FOCUS
Quello che molti possessori di gadget domotici ignorano è che, probabilmente, ne stanno sfruttando solo in parte il reale potenziale.
Facendo un passo indietro e tornando alla basi della domotica, chiariamo a grande linee quale sia il tema: un “gadget domotico” (o meglio, un componente domotico) è un elemento solitamente in grado di azionare qualcosa (quindi, un attuatore), oppure di percepire uno stato (quindi, un sensore), o di orchestrare più elementi diversi (quindi, un BRIDGE/Gateway).
Una lampadina intelligente è di fatto un attuatore domotico, il quale può essere controllato in vari modi (solitamente via app, via smart speaker, via servizi internet com IFTTT) e che provvede all’accensione/spegnimento nonché (spesso) alla regolazione dell’emissione luminosa. Un termostato intelligente è anch’esso un attuatore, in quanto in grado di accendere/spegnere la produzione di calore, ma è anche un sensore, in quanto è in grado di percepire la temperatura dell’ambiente. Poi ci sono i BRIDGE/Gateway, elementi che fungono da collettori al fine di controllare più componenti di una stessa linea prodotti (come per esempio la linea Philips HUE).
Bene: ciò che molti non sanno è che questi vari gadget – magari più che adeguati nella loro singola funzione – possono essere sfruttati in concerto, consentendo all’utente di farli cooperare (malgrado provengano da produttori diversi) in modo del tutto integrato, magari automatico, come fossero tutti prodotti dalla stessa famiglia, senza distinzioni di tecnologia e produttore.
I più consapevoli sono forse gli utenti Apple: come abbiamo spiegato nel nostro corso base di domotica, Apple HomeKit è un programma che consente a diversi componenti domotici (di diversi produttori e tecnologie) di interagire facilmente tra loro. Come però abbiamo anche spiegato qui, le smart home basate su questo standard ancora arrancano nell’affermarsi e comunque sono circoscritte a chi possieda soli strumenti di gestione finale Apple (computer, smartphone, tablet) e componenti esplicitamente certificati con questo standard.
A salvare capre e cavoli è l’adozione di quelli che definiamo HUB personali.
Si tratta di software che consentono (facilmente e gratuitamente) di integrare componenti anche molto diverse tra loro al fine di creare un unico ambiente organico, definibile “domotica personale”, la quale appunto consente di “astrarre” la natura originale del componente (il suo produttore, la tecnologia ma anche le modalità di governo previste di base).
Sembra cosa da poco, ma non la è.
Dotarsi di una piattaforma per la propria domotica personale abilita infatti a realizzare – per gradi, nel tempo – un ambiente davvero innovativo, dove davvero si realizzano i benefici promessi da questa tecnologia futuribile che abbiamo sempre prefigurato attraverso la fantascienza, ma che oggi à quanto mai attuale.
Consigliamo i seguenti approfondimenti: