NOTA. Questa scheda formativa è sì dedicata a chi voglia integrare una telecamera con il proprio HUB personale per domotica, ma anche a coloro che stiano cercando di capire come determinare il percorso di rete utile all’integrazione con NVR (Network Video Recorder) per videosorveglianza o ambienti operativi similari. |
Una IP Camera (o IP Cam, WebCam o Telecamera IP che dir si voglia) è un tipo di videocamera “connessa” (per lo più Wi-Fi o Ethernet) che consente per lo più di videosorvegliare un ambiente, al chiuso o all’aperto in base al modello e alle caratteristiche.
Di IP Cam ce ne sono centinaia, migliaia di modelli diversi: da interno, da esterno, fisse o mobili, standardizzate ONVIF, in grado di riprendere anche al buio, dotate di audio mono o bi-direzionali e tante, tante altre caratteristiche; ciò che accomuna moltissimi modelli di nuova (e relativamente nuova) generazione è la presenza di un servizio cloud offerto dal produttore tale da consentire all’utente di consultare facilmente la telecamera (o le telecamere) tramite il proprio smartphone/tablet quando si è lontani da casa. Altre, più vecchie, prevedevano invece una configurazione ad hoc del modem/router tale da consentire di raggiungere la/le IP Cam dall’esterno della propria rete. Il cloud ha sicuramente semplificato molte cose, per quanto porti con sé un indubbio tema di sicurezza e di privacy.
Ciò detto – quale che sia il “modello funzionale” della proprie telecamere – l’avvento e l’adozione sempre più diffusa degli HUB personali ha acceso negli utenti l’esigenza di integrare tali componenti alla propria domotica personale centralizzata. Questo ha un duplice vantaggio: innanzitutto (laddove possibile) consente l’eventuale abbandono del cloud del produttore (integrando localmente la IP Cam con il mo HUB utilizzerò lui come “ponte” per accedere alla telecamera) nonché la possibilità, con alcuni HUB, di utilizzare le immagini della telecamera come “sensore indiretto“, sfruttando per esempio tecniche di analisi delle immagini e riconoscimento oggetti (come accade tramite la piattaforma Tensorflow dell’HUB Home Assistant o più semplicemente come sensore di movimento virtuale) al fine di innescare delle automazioni all’interno della domotica (eg. la telecamera in garage riconosce la targa della mia auto e quando arrivo disattiva automaticamente l’allarme in casa), oppure (più semplicemente) usarle come banale sensore di rilevazione.
Integrare una IP Cam sul proprio HUB può essere un gioco da ragazzi, ma può anche trasformarsi in un discreto incubo. Vediamo cosa fare per evitarlo.
Talvolta è facile
Integrare una cam nativamente supportata dall’HUB è, per lo più, banale. Prendiamo per esempio il caso delle IP Cam del brand EZVIZ: tali cam espongono delle API di interfacciamento che quali hanno permesso lo sviluppo di svariate componenti di integrazione. Nel caso dell’HUB Home Assistant, per esempio, esiste la piattaforma di integrazione dedicata che, con la semplice configurazione di username e password consente di ottenere il pieno risultato.
N.b. Alcune integrazioni di questo tipo non consentono però di integrare la telecamera in modalità Local Push, in quanto sfruttando il cloud del produttore. Questo ovviamente vanifica in parte l’idea sfruttare l’integrazione verso il proprio HUB personale anche al fine di sbarazzarsi del tutto del cloud del produttore – ma non è detta comunque l’ultima parola, come vedremo a breve. Malgrado esistano integrazioni facili (ma magari appunto non “Local”), a volte è infatti possibile sostituirle con integrazioni di altro tipo. |
Un’altra valida opzione è quella di utilizzare lo standard ONVIF: se la cam lo supporta è possibile definire un’integrazione di tipo Local Push (evviva) semplicemente indicando all’HUB l’indirizzo IP, la porta ONVIF, l’username e la password d’accesso alla cam. Una passeggiata di salute.
Quando per il proprio HUB non sia disponibile una via d’integrazione facile, allora le cose si fanno inevitabilmente più complicate. Spesso, quella più battuta è…
La via più complicata
Quando l’unica strada percorribile è questa (o quando un’eventuale integrazione facile non mi soddisfa), prima di iniziare l’attività di integrazione è bene avere chiari in testa alcuni concetti fondamentali (in realtà non guasta mai). L’errore che infatti molti fanno è quello di buttarsi testa basta nel cercare di risolvere il problema, quando ancora non padroneggiano alcuni temi che invece è necessario padroneggiare a monte.
Per integrare una IP Cam è necessario che, tramite integrazione locale (e questo è un concetto da conoscere bene), sia in grado di fornire “qualcosa” in output che sia raggiungibile dall’utente. Se, infatti, la telecamera “parla” solo col cloud, non fornisce nulla localmente, non è integrabile con tramite la strada facile… allora la IP Cam non è integrabile.
