Una premessa.
Questa è una nuova scheda OPEN BOARD: si tratta di una particolare tipologia, qui su inDomus, segnata dalla caratteristica di essere orientata alla community. Di fatto è un esperimento: dato che alcuni temi tendono ad essere molto articolati e spesso molto sparpagliati sulla rete, vogliamo offrire alla community di appassionati dei punti di raccolta di informazioni relative a specifici argomenti il quali si arricchiscano proprio sull’esperienza specifica degli utenti. Con ogni OPEN BOARD lanceremo un tema specifico, lasciando liberamente agli utenti della community la possibilità di esprimersi – tramite i commenti della pagina – in merito alla loro propria, diretta esperienza, creando quindi un intreccio di contenuti utile a chiunque venga dopo il quale, a sua volta, possa fornire consigli e/o esperienze personali, nonché trovare degli interlocutori coi quali confrontarsi. |
Il tema di questo OPEN BOARD sono le tattiche e le strategie personali messe in campo, presso la propria domotica, per quanto riguarda la gestione delle tapparelle elettriche.
Specialmente nelle abitazioni di recente costruzione (ma non solo) la presenza di tapparelle a sollevamento elettrico è una realtà diffusissima. Si tratta di una funzione particolarmente gradita da coloro che non amino gli avvolgibili, brutti a vedersi e scomodi sopratutto in presenza di anziani o persone con difficoltà motorie. Si preme un pulsante e la tapparella scende, se ne preme un altro e quella sale.
Di base, le tapparelle a sollevamento elettrico si basano su un motore elettromeccanico tubolare (alimentato da corrente continua 12-24 volt o, più spesso, con tensione di rete alternata 220 volt) il quale presenta, sostanzialmente, un polo neutro comune e due altri poli: se la tensione viene applicata tra il polo neutro e uno dei due poli, la tapparella sale, quando viene applicata tra il polo neutro e l’altro polo, scende. Piuttosto elementare.
Per gestire questo semplice funzionamento solitamente si utilizzano dei pulsanti a muro che permettono di innescare il meccanismo sali/scendi e che tutelano, tra l’altro, dalla possibilità che contemporaneamente vengano inviate tensioni sui due poli di discesa/salita: il motore deve ovviamente poter girare solo in un senso alla volta, pertanto il contemporaneo invio di tensione sui due poli lo manderebbero in crisi, tanto da poterlo danneggiare irreversibilmente.
I pulsanti a muro, quindi, sono concepiti espressamente per evitare questo fenomeno, non consentendo meccanicamente di poter premere contemporaneamente i due tasti. Questi pulsanti si definiscono “pulsanti doppi interbloccati“.
Di motori tubolari ne esistono di moltissimi tipi: come detto, già la tensione di alimentazione è una prima discriminante per la scelta (anche se i più diffusi sono, come detto, quelli a 220 volt), ma esistono anche aspetti di altro tipo, come per esempio la possibilità di esser controllati via radio tramite i telecomandi (solitamente di tipo rolling code) in dotazione.
Dal punto di vista domotico, esistono soluzioni già di per sé dotate di supporto Wi-Fi (o di altro tipo), le quali consentono non solo il tradizionale controllo manuale via pulsante, ma anche nella possibilità di controllare il sollevamento tramite app mobile. Tali soluzioni (tipo la Somfy Ruller Shutter) offrono la possibilità di conoscere lo stato di sollevamento tramite app, anche quando azionate via manuale (ovvero via pulsanti murali), e viceversa.
DOMOTIZZAZIONE
Ovviamente la sfida maggiore è, come spesso capita, quella di riuscire a domotizzare un impianto pre-esistente o comunque tradizionale. Chi ha infatti la fortuna di disporre di soluzioni già di per sé domotiche non ha molto da crucciarsi – a differenza di tutti gli altri utenti, che devono trovare soluzioni efficaci al problema.
