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Z-Wave si apre al mondo per non morire: benvenuto open source, benvenuto Matter

Z-Wave si apre al mondo per non morire: benvenuto open source, benvenuto Matter

Z-Wave Alliance Logo

Z-WAVE, SI SALVI CHI PUÒ: CON UNA SCELTA A SORPRESA CERCA DI GARANTIRSI UN FUTURO SUL PALCO DELLA SMART HOME

La notizia è tanto importante quanto (quasi) obbligata: Z-Wave Alliance, il gruppo alla base dello standard wireless per domotica personale Z-Wave, rilascia pubblicamente il codice alla base dello standard rendendolo, de facto, open source.

Z-Wave per chi non lo sapesse è, tra quelli adottati in smart home, tra gli standard wireless più sicuri e affidabili ma, al contempo, anche tra i meno diffusi. Concepito per definire reti wireless mesh, è sempre stato uno standard “chiuso” il quale prevedeva, per ogni produttore che volesse realizzare componenti basati su di esso, il pagamento di una licenza d’uso e un processo di certificazione dei prodotti, due fattori che hanno determinato lungaggini sul go-to-market e, spesso, prezzi mediamente più alti rispetto ad altri basati su altri standard. Inoltre, Z-Wave prevede l’uso di frequenze radio diverse tra vari continenti, rendendo così inutilizzabili alcuni componenti acquistabili sul mercato estero, e-commerce o meno.

Tutto questo ha fatto sì che, malgrado Z-Wave sia uno standard validissimo, concepito espressamente con il pallino della sicurezza e dell’affidabilità, il mercato sia stato progressivamente mangiato da standard “asso-pigliatutto” come, per citarne uno, lo ZigBee (tecnicamente più elementare ma “aperto”), oggi adottato da migliaia di diversi componenti dal prezzo mediamente più basso di analoghi basati su standard Z-Wave. Forse meno sicuri, ma certamente più affrontabili economicamente e comunque dalle valide prestazioni.

OPEN SOURCE, SALVACI TU

L’avvento di Matter (per ora solo a chiacchiere, poi vedremo) ha dato la mazzata finale a un paziente già moribondo: che fare, dunque, per salvare il gioiellino Z-Wave?

Chiaro: renderlo open source.

Ecco perché a fine 2022 la Z-Wave Alliance dà vita al progetto Z-Wave Source Code Project a guida dell’OS Work Group (OSWG), il quale prevede a breve il rilascio del codice in licenza open source e apre, a tutti gli effetti, a sostanzialmente due cose fondamentali: alla collaborazione degli sviluppatori nella ridefinizione delle prossime versioni di Z-Wave (che comunque manterranno retrocompatibilità con le precedenti, non snaturando lo standard) e sopratutto alla libera realizzazione di chip tali da realizzare altrettanto liberamente componenti hardware Z-Wave.

Aeotec Multisensor Gen6Sì, perché sebbene la componente BRIDGE/Gateway Z-Wave fosse già realizzabile in proprio via software (vedi ad esempio Z-Wave JS, o il vecchio OpenZWave), quello che sinora non si poteva fare era realizzare componenti hardware Z-Wave (sensori, attuatori, dispositivi, controller eccetera) se non passando dalle forche caudine dell’Alliance (con pagamento di licenza e iter previsto). Da ora, invece, chiunque potrà agire in autonomia.

Silicon Labs, uno dei principali contributori di codice sia a Matter che a Z-Wave, ha sviluppato un kit di sviluppo software multiprotocollo per HUB e BRIDGE/Gateway basati su Matter, “Unify SDK“. Lo strumento software prevede l’interoperabilità tra i diversi protocolli IoT wireless, inclusi Z-Wave e Matter: esso offrirà un kit pratico per produttori e sviluppatori per connettere i dispositivi Z-Wave nuovi e legacy con i nuovi dispositivi Matter.

In buona sostanza, questo significa che dopo ZigBee (sebbene quest’ultimo fosse scontato), Z-Wave non solo si apre al mondo ma anche e sopratutto a Matter, il quale ha un nuovo potente alleato nella strada che conduce al successo. Una win-win: Z-Wave si garantisce un futuro, Matter si garantisce nuovo slancio la sua scalata.

I meno contenti di questa operazione potrebbero essere i produttori che nel tempo hanno investito economicamente nelle licenze di realizzazione hardware (e non poco), anche se in realtà il fatto che Z-Wave abbia un nuovo futuro (retrocompatibile, per altro), gli garantisce che molto materiale magari invenduto potrà godere di nuovo appeal verso il potenziale, ampio mercato della smart home. Gli ottimi componenti Fibaro, Aeotec o Qbino, per esempio, potrebbero tornare in auge proprio in funzione della promessa interoperabilità Matter.

A tutti noi non resta che aspettare e vedere.

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