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Recensione: SwitchBot “Bot”, il dito meccanico intelligente (fino a un certo punto)

Recensione: SwitchBot “Bot”, il dito meccanico intelligente (fino a un certo punto)

Produttore: SwitchBot
CategoriaAttuatore
Tipologia: Attuatore elettromeccanico wireless
Tecnologia: Bluetooth LE 4.2
Difficoltà d’installazione: Bassa
Semplicità d’uso: Alta
DisponibilitàAmazon
Revisione recensione: 1.1
SwitchBot Bot
UOVO DI COLOMBO, O…

Attuatori per domotica personale ne abbiamo testati svariati, ma è il primo elettromeccanico che decidiamo di presentarvi, anche per la discreta popolarità che ha (giustamente o ingiustamente, lo vedremo) conquistato nel tempo. Parliamo di Bot della linea SwitchBot, un vero e proprio “dito meccanico intelligente” in grado di automatizzare o comandare interruttori e pusanti, come quelli meccanici per controllare le luci, pulsanti di computer, piccoli telecomandi e molto altro.

Scopriamo assieme questa curiosa soluzione.

Caratteristiche

SwitchBot “Bot” è una piccola unità in plastica ABS di 4x2x2 cm (bianca o nera), di 42 grammi di peso, dotato di un vano batteria (una CR2 da 3V) e un piccolo braccetto mobile a sbalzo lungo un paio di centimetri, anch’esso in plastica, azionato da un piccolo motore interno il quale è in grado di sviluppare fino a 1,15 kgf (chilogrammi/forza) di coppia e fino 8 Newton di forza. La durata della batteria, con due attivazioni al giorno a una temperatura ambiente di 25°, è di 600 giorni. Bot viene fornito con un biadesivo 3M abbastanza tenace utile a posizionarlo (e tenerlo fermo) in corrispondenza dell’elemento da fargli premere quando attivato.

Dotato di connettività Bluetooth LE 4.2 (no, purtroppo non è né ZigBee né, men che meno, Thread/Matter), può essere utilizzato direttamente, tramite smartphone/tablet, usando l’app SwitchBot (per Android e iOS), oppure anche da remoto (configurando anche delle piccole automazioni) tramite l’adozione del BRIDGE/Gateway hardware Bluetooth↔︎Wi-Fi della stessa linea, ovvero SwitchBot Hub Mini.

Come vedremo, per attuarne automazione e controllo remoto non è quest’ultima la sola possibilità.

Campi d’applicazione

“Bot” può essere utilizzato in molti modi diversi: mai come in questo caso, il limite – apparentemente – è la fantasia. Commenteremo in coda: ora capiamo come è possibile usare questo device.

SwitchBot Bot - Interruttore
su un interruttore a due posizioni.

Il più classico dei casi è quello dell’interruttore/pulsante murale. Posizionando il Bot nelle vicinanze dell’interruttore, azionandolo si provvede ad agire su di esso come fosse appunto un dito della nostra mano a farlo. La cosa può funzionare in due sensi: applicando all’interruttore un piccolo cavetto (in dotazione), è possibile agire in entrambe le modalità acceso/spento. Cosa diversa per i pulsanti, dao che basta la sola pressione per attivarli e poi ritornano in posizione di riposo da sé.

SwitchBot Bot - Lavatrice
sul pulsante di avvio della lavatrice.

Altro caso riportato dalla stessa SwitchBot è quello di applicare “Bot” a tanti altri pulsanti presenti in casa che solitamente vengono, appunto, attivati manualmente: macchine del caffè, computer, macchine da lavaggio, caldaie, termostati elettromeccanici e molto altro. Tutti elementi che, altrimenti, non sarebbero magari domotizzabili.

SwitchBot Bot - Sveglia
sulla radiosveglia.

SwitchBot “Bot” può essere configurato ad agire prevalentemente in due modi diversi: acceso/spento, ovvero con due posizioni del braccetto in posizione estesa/retratta, oppure “pressione”, che quando attivata scatena l’uscita e poi il seguente rientro del braccetto.

