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Recensione: ESP 360 Remote, il tele-radiocomando multisensore basato su ESP32

Recensione: ESP 360 Remote, il tele-radiocomando multisensore basato su ESP32

Produttore: AAElectronics
Categoria: Attuatore / Sensore
Tipologia: Ricevitore / emettitore
Tecnologie: ESP32 / TCP/IP via Wi-Fi / Infrarosso / Radiofrequenza
Difficoltà d’installazione: Media
Semplicità d’uso: Medio/Alta
Disponibilità: CrowdSupply
Revisione recensione: 1.0

ESP 360 Remote - Lifestyle

DA UDINE CON FURORE

Non solo grandi brand su inDomus ma anche piccole realtà nate dall’iniziativa personale: è il caso di AAElectronics, dove le due A stanno per Alessandro Alfonzetti, ingengnere elettronico di Udine con la passione per la smart home che, grazie a CrowdSupply, in pochi giorni ha raggiunto e superato la cifra necessaria ad avviare la produzione di questo piccolo concentrato di tecnologia che oggi, volentieri, vi presentiamo.

ESP 360 Remote è una soluzione completamente disegnata da Alessandro e basata su SOC ESP32, di base pilotata dal più che notorio firmware ESPHome (sebbene ovviamente possa montare qualsiasi firmware compatibile col SOC) e concepito come emettitore e ricevitori di infrarossi 

Un nuovo Broadlink? Nì.
Alessandro ce ne ha inviato un esemplare e noi l’abbiamo testato in anteprima per voi. Scopriamolo assieme.

Caratteristiche

ESP 360 Remote è un componente Wi-Fi composto da due board circolari di circa cinque centimetri di diametro: la parte inferiore contiene l’elettronica relativa all’ESP32, l’alimentazione (alleluia, una volta tanto una porta USB-C), i sensori ambientali e di luminosità, mentre la superiore, montata come hat, presenta le antenne radiofrequenza (433Mhz o 315Mhz, a scelta) e infrarosso (frequenza standard 38kHz, quella dei telecomandi che tutti conosciamo).

ESP 360 Remote - Board
le due board affiancate (a sx l’inferiore, a dx la superiore).

Le due board, una volta montate assieme, vengono protette tramite un duomo traslucido (tale da far passare i raggi infrarossi in ingresso e uscita) che si avvita su una base piatta, sulla quale sono presenti feritorie per la ventilazione passiva (non c’è e non serve alcuna ventola). Entrambe le parti della protezione sono stampate in 3D in materiale PLA. Per i romani, nella forma ESP 360 Remote ricorda vagamente San Pietro e Paolo. 😉

Differenze col prodotto di riferimento

Le differenze col Broadlink RM4 Pro sono molte, per quanto i due dispositivi si somiglino. ESP 360 Remote innanzitutto supporta lo standard radiofrequenza 433Mhz ma anche quello statunitense 315Mhz, cosa un tempo supportata dal vecchio Broadlink RM3, ma non dall’RM4. Quest’ultimo dispone – ma come accessorio – di un cavo di alimentazione che contiene sensori ambientali temperatura/umidità, mentre ESP 360 Remote li contiene, “di fabbrica”, al suo interno. C’è da dire, e lo vedremo, che la vicinanza della restante elettronica con questi sensori tenda un po’ a influenzarne l’attendibilità; se posizionati esternamente, com’è ovvio, le letture sarebbero (sono, nel caso del Broadlink) più attendibili. In più ESP 360 Remote presenta anche un sensore di lettura della luminosità ambientale, cosa totalmente assente nei “rivali” asiatici.

Ma c’è davvero rivalità?

No. ESP 360 Remote è un dispositivo per chi faccia della domotica DIY una missione e voglia quindi aver assoluto controllo degli elementi che acquista e che introduce nella propria realtà. Il firmware ESPHome (o qualuque altro compatibile, alla fine), garantisce infatti un ampissimo margine di configurabilità, senza contare che il dispositivo, montando un ESP32, permette teoricamente anche di farci dell’altro (un esempio tra mille? Realizzare un BRIDGE/Gateway Bluetooth). Un Broadlink, invece, nasce e muore così, concepito per fare un mestiere specifico: inviare e ricevere infrarossi e readiofrequenze (per quanto, va detto, lo fa benissimo).

