CORO D’ANGELI ATTORNO ALLO STANDARD DEL MOMENTO. NOI INVECE CONTINUIAMO AD AVERE PERPLESSITÀ SULLA PIEGA CHE RISCHIA DI PRENDERE
Che Matter stesse prendendo una china pericolosa (o quantomeno discutibile) lo avevamo già segnalato in un “editoriale” di qualche settimana fa; passa il tempo e le notizie dal mercato – inevitabilmente surriscaldatosi sul tema – rischiano di darci ragione. Continuiamo a sperare di sbagliarci ma, nel frattempo, condividiamo con voi delle considerazioni fattuali sulle quali discutere assieme.
Per spiegarvi il nostro punto di vista dobbiamo prima ragionare sulle due distinte e inclusive possibilità/modalità di adozione di componenti Matter: Over-Wi-Fi e Over-Thread.
Nella prima modalità, un tradizionale device Wi-Fi (diciamo un sensore, o un attuatore, un punto luce, quel che si vuole) viene istruito via firmware per “supportare” le proprie funzionalità anche verso lo standard Matter; un qualsiasi BRIDGE/Gateway Matter (noto come “router di frontiera”, diciamo un Amazon Echo, giusto per portare un esempio) “rileva” tale componente sulla medesima LAN domestica e quindi è tecnicamente in grado di censirlo e pilotarlo. Questo, così come qualsiasi altro router di frontiera Matter presente eventualmente sulla LAN, attuando così il meccanismo di multi-amministrazione tanto promesso con Matter. Nella modalità Over-Thread succede la stessa cosa, ma ovviamene l’host deve contenere al suo interno della componentistica Thread, uno standard wireless specificamente concepito per la smart home, così come il relativo router di frontiera.
Chi conosce Wi-Fi e Thread saprà anche che quest’ultimo, in ambito domotico, è nettamente preferibile al primo (un po’ come lo sono anche Z-Wave e sopratutto ZigBee): meno esosto in termini energetici, dalle emissioni radio contenute, con capacità di ripetere automaticamente il segnale in modalità mesh da parte dei singoli componenti creando così una rete diffusa e dalla copertura molto efficace.
A qualcuno si sarà già accesa una lampadina in testa.
Per chi no, andiamo avanti col ragionamento.
È importante capire le due distinte ma inclusive modalità di adozione di Matter: Over-Wi-Fi e Over-Thread.
Nei panni di un produttore di tecnologia per la smart home con a catalogo un gran numero di componenti Wi-Fi, allo scopo (anche comunicativo) di fregiarvi della “certificazione” Matter: per i nuovi prodotti preferireste affrontare il comunque ostico processo di adozione dello standard Thread, con tutto quello che comporta, anche sul piano della produzione hardware e sull’obbligo de facto di realizzare un BRIDGE/Gateway Thread (“router di frontiera”) per la vostra linea prodotti, o preferireste rimanere sullo standard Wi-Fi semplicemente aggiornando i firmware dei vostri componenti Wi-Fi (nuovi e futuri) al fine di renderli Matter-ready?
D’accordo, la domanda sarà pure posta in modo capzioso, però si tratta davvero di applicare il buon senso – anche alla luce delle prime uscite sul mercato dei primi componenti Matter, per lo più concepiti, appunto, Over-Wi-Fi.
Parliamoci chiaro: perché un brand popolare come Shelly non ha MAI adottato, per esempio, uno standard valido come ZigBee, incaponendosi sul Wi-Fi anche su componenti che non si sposano proprio benissimo con questo (vedi i sensori)? Per i motivi di cui sopra: Wi-Fi ce l’ha in casa chiunque, ZigBee invece va invece gestito sia in termini produttivi che in termini di BRIDGE/Gateway di linea prodotto e quant’altro. Certo: sarà pure vero che un componente Matter Over-Thread può sì collegarsi a qualsiasi BRIDGE/Gateway Matter dotato di antenna Thread, ma è comunque un lontano futuro quello in cui chiunque l’abbia in casa al pari del Wi-Fi, un futuro che forse non arriverà mai. E quindi sei costretto, se vuoi vendere componenti basati su Thread, a produrre anche tu, per questa tua nuova linea prodotti, un BRIDGE/Gateway Thread – altrimenti i tuoi clienti comprerebbero i tuoi componenti solo se avessero già un BRIDGE/Gateway Thead in casa, cosa al momento impopolare.
E quindi: a chi giova, Matter?
Sicuramente, quando Over-Thread, giova a tutti noi appassionati di domotica personale. Si tratta di uno standard superiore al già iper-apprezzato-adottato ZigBee con tutti i vantaggi di cui sopra, in primis la ripetizione automatica del segnale (cosa che col Wi-Fi ci scordiamo, salvo utilizzare repater concepiti per fare quel mestiere e basta).
Quando Over-Wi-Fi, giova principalmente ai produttori.