Esiste poi una terza modalità (considerata “sperimentale”, ma utilizzabile) la quale consente di creare delle vere e proprie sequenze di apertura/chiusura del braccetto; versatile, il problema semmai nasce dal fatto di non poter regolare l’angolo di apertura del braccetto, ma solo la durata della sua apertura.

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Installazione

Come spiegato in precedenza, il fase di installazione il primo gesto è quello di applicare fisicamente l’attuatore meccanico nella prossimità dell’oggetto da premere. Nel caso di interruttori e pulsanti murali, non tutti sono adatti: quelli capacitivi a sfioramento, per esempio, non sono (ovviamente) compatibili, così come altri con interruttori troppo piccoli:

SwitchBot Bot - Compatibilità interruttori e pulsanti

Per il resto, purché non troppo “duro”, qualsiasi altro elemento che azionereste con un dito è tecnicamente controllabile tramite SwitchBot Bot.


Dal punto di vista software, una volta posizionato il Bot nella sua “sede di lavoro”, è possibile configurarne le caratteristiche tramite l’app mobile SwitchBot (per Android e iOS) che, via Bluetooth, provvede appunto a gestirne le funzionalità. In assenza di uno SwitchBot Hub Mini l’uso di Bot è confinato a quello in presenza, ovvero quando è lo smartphone/tablet dell’utente a innescarne il funzionamento. Come vedremo in seguito, l’alternativa è usare un HUB personale.

Terminata la primissima configurazione è dunque possibile provvedere alla configurazione, ovvero decidere e impostare quale sia la mimica con la quale si vuole che il Bot agisca quando attivato.

Terminata la configurazione di dettaglio, SwitchBot “Bot” è pronto per l’uso di tutti i giorni.

Esperienza d’uso

Sugli interruttori a due posizioni, francamente, funzionare funziona ma rende le cose complicate. Sì, d’accordo, l’accessorio per “trascinarsi indietro” l’interruttore nella fase di “ritorno” funziona ed è utile ma rende de facto quasi impossibile il controllo manuale tradizionale: in pratica il Bot si appropria dell’interrutore. Molto diverso il discorso sui pulsanti a pressione: in questo caso il Bot è efficace nel riuscire ad azionarsi (coppia e forza applicati sono per lo più sufficienti, almeno con le batterie cariche e con l’adesivo in presa tenace) e quindi ad azionare il pulsante oggetto della sua attenzione.

SwitchBot Bot - Macchina del caffè

Di contro, è anche innegabile che sul piano estetico come quello dell’ingombro possa non essere il massimo: d’accordo l’esempio della macchina del caffè di cui sopra, ma è altrettanto innegabile che posizionare Bot nei pressi di un pulsante ne riduca l’accessibilità manuale da parte del nostro dito, nonché rovini l’estetica dell’oggetto in questione. Chiaro che se sia davvero necessario, allora si chiuderà un occhio, anche due, ed effettivamente SwitchBot Bot in quell’occasione saprà diventare particolarmente utile.

In sé SwitchBot Bot funziona abbastanza bene, l’applicazione è chiara, completa, piuttosto configurabile specialmente in presenza del BRIDGE/Gateway Bluetooth della stessa linea, ovvero il già citato SwitchBot Hub Mini, cosa che consente non solo di controllare Bot da remoto (da fuori casa) ma sopratutto di definire delle piccole automazioni su base tempo in concerto con eventuali altri componenti della linea SwitchBot. L’alternativa, ancora una volta, è quello di integrare Bot con un HUB personale, cosa che spieghiamo, finalmente, nel paragrafo immediatamente a seguire.

Non ci piace il fatto che sia Bluetooth, anche se ne capiamo il razionale (tecnico ed economico) di chi l’ha disegnato e prodotto: certo, ZigBee o Z-Wave (per non dire Thread) ci sarebbe piaciuto estremamente di più – almeno dal punto di vista squisitamente tecnologico. Altra cosa che non ci piace, sempre in merito al Bluetooth, è che non sia possibile attuare un pairing sicuro: tecnicamente, chiunque a portata di ricezione può controllare il Bot.

