Scopi della guida:
Concetti affrontati:
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Componenti software utilizzate:
Prerequisiti:Dispositivi fisici utilizzati:
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GUIDA maggiormente indicatA per: |
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NOTE E DISCLAIMER
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Revisione guida: 1.1 |
Abstract
Possedere un proprio server personale su Internet, dislocato quindi al di fuori dalle proprie mura domestiche, può rappresentare un vantaggio laddove si vogliano implementare diverse funzioni personali. Trattandosi di un numero virtualmente infinito di funzioni, non staremo di certo ad elencarle tutte: si basti pensare a tale server come un oggetto intelligente in grado di ospitare contenuti e servizi. Il senso di questa guida, ovviamente, è l’interazione con altre già disponibili sul nostro sito.
Questa guida illustra all’utente come dotarsi di un server molto basilare basato su Linux Debian sul quale fare affidamento: a tal scopo utilizzeremo la piattaforma Google Cloud Platform (o GCP), un ambiente che consente di istanziare un server elementare gratuito o comunque particolarmente competitivo in termini di costo (approfondiremo nel corso della guida questi aspetti specifici).
Si parte
Account Google
Laddove non si possieda già un proprio account Google (contano ovviamente anche gli account GMail), l’utente è in grado di definirne uno tramite l’accesso al portale proposto. Per provvedere alla definizione di un server virtuale (o Virtual Machine, o VM), è infatti necessario associare a Google Cloud Platform (o GCP) tramite account personale.
Una volta definito tale account personale è possibile proseguire nella presente guida.
Account Google Cloud Platform
Ora è necessario associare il proprio account Google a un account specifico su Google Cloud Platform, inscrivendosi quindi al servizio. Per farlo, collegarsi al portale GCP, cliccare su “Inizia subito gratuitamente” e compilare i proprio dati:
Dato che si tratta di un servizio a pagamento – per quanto noi cercheremo di sfruttarne le funzionalità gratuite – l’iscrizione a Google Cloud Platform richiede l’inserimento di una carta di pagamento elettronica, alla quale non verrà ovviamente addebitato alcun costo (salvo che non si attivino servizi a pagamento o non si superino le soglie previste dalla tariffazione, come spiegheremo più dettagliatamente più avanti).
FREE TRIAL / FREE TIER
Free Trial e Free Tier sono due cose molto diverse. Il primo è il periodo in cui Google Cloud Platform permette di provare alcune funzioni della piattaforma in modo gratuito, periodo il quale una volta trascorso dà luogo, in presenza di consumi, a fatturazione verso il cliente. Free Tier (“Livello gratuito”) invece è il segmento di risorse che si possono utilizzare gratuitamente “a prescindere“, che ci si trovi nel periodo gratuito Free Trial o quello successivo a pagamento.
NOTA IMPORTANTE.
Come si noterà a breve Google Cloud Platform, in fase di definizione del proprio server virtuale (Virtual Machine, o VM), indica il costo preventivato di tale risorsa. Tale costo mensile è dato da un insieme di valori: sito fisico di istanziamento, numero di CPU, quantità di memoria, traffico di rete e altro. A prescindere da quello ipotetico indicato dall’interfaccia, tale costo sarà sempre zero qualora si rimanga, in termini di assorbimento di risorse, all’interno dei limiti previsti dal Free Tier. Nello specifico, i limiti Free Tier relativi alle risorse computazionali (ovvero quelle che utilizzeremo in questa guida) sono elencati qui. La presente guida fornisce indicazioni di massima allo scopo di rimanere nell’ambito del livello gratuito Free Tier, ma sarà sempre responsabilità dell’utente (come da contratto di servizio Google) verificare di rimanere entro tali limiti; comunque sia, GCP fornisce dei sistemi di notifica automatica, qualora tali limiti vengano superati (quindi prima di addebitare dei costi non voluti) e comunque, volendo, a propria tutela è anche possibile definire un budget massimale (voce”Fatturazione” > “Budget e avvisi“) da non superarsi qualora comunque l’utente sia sì disposto a spendere, ma non oltre determinate cifre. |
Virtual Machine (VM)
Come detto, tramite Free Tier è possibile utilizzare alcuni servizi di GCP in maniera totalmente gratuita. Nel momento in cui stiamo scrivendo questa guida, è possibile creare gratuitamente una VM (un server) con caratteristiche prestazionali minime (ma questo poco ci importa visto lo scopo d’utilizzo) – sempre rimanendo nei “confini” del Free Tier, ben inteso.
Per creare la propria Virtual Machine (VM) è necessario, presso la Dashboard di GCP, cliccare alla voce “Computer Engine” e, se richiesto, attivare “Computer Engine API“:
Una volta fatto apparirà la dashboard relativa a Computer Engine, la quale consentirà di creare la nostra prima VM cliccando su “Crea Instanza“:
Quindi, cliccando su “Crea Istanza” è possibile configurare la propria Virtual Machine, o VM, ovvero il proprio server virtuale. Per rimanere entro i limiti del Free Tier relativi alle risorse computazionali (ancora una volta, il link è questo), la configurazione suggerita è:
- Nome: quel che si preferisce;
- Area geografica: una di quelle indicate per il Free Tier (eg. Oregon: us-west1);
- Zona: una qualsiasi;
- Configurazione macchina:
- Famiglia di macchine: USO GENERICO;
- Serie: E2;
- Tipo di macchina: e2-micro;
- Disco di avvio (entrare dentro il sotto-menu):
- Immagine: Debian GNU/Linux
- Tipo: Disco permanente standard
- Dimensione: 10 GB
- Firewall: Consenti traffico HTTPS;
- Networking:
- Tag di rete: indicarne uno proprio che identifichi la macchina (eg. “my-host“)
Infine, cliccare su “CREA” per creare e avviare la propria Virtual Machine. Al termine della procedura, la VM risulterà in esecuzione gli sarà stato attribuito un indirizzo IP Internet nonché uno locale relativo alla rete GCP.
Cliccando su “SSH”, l’interfaccia offrirà varie soluzioni per collegarsi alla macchina virtuale; il più comodo è “Apri nella finestra del browser“, che consente di aprire una shell diretta senza necessità di ulteriori client di accesso.
Congratulazioni, il vostro server personale è pronto.
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