È dunque fondamentale che l’utente appuri a monte cosa può o cosa non può fare la propria telecamera:
- non è detto che la IP Cam possa fornire uno stream video (ovvero un “flusso di fotogrammi”);
- la IP Cam, se non fornisse localmente uno stream video, potrebbe almeno fornire un’immagine statica aggiornata ciclicamente.
Per “capire” cosa possa o non possa fare la propria telecamera è necessario dotarsi di santissima pazienza, recarsi presso il Camera Connection Database di iSpy e cercare il proprio modello nell’enorme database.
TYPE e PROTOCOL
Nella tabella-elenco di iSpy sono presenti due colonne fondamentali, TYPE e PROTOCOL.
Il primo, TYPE, indica che tipologia di stream o di immagine fornisce la telecamera; ogni modello potrebbe avere più righe nella tabella proprio perché magari fornisce più opportunità diverse di connessione.
Tipologie di flussi video (stream):
- FFMPEG
- MJPEG
- VLC
Tipologia di immagini fisse (still shot):
- JPEG
Per quanto riguarda il PROTOCOL, indica quale sia lo standard di trasmissione sulla rete. Può essere:
- HTTP/s
- RTSP
Il binomio dato da questi due parametri determina come collegarsi alla IP Cam per visionarne i contenuti. Per determinare con precisione la stringa di connessione che servirà poi per l’integrazione con l’HUB personale è sufficiente cliccare sul nome del modello (sempre sulla tabella iSpy), inserire i dati relativi alla propria IP Cam, ovvero compilare i campi relativi all’indirizzo IP della telecamera, eventuali username e password, eventuale canale video e poi cliccare su “GENERATE“:
Una volta cliccato su “GENERATE” il sito fornirà una comoda stringa preformata (che ovviamente varia per ogni modello di telecamera in base alle funzioni previste), per esempio tramite http:
http://admin:admin@192.168.1.20/videostream.asf?user=admin&pwd=admin&resolution=320×240
oppure, di tipo rtsp:
rtsp://admin:admin@192.168.1.20/cam/realmonitor?channel=0&subtype=1
TESTARE L’URL
A questo punto è necessario, prima di pensare all’integrazione con il proprio HUB personale, verificare che l’URL così generato effettivamente fornisca lo stream o l’immagine fissa in questione. Per farlo è necessario accedere a tale tale indirizzo con uno strumento appropriato che consenta di vedere ciò che ci si aspetta, ovvero il video o l’immagine fissa della telecamera.
Utilizzando il proprio computer (collegato sulla stessa rete della propria telecamera), accedere all’URL generato tramite:
- il proprio browser per gli indirizzi http relativi a immagine statiche);
- VideoLAN (VLC) per gli stream video (sia http che rtsp).
Per aprire uno stream video con VLC è sufficiente aprire l’applicazione e, da menu, selezionare “Open Network” e inserire l’URL di cui sopra.
PROCEDERE ALL’INTEGRAZIONE
Dopo e solamente dopo aver appurato che l’indirizzo funzioni (ovvero mostra quanto atteso), è finalmente possibile utilizzarlo per configurare l’integrazione presso il proprio HUB.
Parlando di Home Assistant, solitamente si utilizzano piattaforme di integrazione come “FFMPEG Camera” e “Generic Camera“; per Homebridge invece si rimanda direttamente a questa scheda. Per altri HUB personali si faccia riferimento alle specificità d’integrazione relative.
Considerazioni finali
Se si possiede già una IP Cam, i possibili scenari d’integrazione sono quelli di cui sopra. Specialmente se si utilizza un sevizio Cloud del produttore è fortemente consigliabile abbandonarlo e migrare, laddove possibile, a un’integrazione di tipo Local.
Se invece si è in procinto di dotarsi di una o più IP Cam, il nostro consiglio è quello di utilizzare questa scheda formativa per capire – grazie all’uso del database iSpy – quale telecamera acquistare in relazione alla disponibilità del modello di un interfacciamento Local utilizzabile al posto del cloud. Nessun componente connesso “è sicuro”, ma certamente un’integrazione locale risolve almeno i potenziali problemi di sicurezza e privacy intrinsechi di un servizio cloud. Modelli ce ne sono, come detto, centinaia; per esperienza vi consigliamo di concentrarvi su brand risaputamente noti per qualità come Foscam, EZWIZ, TP-Link e altri: anche la qualità del firmware presente sulle unità, alla fine, è garanzia di ulteriore, maggiore sicurezza.
Ovviamente, nella scelta conviene contemporaneamente buttare un occhio sia il database iSpy e quello delle integrazioni native per il proprio HUB (Home Assistant, openHAB, Homey, Homebridge eccetera) tenendo a mente le considerazioni illustrate su questa scheda.
IP Cam da noi testate:
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