domotica tramite il potente Home Assistant, il quale gli consentirà, progressivamente, di ampliare funzioni, automazioni e componenti del proprio ecosistema.


Gli utenti Apple HomeKit/Siri e la domotica Home Assistant

⚠️ Se di Home Assistant ne sai poco ma sei interessato a capirne di più, ti suggeriamo di partire da qui.

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