
SCOPI DEL PROGETTO:
CONCETTI AFFRONTATI:
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COMPONENTI SOFTWARE UTILIZZATE:
DISPOSITIVI FISICI UTILIZZATI:
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PROGETTO MAGGIORMENTE INDICATO PER: |
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NOTE E DISCLAIMER
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Revisione guida: 1.4 |
Abstract
Dopo aver installato Linux Debian 11 “Bullseye” sul proprio Mini PC / Intel NUC (o su computer analoghi) a scopo “server” per gestire la propria domotica personale (o funzioni analoghe) è utile effettuare una “prima configurazione” tale da perfezionarne il funzionamento.
Si assume che sul computer “server” con sistema operativo Linux Debian l’utente abbia attivato, in fase di installazione o successivamente, i servizi SSH e/o VNC, così da consentirgli di collegarsi, tramite il proprio computer, a tale host.
Si parte
Sudoers
Assumendo che per operare sul server si utilizzi una specifica utenza, diciamo “deb“, è utile aggiungerla al gruppo sudoers, così da poter eseguire i comandi in modalità sudo.
Sudo (a volte considerato l’abbreviazione di Super-user do) è un programma progettato per far sì che gli amministratori di sistema permettano ad alcuni utenti di eseguire certi comandi come root (o altro utente). La filosofia di base è quella di dare meno privilegi possibile, ma permettere ancora di compiere il lavoro. Sudo è anche un modo efficace per registrare chi ha usato un dato comando e quando.
Per aggiungere l’utenza al gruppo sudoers, usiamo un computer di appoggio per collegarci via SSH (non utilizzando l’utenza root, bensì una di servizio, per esempio deb, se si è seguita la nostra guida di installazione) al nostro computer dotato di sistema operativo Linux Debian 11 ed eseguiamo:
su
inserire la password dell’utente root, dopodiché eseguire i seguenti comandi:
apt-get install sudo
nano /etc/sudoers
che aprirà l’editor di testo nano inserire poi, sul fondo del file la seguente stringa:
username ALL=(ALL) NOPASSWD:ALL
dove username dovrà essere sostituito dal nome utente che si vuole rendere abile al sudo, per esempio deb:
deb ALL=(ALL) NOPASSWD:ALL
eseguita la modifica, uscire salvando (CTRL-X, Y, invio).
Infine, effettuare un riavvio col comando:
exit
sudo reboot
e attendere che l’host riparta.
Wi-Fi
Se durante l’installazione di Debian sarà stata configurata/utilizzata la Wi-Fi e sarà stato installato anche l’ambiente desktop, allora la Wi-Fi sarà collegata al primo avvio, automaticamente.
Diversamente, l’host non sarà connesso via wireless. Provvedere alla connessione via cavo e attuare queste procedure manuali per collegarlo via Wi-Fi.
Aggiornamento
Ora è sano aggiornare il software, qualora non lo fosse già (e in caso, anche aggiornando “a vuoto”, danni non se ne fanno).
Sempre da terminale, eseguire:
sudo apt-get update sudo apt-get upgrade -y sudo apt autoremove -y
una volta terminata la procedura automatica di aggiornamento, riavviare il server con il comando:
sudo reboot
Evitare l’auto-sospensione
Dato che il nostro computer dotato di sistema operativo Linux Debian dovrà fungere da “server”, è impensabile che si spegna automaticamente per mancata rilevazione dell’attività umana tramite tastiera e mouse. Configureremo quindi il server per non andare automaticamente in auto-spospensione, ma per rimanere invece sempre operativo.
Colleghiamoci nuovamente via SSH ed eseguiamo il seguente comando per creare la cartella sleep.conf.d sotto /etc/systemd/:
sudo mkdir /etc/systemd/sleep.conf.d
ora creiamo al suo interno un file:
sudo nano /etc/systemd/sleep.conf.d/nosuspend.conf
copiamoci dentro la seguente configurazione:
[Sleep]
AllowSuspend=no
AllowHibernation=no
AllowSuspendThenHibernate=no
AllowHybridSleep=no
eseguita la modifica, uscire salvando (CTRL-X, Y, invio).
Infine, effettuare un riavvio col comando:
reboot
e attendere che l’host riparta.
Software utili
Andiamo ad aggiungere qualche software utile, come curl, net-tools e pip.
Sempre via SSH, eseguire:
sudo apt install curl net-tools python3-pip -y
sudo reboot
e attendere il completamento dell’installazione automatica e poi il seguente riavvio.
Errore “Can’t set locale”
Per evitare che, collegandosi via SSH ed eseguendo comandi si ottenga l’errore:
Can't set locale; make sure $LC_* and $LANG are correct!
eseguire il seguente comando:
sudo nano /etc/ssh/sshd_config
e commentare la linea:
AcceptEnv LANG LC_*
aggiungendovi un # in testa.
Uscire e salvare (CTRL+X, Y, invio).
Infine, riavviare con un comando:
sudo reboot
Bene! Il vostro server è pronto a operare.
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