Il classico motore 220 volt viene facilmente domotizzato utilizzando attuatori piuttosto elementari ma funzionali, come per esempio il Sonoff Dual, (o il 4ch), lo Shelly 2.5, il Qubino Flush Shutter e altri. Questi sono attuatori economici ma validi per ottenere il risultato: specialmente lo Shelly, il quale consente la connessione diretta non solo del motore ma anche dei pulsanti doppi interbloccati presenti a muro (mentre il Sonoff ha bisogno di modifiche). Inoltre, questi attuatori per lo più dispongono della funzionalità di interblocco logico, per la quale non è possibile attivare contemporaneamente i due sensi di marcia via domotica, funzione che si va ad affiancare all’intrinseca sicurezza offerta dal pulsante doppio interbloccato murale di cui sopra.
Un’altra soluzione, sebbene non ottimale – ma che permette di non attuare modifiche all’impianto – è quella di domotizzare un telecomando rolling-code, qualora le nostre tapparelle meccanizzate dispongano di questo tipo di controllo.
Al di là della possibilità di controllare domoticamente le tapparelle, un’altra sfida è quella di conoscere presso l’interfaccia il grado di apertura di una tapparella: se è vero che gli attuatori domotici applicati al motore per domotizzarlo posseggono la funzione di interblocco, è altresì importante che la domotica conosca a che altezza la tapparella si trovi, per evitare eventuali “sforzi” per un tempo di attuazione del motore eccessivo qualora la si sollevi, o la si abbassi, partendo da posizioni assolute dell’avvolgibile non conosciute dalla domotica.
Per far ciò le strategie sono le più differenti. Nel caso dei due attuatori sopracitati (ma si tratta solo davvero di esempi) è possibile integrarli su HUB personali (come per esempio Home Assistant) e, tramite le loro logiche interne, sfruttare vari meccanismi per ottenere lo scopo. Uno di questi “meccanismi” è l’adozione di firmware alternativi come Tasmota oppure le funzionalità MQTT native offerte dagli attuatori Shelly: tutti strumenti che forniscono alla domotica centrale indicazioni sulla posizione assoluta della tapparella, anche quando manovrata a mano tramite i pulsanti murali.
Smart Speaker
Un ultimo spunto sugli smart speaker: spesso e volentieri è utile richiedere ad essi la movimentazione delle tapparelle. Anche qui, il tema è ampissimo: spesso è possibile integrare direttamente gli attuatori collocati a controllo del motore elettrico delle tapparelle con lo smart speaker; altre volte utilizziamo (per fortuna) gli smart speaker integrandoli negli HUB personali, il che ci permette di esporre tutte le entità (e quindi, anche le tapparelle) all’assistente vocale, consentendoci quindi il controllo.
Ricapitolando
In sostanza, quando si vogliono domotizzare le tapparelle elettriche, le strade sono:
- capire come sia alimentato il motore (se a 220 volt o altro);
- se sia già di per sé Wi-Fi o controllabile via radio;
- scegliere gli attuatori, farli montare da un installatore collegandovi anhe gli pulsanti interbloccati da muro;
- collegare gli attuatori alla domotica basata su HUB personali, oppure direttamente alle loro app di controllo e/o smartspeaker.
Questo, non a grandi ma a grandissime linee.
Concludendo, quello che vi chiediamo è: come fate, voi?
Se potete, raccontateci nei commenti a questa OPEN BOARD, qui sotto:
- se già utilizzate la domotica per le tapparelle, che tipo di soluzione avete adottato;
- se sì, se siete già riusciti a integrare il vostro impianto;
- se no, quali perplessità eventualmente abbiate, e che strada vorreste perseguire;
- se avete preoccupazioni tecnologiche e/o legate alla gestione complessiva.
Insomma: spiegateci come avete risolto – o come state risolvendo, o come vorreste – l’annosa questione delle tapparelle elettriche in domotica personale.
Altri temi trattati in OPEN BOARD:
- OPEN BOARD: i sistemi anti-intrusione/d’allarme e la domotica personale 🚨
- OPEN BOARD: Le tapparelle elettriche e la domotica personale 🏠
- OPEN BOARD: Tattiche e strategie domotiche per la gestione del riscaldamento ⛄️
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