NUOVA DEFINIZIONE PER IL SOVRA-STANDARD DELLE MERAVIGLIE (TUTTE ANCORA DA COMPROVARE)
Matter cresce di popolarità, sebbene ancora non sia un (sovra) standard di riferimento. Annunciato durante la pandemia e ufficialmente lanciato nel 2022, vede in questi gioni un sostanziale aggiornamento: è stata rilasciata la sua definizione 1.3 che porta con sé molte correzioni di bug e, sopratutto, diverse e sostanziose novità. Segno positivo di un’evoluzione in atto, sebbene la stessa 1.2, uscita nell’ottonbre 2023, non sia ancora stata formalmente adottata da molti ecosistemi né da singoli device.
Per sommi capi (e per chi non avesse voglia di leggere con maggior attenzione la scheda dedicata al tema, cosa che comunque consigliamo), Matter è lo “standard degli standard”, ovvero un meccanismo che, quando adottato dai più diversi produttori dedicati alla domotica personale, consente a diversi ecosistemi di interagire con gli altri, quando sino ad oggi sostanzialmente ogni ecosistema ha sempre lavorato “a se stante” – salvo utilizzare, come sempre ricordiamo, gli HUB personali, vera e unica leva in ottica di piena apertura e standardizzazione.
Nuove classi
Le prime vesioni di Matter prevedevano un limitato di “classi” di componenti, ovvero tipologie di componenti gestiti. Luci, interruttori e poco altro, per lo più – insieme che si è andato allargando con la 1.2 e ora, con questa 1.3, fa un ulteriore passo in avanti:
- Forni a microonde: si controllano il tempo di cottura, il livello di potenza, la modalità e la ventola estrattore e la luce (se applicabile) e si inviano notifiche;
- Piani cottura: accesso remoto e controllo dei piani cottura elettrici (la CSA afferma che più comunemente siano intesi “a induzione”), inclusi il controllo della temperatura e la misurazione di ogni singolo elemento e lo spegnimento dell’elettrodomestico ma non l’accensione per motivi di sicurezza;
- Asciugatrici: si impostano la modalità di asciugatura e la temperatura desiderata, si avvia e si ferma da remoto (a seconda delle normative locali sulla sicurezza), si inviano notifiche di fine ciclo e avvisi per errori;
- Cappe aspiranti: si controllano la luce e la ventola e si inviano avvisi quando è necessario sostituire i filtri;
- Apparecchiature di ricarica per veicoli elettrici: si avvia o si ferma manualmente la ricarica, si regola il tasso di ricarica o si specifica quanti chilometri di autonomia dovrebbero essere aggiunti entro un tempo prestabilito, consentendo al caricatore di operare nei momenti più economici ed efficienti;
- Rilevatori di perdite d’acqua: possono essere utilizzati come innesci (trigger) per chiudere una valvola dell’acqua e/o attivare un allarme visivo o acustico (LED lampeggiante o sirena);
- Rilevatori di congelamento: inviano avvisi e attivano automatismi;
- Sensori di pioggia: attivano automatismi come la chiusura di un lucernario o lo spegnimento dell’irrigazione quando piove;
- Valvole dell’acqua: possono essere automaticamente chiuse in base alla durata o in combinazione con un sensore di perdite d’acqua e possono anche essere aperte in base al tempo (non alla quantità). È anche possibile specificare quanto devono essere aperte (a piena portata o a gocciolamento).
Ancora niente per i campanelli intelligenti, per le IP Cam o per altri componenti che naturalmente già esistono da tempo.
Naturalmente, la 1.3 porta con sé tutta una serie di migliorie alle classi già rese risponibili tramite le definzioni che l’hanno preceduta.
Gestione energia
Con Matter 1.3 qualsiasi dispositivo – che adotti almeno questo grado di definizione – sarà teoricamente in grado di “riportare misurazioni effettive e stimate tra cui potenza istantanea, tensione, corrente e altre, in tempo reale, nonché l’energia consumata o la sua generazione nel tempo”.
