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Configurare Cloudflare per il proprio dominio personale (per protezione, reverse proxy, CDN e altro)

Configurare Cloudflare per il proprio dominio personale (per protezione, reverse proxy, CDN e altro)

SCOPI DELLA GUIDA:
  • Configurare Cloudflare per il proprio dominio personale
  • Livello di compenenza richiesta: medio/bassa
CONCETTI AFFRONTATI:
  • installazione e configurazione servizi
COMPONENTI CLOUD UTILIZZATE:
PREREQUISITI:
  • Il possesso di un dominio personale (spiegato dettaglio in seguito)
DISPOSITIVI FISICI UTILIZZATI:
  • Un computer di supporto
GUIDA maggiormente DEDICATA A utenti:
Tutti gli ambienti
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Revisione guida: 1.1

Cloudflare - Logo alpha

Abstract

Cloudflare (nello specifico l’ambito “Application Services”) è un servizio internet che consente, tramite configurazioni alla fine piuttosto semplici, di proteggere da DDoS i servizi connessi a un determinato dominio (eg. casamia.org), di veicolare contenuti da e per tale dominio, attivare un reverse proxy e molto altro.

Le casistiche di adozione sono davvero moltissime, tali da non poter essere descritte tutte. La qui presente guida da noi realizzata illustra come far sì che il proprio dominio “passi” attraverso i servizi Cloudflare (gratuiti, per gli hobbysti) in modo da sfuttare, come vedremo anche attraverso guide collaterali, tali servizi anche per gestire remotamente la propria domotica basata su HUB personali come Home Assistant o altri, specialmente laddove la propria connessione domestica sia erogata da reti provider che usino NAT (per esempio reti mobili, Fastweb, Sky Wi-Fi ecc.).

NOTA: Cloudflare è, di base, un servizio utile a chiunque possegga una zona DNS, un dominio personale. Questo perché, anche con la sola configurazione qui descritta, automaticamente tale zona e i suoi record sono completamente protetti da attacchi DDoS, i contenuti sono distribuiti via CDN (quindi vengono velocizzati) e molto altro

Assunti

Si assume di sapere cosa sia l’FQDN (e quindi la relativa “zona DNS”) di un dominio Internet.
Si assume altresì che l’utente abbia già acquistato in proprio un dominio personale (per esempio casamia.org) e che ne abbia piena gestione della configurazione DNS.

Nel nostro caso, giusto per portare esempi, abbiamo registrato un dominio personale presso un registrar molto noto, “GoDaddy“. 

Cloudflare

Bene, cominciamo la nostra configurazione lato Cloudflare.

Prima cosa da fare, recarsi presso il sito di Cloudflare e registrare un proprio account. Conclusa la procedura, autenticarsi e recarsi presso la propria area privata.

Sulla spalla sinistra cliccare su “Siti web” e poi su “Aggiungi un sito“:

Cloudflare - Aggiungi sito

Nella maschera che apparirà inserire quindi il proprio FQDN (eg. casamia.org).

Cloudflare - Aggiungi sito - 2

Sarà ora necessario scegliere un piano. Ve ne sono diversi a pagamento ma basterà scegliere quello “Free” e cliccare su “Continua” per scegliere quello gratuito (limitato, ma adatto agli scopi descritti in abstract).

A questo punto Cloudflare farà una scansione per cercare, presso la nostra zona DNS, eventuali record già presenti: dopo qualche secondo restituirà i DNS record creati dal registrar (nel nostro caso, Godaddy).
Al termine, clicchiamo su “Continua“.

Nella pagina successiva ci verranno mostrati i nameserver in uso:

Cloudflare - Nameserver
l’elencazione dei nameserver.

Registrar

A questo punto bisognerà recarsi presso il pannello di gestione del registrar del proprio dominio per modificare i nameserver (“NS“), indicando al posto di quelli esistenti quelli indicati da Cloudflare.

N.b. Non possiamo pensare, naturalmente, di documentare il processo di qualsiasi registrar. Ognuno presenta la propria interfaccia: è necessario quindi fare uno sforzo per ottenere da sé il risultato, magari aiutandosi con Google in merito alla procedura del proprio.

Una volta sostituiti sarà necessario attendere un po’ di tempo (può trattarsi di un’ora come di 24) prima che Cloudflare possa prendere il controllo della vostra zona DNS. Verremo comunque avvertiti tramite email dell’avvenuto trasferimento; nel frattempo, tornare sulla pagina di Cloudflare e cliccare su “Fatto, controlla nameserver” e poi su “Finisci dopo“.

Cloudflare - Stato trasferimento

Attendere per il tempo previsto (1-24h) la mail di Cloudflare (attenti che non finisca in spam) e/o verificare su Cloudflare sotto “DNS” > “Records” che lo stato non sia ancora pending, ma che sia invece completato.

Cloudflare - Trasferimento completato

HTTPS

Recandosi presso “Panoramica“, salvo modifiche precedenti, sarà presente un pulsante “Esamina impostazioni” per esaminare alcune configurazioni relative alla sicurezza.

Cloudflare - Panoramica
la “panoramica” Cloudflare.

Cliccando sul pulsante verranno suggerite alcune modifiche.
Le voci

  • “riscritture HTTPS automatiche” dovrebbe già essere attivo;
  • “Usa sempre HTTPS” invece va abilitato, in modo tale da evitare di usare il protocollo HTTP (senza cifratura) per l’accesso da remoto:

Cloudflare HTTPS

Per quanto riguarda le altre impostazioni suggerite, lasciamo all’utente libertà di decidere come configurarle e lo stesso discorso vale per tutte le altre impostazioni presenti in spalla sinistra.

DNS

La guida in realtà finisce qui. La sezione DNS, infatti, permette all’utente di personalizzare in modo molto granulare e puntuale il comportamento che Cloudflare debba tenere rispetto ai vari record della zona DNS che gli si è data in gestione.

Per esempio, portebbero esserci diversi record, di diversa natura, che che si vuole esplicitamente proxare attraverso tale servizio; altri invece che si vuole lasciare “com’erano prima” – e altre configurazione specifiche.

Di base, Cloduflare prende in carico tutto, così da “proteggere, velocizzare, eccetera” – cosa che la guida, di per sé, vi porta a realizzare. Va da sé che gli utenti possano, in una seconda fase, personalizzare i vari comportamenti legati ai vari record e ai servizi da essi sottesi.

Il limite qui non è più la fantasia, ma anche la propria realtà operativa.

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