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Addio Home Assistant Supervised su Docker. E adesso? Ecco gli scenari e le soluzioni

Addio Home Assistant Supervised su Docker. E adesso? Ecco gli scenari e le soluzioni

EDIT 26/05/2020: Ci hanno ufficialmente ripensato.
EDIT ORE 16: Sommersi dai fischi della community internazionale, il board del progetto Home Assistant ha ritrattato la scelta descritta nelle righe che seguono. Questo non sta a significare che la scelta non verrà semmai fatta più avanti: si tratta di una sospensione della decisione presa per capire meglio “quali siano gli impatti su chi usa questo tipo di installazioni”. Ciò detto, chi fosse toccato da questo importante cambiamento – quando avverrà – è caldamente consigliato di studiare da subito la strategia di migrazione da metter in campo a partire da oggi, come spiegato sotto. Vi terremo in formati.

Croce e delizia del mondo Open Source sono le notizie che squarciano la community mondiale e lasciano talvolta dubbi e ansie su chi utilizza determinate soluzioni – anche relative alla domotica personale.

È certamente il caso di quella uscita stanotte, la quale racconta dell’improvviso per quanto motivato abbandono del supporto a Home Assistant (HASSIO) quando installato su Docker (o analoghi).

Antefatto

Come sappiamo, “Home Assistant” è genericamente un HUB personale software gratuito per domotica (leggi approfondimento) liberamente installabile sui più disparati computer e sostanzialmente composto da un sistema operativo (Alpine Linux), da un supervisore software (“Supervisor“) e da “Home Assistant Core”, il componente principale dell’HUB (“Core”, appunto).

Questa tripletta (nota anche come HASSOS) può essere installata come immagine preconfezionata Supervised sui più disparati sistemi come Raspberry Pi, Tinkerboard, Odroid, Intel NUC, e Mini PC.

Il vantaggio di questo approccio sta nel modello “chiavi in mano“: installi l’immagine, accendi il sistema dopodiché hai sostanzialmente finito di penare. Non solo: l’installazione HASSIO prevede uno store interno che consente agli utenti di configurare rapidamente gli add-on, componenti utili alla configurazione rapida di servizi aggiuntivi (controllo remoto, aggiunta integrazioni e altro). Lo svantaggio di questo approccio è, invece, il dover “sacrificare” un intero sistema hardware alla propria domotica: l’immagine di fatto “prende il totale controllo” della macchina, lasciando poco spazio di manovra ai più smanettoni.

HASSIO@Docker - no more - small

Alternative ce ne sono (per esempio installare la sola componente “Home Assistant Core” a mo’ di normale applicativo), ma se la necessità è specificamente quella di mantenere la praticità di HASSIO e del suo store “add-on”, le alternativa è tipicamente quella di montare l’immagine “chiavi in mano” su Docker, un ambiente di virtualizzazione a container. Non è il massimo della vita, ma si fa. Molti infatti hanno scelto questa strada.
Tale alternativa consente di:

  • utilizzare il proprio sistema in modo ordinario, al di là della domotica (consente quindi die eseguire altri software e funzioni autonome;
  • riuscire ad utilizzare comunque Home Assistant OS (aka HassOS/HASSIO) e tutti i suoi vantaggi tattici senza dedicargli il sistema intero.

(S)fortunatamente questa alternativa, utilizzata da molti utenti Raspberry Pi (e non solo), da oggi non è più percorribile per una scelta arbitraria degli sviluppatori di Home Assistant. Senza addentrarci troppo nel tecnico, tenere aggiornate le immagini di HassOS per Docker è stata per loro una fatica immane e, francamente, ingiustificata. inDomus dal canto suo approva in pieno questa scelta, anche se per alcuni risulterà dolorosa: sul piano tecnico, HassOS@Docker non è mai stata la scelta migliore, anzi.

Soluzioni

Capito lo scenario va capito cosa fare, qualora si faccia parte di quella cerchia di utenti che utilizzino HassOS@Docker.
Innanzitutto facciamo chiarezza su chi non è toccato da questa novità:

  • coloro che abbiano installato Home Assistant Core su Raspberry Pi OS, Windows, Mac o su sistemi Linux (tipicamente in ambiente “venv”);
  • coloro che utilizzino HassOS installato in modo ortodosso, quindi come immagine dedicata per il proprio sistema;
  • coloro che utilizzino HassOS installato come macchina virtuale in ambiente di virtualizzazione (VMWare, VirtualBox eccetera).

Coloro che utilizzino invece HassOS@Docker devono pensare, da subito, a migrare la propria installazione, pena i mancati aggiornamenti da qui in futuro.

Le possibilità (le quali dovrebbero continuare a essere tutte supportate) sono varie:

  • se l’hardware sul quale gira Home Assistant è sufficientemente potente, installare un motore di virtualizzazione (VirtualBox, VMWare o quel che si crede) e utilizzare poi l’immagine disco dall’elenco delle “virtual appliance” disponibili. Così facendo si mantengono le funzioni parallele eventialmente installate sul sistema;
  • se l’hardware sul quale gira Home Assistant non è sufficientemente potente* (eg. Raspberry Pi), rassegnarsi e installare HassOS in modo ortodosso (come immagine tradizionale).  Così facendo si perdono le funzioni parallele eventualmente installate sul sistema; (a meno che non siano disponibili alternativamente come add-on HassOS);
  • se si utilizzava Docker perché obbligati (vedi per esempio su alcune NAS), è possibile installare – in sostituzione ad HassOS – la distribuzione per Docker di Home Assistant Core (addio agli add-on, però almeno si potrà continuare ad usare il proprio in esecuzione sulla NAS senza bisogno di trovargli un nuovo “nido”);
*Esiste poi una quarta via per chi non abbia un hardware sufficientemente potente (ma anche per gli altri, in realtà), ovvero quella di installare Home Assistant Core in ambiente “venv”. Questo è un cambio di paradigma piuttosto forte (addio agli add-on, per esempio), ma noi troviamo sia forse l’alternativa sì più complessa, ma anche la migliore per tutta una serie di argomenti tecnici che, se vorrete, potremmo discutere sulla nostra chat e sul nostro forum.

Procedura

Coloro che vogliano continuare sul paradigma Home Assistant OS (quindi o utilizzando un motore di virtualizzazione o la via ortodossa tramite immagine) devono sostanzialmente;

A grandi linee, la procedura è tutta qui.

Coloro che invece vogliano migrare da HassOS a Home Assistant Core in ambiente “venv” devono, ovviamente, sbattersi un po’ di più. Innanzitutto non possono effettuare un backup/ripristino, ma sopratutto devono installare Core e configurarlo passo-passo.

Gli attuali utenti HassOS@Docker su Raspberry Pi (con sistema operativo Raspberry Pi OS) possono fermare HassOS@Docker e, sulla stessa microSD, installare Home Assistant Core, avendo poi cura di eseguire i vari passi operativi previsti per la configurazione dei vari aspetti dell’HUB. Agli utenti Raspberry Pi/Mini PC/Intel NUC quest’ultima, anche se più rognosa, è la strada che inDomus consiglia caldamente.

Come detto, alle brutte c’è sempre la nostra chat e il nostro forum di supporto. 😉

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