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Esperienza d’uso

Alessandro ci ha fornito il device e noi di inDomus l’abbiamo testato per oltre un mese in sostituzione di un Broadlink RM4 Mini e integrandolo su Home Assistant (via integrazione ESPHome API) e pilotandolo con il largamente adottato SmartIR (controllando così un climatizzatore e dei device multimediali), oltre a consultare i sensori derivati dall’integrazione. La configurazione “base” di ESPHome l’abbiamo presa dal repository ufficiale GitHub, collaborando con Alessandro anche nell’affinamento proprio nell’uso con SmartIR, capendo con lui come, sulla nostra esperienza, fosse possibile perfezionare ulteriormente l’ottimo device da lui realizzato.

ESP 360 Remote
le due board accoppiate.

 

SU HOME ASSISTANT

La nostra scelta di effettuare i test di ESP 360 Remote su Home Assistant, va da sé, è più che naturale, dato che ESPHome è ormai parte integrante del progetto Home Assistant; questo comunque non significa che ESP 360 Remote non possa essere usato con altri firmware oppure, sempre con ESPHome, tramite chiamate diverse (API, ws e altro), integrando il tutto anche con altre realtà operative che, comunque, non variano il comportamento in sé del device.

In merito all’adottatissimo SmartIR@Home Assistant, non c’è molto da dire, se non che al pari dei Broadlink che abbiamo testato e utilizzato per anni, funziona alla perfezione, garantendo un funzionamento corretto almeno entro 10 metri, mentre superata quella quota la potenza del fascio luminoso infrarosso comincia a perdere un po’ di affidabilità. Anche sulla radiofrequenza, nessun problema: con telecomandi 433Mhz ESP 360 Remote fa il suo dovere (presumiamo anche con i 315Mhz, che non abbiamo testato) ma, a onor di cronaca, non abbiamo effettuato test approfonditi sul campo di ricezione/invio.

N.b. Anche ESP 360 Remote, come altri attuatori di questa categoria, non è in grado – ed è naturale che sia così – di pilotare radiocomandi rolling-code. Per quel tipo di elementi, la soluzione alternativa è questa.

Molto interessante, poi, il fatto che ESP 360 Remote sia in perenne ascolto, il che significa che, a differenza di Broadlink o altri, è possibile non solo comandarlo per inviare segnali infrarossi o radiofrequenza, ma anche riceverli e quindi innescare azioni. Cosa fattibile, in radiofrquenza, con device come il Sonoff RF Bridge, ma nel caso dell’infrarosso è la prima volta che ci capita di poter utilizzare un ricevitore in ingresso. Questo potrebbe aprire, per esempio, a comandare azioni sulla domotica Home Assistant (e altro) tramite telecomandi infrarossi.


Per quanto riguarda i sensori integrati poi su Home Assistant, la configurazione ESPHome proposta dal suo creatore permette una calibrazione offset per le varie letture, questo per compensare l’inevitabile influenzamento da parte del calore – seppur minimo – prodotto dall’elettronica. Il risultato è discreto, anche se non è negabile che la vocazione come sensore ambientale pecca di una certa, inevitabile imprecisione. A tal proposito, ci riserveremo di editare queste considerazioni quando avremo effettuato anche test in una stagione opposta a quella attuale, così da avere ancora più riprova dell’affidabilità delle letture e capire se applicare un offset sia sufficiente oppure gli scostamenti possano non essere lineari in funzione della temperatura ambientale, molto diversa tra inverno ed estate.