Integrabilità

HOME assistant

Utilizzando Home Assistant non si presenta alcun problema di integrazione, anzi: funziona molto bene. L’arcinoto HUB personale open source infatti include, tra i tanti, un componente d’integrazione ufficiale che consente, sempre via bluetooth, la completa integrazione del Bot di SwitchBot sull’HUB. Chi conosce Home Assistant capirà immediatamente che esso, a questo punto, evita l’adozione di SwitchBot Hub Mini pur consentendo non solo di controllare Bot da remoto ma anche di farlo di lavorare in concerto con tutta la restante parte della propria domotica (anche non SwitchBot) integrata sull’HUB.

SwitchBot Bot - Home Assistant

L’integrazione genera automaticamente una semplicissima entità di tipo “Switch” nonché un sensore contenente lo stato di carica della batteria. Questa integrazione consente, naturalmente, di utilizzare SwitchBot anche con Apple HomeKit malgrado, di suo, non sarebbe possibile.

N.b. Abbiamo integrato via Bluetooth SwitchBot a Home Assistant e parallelamente all’app SwitchBot su smartphone: le due cose possono coesistere senza problemi (il Bot risponde contemporaneamente sia all’uno che all’altra).
AltrI HUB e altre realtÀ operative

HUB/Ambiente Integrabilità Note
Homebridge ✔️ Tramite plugin specifico “homebridge-switchbot“.
openHAB ✔️ Tramite addon di terze parti (eg. questo).
Domoticz ✖️ Integrazione non disponibile.
Homey ✔️ App di integrazione disponibile.
IFTTT ✔️* Componente gestibile tramite integrazione ufficiale.
Node-RED ✔️ Controllabile tramite flow
SmartThings ✔️* Integrazione funzionante.
Amazon Alexa ✔️* Skill presente e funzionante
Google Assistant ✔️* Integrazione funzionante.

* solo via SwitchBot Hub Mini oppure via HUB personale (come Home Assistant).

Valutazione

Qualità costruttiva
Funzionalità
Uso: qualità ed esperienza
Compatibilità e integrabilità
Innovazione
Rapporto qualità/prezzo
Media
N.b. La spiegazione di questi parametri di valutazione è illustrata in dettaglio su questa scheda.

Parliamoci chiaro (al solito): SwitchBot Bot non è la soluzione ideale per tutti gli scenari proposti né la più inutile delle invenzioni. Rappresenta semma l’ultima spiaggia quando si vuole domotizzare il non-domotico e non si hanno alternative. In questo è sicuramente – a suo modo – geniale.

SwitchBot Bot - BoAPrendiamo il caso principe, ovvero la domotizzazione di interruttori/pulsanti murali. Non possiamo non ricordare a chi ci legge (frequentemente o meno) come le soluzioni da adottare siano piuttosto quelle che permettono di mantenere la totale funzionalità meccanica degli attuatori pur rendendo il punto luce (o quel che è) pienamente smart (introducendo anche funzioni più evolute, come il dimming): impossibile non citare le tante alternative offerte da brand come Shelly o Sonoff, i quali attuatori elettronici sono la soluzione ideale. Un attuatore meccanico come SwitchBot Bot? Un’intuizione niente male, ma francamente rimpiazzabile da soluzioni tecnologicamente ben più moderne e, sopratutto, non meccaniche.

Discorso molto diverso per tutti quei pulsanti e relative funzionalità che non posso o non voglio domotizzare con la tecnica del contatto pulito (vedi questo esempio sui telecomandi applicabile anche ad altri contesti) perché non so-non voglio-non posso attuare modifiche: allora sì, lì SwitchBot può effettivamente rappresentare la salvezza di chi lo adotta.

Non è l’uovo di Colombo: è semmai una buona soluzione in assenza di alternative (ma quando davvero non ce ne sono, non per pigrizia).

DisponibilitàAmazon

Pros
  • Molto utile in alcuni, specifici casi
  • Si integra facilmente e localmente
Cons
  • Bluetooth
  • In diverse casistiche ci sono alternative migliori

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