Il perché è semplice e già spiegato sopra: come produttore non devi sforzarti particolarmente se non aggiornando i firmware, avendo così il vantaggo che qualsiasi router di frontiera Matter (thread o meno, è indifferente) possa gestire il tuo componente, aprendo quindi all’uso in moltissimi ecosistemi diversi della tua componentistica e, laddove l’utente non possieda almeno un router di frontiena, il componente possa comunque essere pilotato in modo tradizionale, ovvero via cloud & app mobile.
Ma l’utenza? L’utenza avrebbe sì il vantaggio di (poter) adottare finalmente questa benedetta multi-amministrazione (che noi comunque vediamo come una iattura: molto meglio utilizzare un HUB personale e tanti saluti alle scelte dei produttori), ma si troverebbe a fare un sostanziale passo indietro, ovvero migrare progressivamente da standard efficacissimi come ZigBee/Z-Wave al “maledetto” Wi-Fi.
Se come produttore aveste già a catalogo un gran numero di componenti Wi-Fi, allo scopo di fregiarvi della “certificazione” Matter preferireste affrontare il comunque ostico processo di adozione dello standard Thread o rimarreste su quello Wi-Fi?
Questo per quanto concerne i componenti finali, i vari attuatori, sensori e dispositivi vari che, tramite Matter, ci porteranno benefici reali solo se saranno effettivamente basati su Thread. Quindi, cari produttori, quel che ci interessa è disporre di componenti Thread, non di un Wi-Fi mascherato a festa.
Discorso diverso invece su i BRIDGE/Gateway basati su altri standard che progressivamente si stanno rendendo compatibili Matter Over-Wi-Fi. In questo caso, invece, la cosa dovrebbe essere una benedizione.
Portiamo l’esempio del noto BRIDGE/Gateway ZigBee della LUMI Aqara, l’M2, appartenente alla linea “Aqara Smart Home Automation”. Tale BRIDGE/Gateway scambia le informazioni dalla rete ZigBee con quella Wi-Fi, rendendo possibile il controllo delle componenti ZigBee tramite l’app Aqara ma, dato che esso non è (di base) integrabile per esempio con Home Assistant, non posso gestire i componenti anche tramite quest’ultimo. L’alternativa è non usare l’M2 ma piuttosto un BRIDGE/Gateway software come ZHA o altri (il che taglia però fuori l’app Aqara).
Invece, quando aggiornato con firmware che lo renda compatibile con Matter Over-Wi-Fi, il discorso cambia: Home Assistant, a sua volta router di frontiera Matter, può integrare l’M2 tramite questo standard, il che consente sia di mantenerlo cardine per la propria rete ZigBee (controllata anche dall’app Aqara, se si desidera) sia integrare indirettamente i componenti ZigBee sull’HUB personale (Home Assistant). Questo vale anche nei confronti, per esempio, di Amazon Echo/Alexa: dato che quest’ultimo è anch’esso un router di frontiera Matter, un BRIDGE/Gateway ZigBee Aqara M2 presente sulla rete con firmware aggiornato permette di controllare via Alexa tutte le componenti ZigBee ad esso connesse. E così via teoricamente con quasiasi altro router di frontiera Matter.
Tornando di nuovo al produttore di Shelly, non è un caso la notizia dell’acquisizione da parte sua di Qubino, brand che per anni ha prodotto componenti Z-Wave con relativo BRIDGE/Gateway di linea prodotto. La strategia è evidente: dato che sinora ho solo prodotto componenti Wi-Fi, acquisico un player che mi porti in dote Z-Wave, aggiorno il firmware del suo BRIDGE/Gateway aprendolo così a Matter. Da qui in poi i sensori li realizzo su questo (ottimo) standard, mentre il resto (gli attuatori che mi hanno reso popolare) li mantengo Wi-Fi – magari aggiornandoli anch’essi in chiave Matter Over-Wi-Fi (aspetto che, come spiegato sopra e oggetto del presente focus, non ci piace più di tanto).
Come detto, tutta questa considerazione parte dall’osservazione empirica e per carità, bovina, delle prime uscite sul mercato di componenti Matter. Indovinate: senza fare nomi, per lo più si assiste alla corsa alla novità facendolo dalla porta di servizio, quella più comoda e rapida, ovvero adottando Matter Over-Wi-Fi.
Cari produttori, quel che ci interessa è disporre di componenti Thread configurabili via Matter, non un di Wi-Fi mascherato.
Eh no, cari voi, così lo standard lo affogate nella culla. Quello che i consumatori vogliono è sì uno standard libero, aperto, facile, senza barriere, ma lo vuole al suo meglio, ovvero che utilizzi le sue massime potenzialità – leggasi, con Thread. Se e quando i produttori adotteranno “davvero” Matter, ovvero canalizzandolo Over-Thread, allora forse negli anni avremo davvero un salto in avanti. Diversamente, tenetevi il vostro Matter, che noi continueremo a usare i nostri HUB personali, i nostri amati ZigBee, Z-Wave e altro.
Ci costerà sicuramente meno e ci offrirà risultati sicuramente migliori.
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