Queste informazioni in sé servono a poco, ma in un ecosistema strutturato (per esempio presso i nostri amati HUB personali), possono tornare utili per la pianificazione e la consuntivazione dei consumi, nonchè la gestione delle potenze di picco e altro. Il tutto sta nel vedere quanti e quali componenti adotteranno questa definizione.
Casting
Più che una novità si tratta dell’evoluzione di una funzione già presente. Con Matter 1.3, il “casting” prevede la possibilità di inviare messaggi push a qualsiasi schermo connesso. Ciò potrebbe significare per esempio di ricevere una notifica sulla TV quando il bucato è finito o un avviso sul display intelligente quando qualcuno suona alla porta, e così via.
Per quanto presente sin dall’inizio, il casting non è stato né molto sfruttato né evoluto. Solo Amazon ha fatto qualcosa al riguardo, aggiungendo all’inizio di quest’anno il supporto per la trasmissione di contenuti Prime Video da uno smartphone a uno smart display Amazon Echo Show 15. Questa evoluzione dovrebbe raggiungere i dispositivi Amazon Fire quanto prima.
Altre nuove funzionalità in arrivo nel Matter casting con la versione 1.3 includono la possibilità per le app di connettersi a più client contemporaneamente e offrire un’esperienza diversa per ciascuno, per esempio il gioco multiplayer con gli smartphone, un po’ come si fa oggi con Apple Arcade.
Cosa succede ora?
Come sempre, con la pubblicazione di una nuova definzione, teoricamente i produttori dovrebbero provvedere agli aggiornamenti firmware dei propri componenti (e/o dei BRIDGE/Gateway che li coordinano) in modo che essi rispondano alle nuove specifiche Matter. Di conseguenza, gli altri ecosistemi (altrettanto aggiornati) che si colleghino a tali componenti potranno gestirli come fossero propri.
Purtroppo, a distanza di diversi mesi, l’introduzione della 1.2 non è stata recepita da molti, anzi possiamo dire sia stata implementata davvero da pochissimi. Se le piattaforme non si sbrigano a supportare le nuove classi di dispositivi, è meno probabile che i produttori spendano risorse per supportarli. Ma se non ci sono dispositivi, allora perché le piattaforme dovrebbero preoccuparsi di dedicare tempo, impegno e risorse al supporto dei nuovi tipi di dispositivi? Si tratta di un potenziale circolo vizioso che potrebbe affossare uno standard che, già di per sé, presenta dei limiti nascosti.
Nota utenti Home Assitant
Gran parte del pubblico e dei membri della comunità inDomus utilizza Home Assistant quale HUB personale, quindi è giusto portare una nota dedicata all’impatto di questa nuova versione di Matter su tale HUB.
Come implementare Matter su Home Assistant è facile, lo abbiamo illustrato su questa breve guida:
Come attivare il supporto allo standard Matter su Home Assistant
Ciò detto (e fatto), si avrà chiaro come il supporto a Matter, su Home Assistant, si offerto dal binomio server Matter/integrazione Matter.
A fronte di questa nuova definizione 1.3 è quindi lecito aspettarsi, a breve:
- per il server Matter, il quale implementato come add-on di Home Assistant OS/Supervised o container Docker, un aggiornamento a se stante;
- per l’integrazione Matter su Home Assistant, uno specifico aggiornamento, probabilmente (ma non è scontato) già dalla versione di Home Assistant 2024.6.
Fino ad allora, Home Assistant non sarà in grado di integrare alcun componente Matter appartenente alle nuove classi sopra elencate tramite, appunto, l’integrazione Matter.
Ma questo non è attualmente un problema, dato che ad oggi i componenti certificati Matter 1.3 sono sostanzialmente… zero. Purtroppo, questo vale anche per la 1.2…
Staremo a vedere.
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