ESP 360 Remote - Scostamento letture termiche vs Aqara

Come si può apprendere dall’immagine sopra, abbiamo sovrapposto 24 ore di letture tra quelle rilevate da ESP 360 Remote (in fucsia) e da un sensore termico di riferimento, un Aqara (in blu), posizionati uno accanto all’altro. Come si nota le letture sono a grandi linee sovrapponibili, ma meno rispetto a come succede con altri (tipo il Sonoff, o Aeotec). Il dato di ESP 360 Remote sembra un po’ più traballante, come se il sensore fosse influenzato da quella che possiamo immaginare essere l’attività elettrica (e quindi il calore) dell’elettronica che gli sta vicina. Forse con una normalizzazione del dato si riuscirebbe a ottenere delle curve un po’ più morbide; comunque sia, parliamo di differenze di decimi di grado: sta all’utente capire quale livello di stabilità del dato e precisione attendere dai sensori che adotta.

Certamente migliori le letture relative al sensore di luminosità il quale, calibrato, sembra allineato con quelle dell’apprezzato sensore Aqara P1.

Ecco la porzione di codice di configurazione ESPHome (suscettibile di cambiamenti lato Github) relativa ai sensori:

sensor:
  - platform: shtcx
    temperature:
      name: "Temperature"
      filters:
        - offset: -4
    humidity:
      name: "Humidity"
      filters:
        - offset: +19.1   
    address: 0x70
    update_interval: 120s
  - platform: bh1750
    name: "Illuminance"
    filters:
      - multiply: 5
    address: 0x23
    update_interval: 1s 

Interessante, va da sé, la possibilità di decidere aprioristicamente l’intervallo di tempo di invio del dato, anche se troveremmo forse più utile l’invio del dato al variare, e non a lasso di tempo. Impostare update_interval a valori sotto i 30 secondi potrebbe risultare un invio di dati eccessivo e talvolta inutile. Tutto comunque sta alla volontà dell’utente che, una volta in possesso de ESP 360 Remote, potrà configurarlo come meglio crederà utile.


Complessivamente, ESP 360 Remote si comporta come un dispositivo basato su ESP32 e ben programmato sa fare: bene. Bella l’idea; ottime, anche in termini di design delle PCB, la sua progettazione e realizzazione: questo componente risulta sicuramente un buon lavoro tra quelli autoprodotti e pubblicati su CrowdSuppy.

ESP 360 Remote - Lifestyle
da vicino.

Valutazione

Qualità costruttiva
Funzionalità
Uso: qualità ed esperienza
Compatibilità e integrabilità
Innovazione
Rapporto qualità/prezzo
Media
 
ESP 360 Remote è il risultato del valido lavoro di un giovane ingegnere italiano che ci crede, nella possibilità di fare cose buone partendo dal basso e sfruttando la rete come palcoscenico: sarebbe assurdo, data la natura di questo sito, non parlare di realtà del genere. Nello specifico, il defice fa il suo lavoro e lo fa dignitosamente, specialmente quando parliamo di trasmissione e ricezione di infrarossi e radiofrequenza. Così così l’ambito dei due sensori ambientiali, purtroppo non eccessivamente precisi ma comunque validi per avere delle misurazioni di massima. Più che valido, invece, il sensore di luminosità.

Il prezzo? Non viene via regalato: 69$ più spedizione non è poco, ma tutto sommato è il suo prezzo se si considera il SOC su cui è basato e tutte le componentistiche, che, va da se, non sono disponibili a prezzi industriali al creatore di questo device. Se proprio vogliamo compararlo al Broadlink, va da sé che chi sia interessato praticamente solo agli infrarossi (senza interesse per le altre funzioni e customizzazioni garantite da ESP 360 Remote) preferirà il basso costo e comunque la qualità industriale di Broadlink RM4 Mini, mentre chi fosse interessato anche o solo alla radiofrequenza, allora ESP 360 Remote vale la candela, dato che in termini di prezzo si avvicina a Broadlink RM4 Pro, ma offrendo molto, molto di più.

Disponibilità: CrowdSupply

Pros
  • ESP32
  • Concepito in chiave “open”
  • Buon livello di costruzione
  • Super versatile
Cons
  • Non per tutti (ma è davvero un male?)
  • Sensori temperatura/umidità non troppo affidabili

Domotica, il fascino discreto dell’infrarosso

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